Rivoluzione mutui, Finaosta non si sbilancia: “Decide la politica”

A spiegarlo, dopo l'audizione in II Commissione, il Presidente della finanziaria regionale Andrea Leonardi, che rivendica la "funzione sociale sul territorio" di Finaosta.
Il responsabile della Direzione Istruttorie Manuel Barrel ed il Presidente di Finaosta Andrea Leonardi
Politica

Sulla “rivoluzione mutui” – l’emendamento al Bilancio regionale firmato da Marquis (Sa), Barocco (Misto) e Daudry (Av) per dare in gestione alle banche i mutui prima casa e ristrutturazione – Finaosta rinvia la palla nel campo della politica e non si spinge oltre.

In audizione in II Commissione permanente “Affari generali” per oltre due ore il Presidente della finanziaria regionale Andrea Leonardi spiega: “Finaosta oggi ha esternato le proprie idee ed i propri progetti e rimesso alla volontà politica la decisione finale”.

“Abbiamo portato delle motivazioni chiare sull’attività sociale che fa Finaosta – prosegue Leonardi -, soprattutto legate ai bisogni dei cittadini. Abbiamo dato dei suggerimenti ma le scelte ultime sono politiche, noi restiamo a disposizione degli enti che ci sovrintendono e dei cittadini che hanno necessità”.

La contrapposizione pura con la banche, al centro dell’emendamento, è relativa, con i dovuti “distinguo” del caso: “Il loro coinvolgimento è positivo o negativo – spiega ancora Leonardi – dipendentemente dai bisogni mutualistici dei cittadini ma la funzione sociale di Finaosta può rimanere a servizio di chi ah più necessità”.

Risposta che si mette “in chiaro” quando Leonardi vira – a domanda specifica – sulle 700 richieste di mutuo inevase da Finaosta tra il 2018 ed il 2019 che l’emendamento in questione si propone di sbloccare.

O meglio: il problema c’è ed è di Finaosta?

“Il problema – risponde il Presidente – è l’eccesso di ricorso a pratiche con questi tassi, e alle agevolazioni che Finaosta offre. La banca ha una diversa natura ed è destinata, e non è certo una cosa negativa, al profitto attraverso la concessione di credito e di servizi”.

La via potrebbe essere quella intermedia, quella del “doppio binario” che non escluda la convivenza tra banche e finanziaria. Magari attraverso una convenzione.

“Finaosta non è coinvolta” taglia corto Leonardi che ribadisce: “Deciderà l’Ente pubblico. Siamo nel campo delle ipotesi e se l’emendamento verrà approvato si può fare una convenzione ad hoc”.

La possibilità di un “affiancamentoFinaosta/banche non è però peregrino, con la finanziaria regionale che – per il suo Presidente – ha qualcosa di radicalmente diverso, come concezione: “Ci sono delle regole  – chiude Leonardi – e la differenza sta nell’applicazione del tasso che con Finaosta è agevolato. La banca ha delle regole meno legate ai territori, mentre Finaosta può e deve svolgere la sua funzione sociale sul territorio, anche dal punto di vista statutario. Se lo scopo dell’emendamento è quello di smuovere l’economia si può pensare anche ad un ‘secondo canale’ che però non posso confermare, è solo un’ipotesi”.

L'audizione dei vertici di Finaosta in Commissione
L’audizione dei vertici di Finaosta in Commissione

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