Via libera al Defr, sparisce l’ipotesi di regionalizzazione del contratto sanità

Un emendamento della II Commissione stralcia l'ipotesi inizialmente inserita nel Defr. Cambio di rotta anche sulla scuola di Tzamberlet: il definitivo abbandono del progetto diventa una "valutazione del possibile superamento del progetto di realizzazione del complesso scolastico". 
Politica

Marcia indietro del Governo regionale sulla regionalizzazione del contratto della sanità. L’ipotesi inserita nel Documento di economia e finanzia, approvato oggi dal Consiglio Valle con 19 voti a favore, 14 astensioni (Pla, Lega e Baccega) e 2 contrari (Pcp), è stata stralciata e sostituita da una più blanda previsione: l'”introduzione di misure strutturali per tutte le categorie del settore sanità”. 

Assieme all’indennità regionale integrativa del salario di medici e infermieri, la regionalizzazione era stata individuata dal Governo quale strumento per arginare la fuga dalla nostra regione di professionisti sanitari.

“Sarebbe stato interessante nella replica dell’Assessore Barmasse capire il perché di questo cambio di rotta a distanza di due settimane” ha evidenziato in aula la consigliera di Pcp Erika Guichardaz, che con la collega Minelli aveva presentato un emendamento, bocciato, per stralciare in toto il passaggio dal documento di economia e finanza. 

L’altro problema da risolvere, connesso alla “capacità di valorizzazione delle figure sanitarie operanti nella nostra regione e di attrattività nei confronti di soggetti provenienti da altre realtà” è il governo delle liste d’attesa per prestazioni e ricoveri. Due i fronti sui quali il Governo regionale conta di intervenire: forme di convenzionamento con altre Aziende sanitarie; il ricorso al privato accreditato ma anche lo sviluppo della telemedicina.

Confermata anche la volontà di proseguire con l’ampliamento del Presidio ospedaliero, la cui gara d’appalto dovrebbe partire nella seconda metà del 2022, con l’avvio dei lavori di costruzione del nuovo ospedale Parini tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023. Come già evidenziato dal Piano della salute, la vera sfida a cui sarà chiamata la sanità valdostana sarà la medicina territoriale, in primis con il ripensamento del ruolo dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di Libera Scelta. Attesa una riorganizzazione delle microcomunità.

In ambito sociale approvato l’emendamento del consigliere Mauro Baccega sul fattore famiglia, che chiede una revisione e coordinamento di tutti i contributi erogati dall’Assessorato competente.

Confermate le linee programmatiche contenute nel precedente Defr in materia di edilizia scolastica delle scuole secondarie di secondo grado. La Regione eserciterà l’opzione di acquisto sui prefabbricati del Liceo scientifico e linguistico E. Bérard e andrà avanti con i progetti di ristrutturazione/nuova costruzione del Manzetti di Via Festaz, dell’ex “Maria Adelaide” di Via Torino da destinare a sede principale dell’istituzione LICAM, oltre della sede secondaria di Avenue Conseil des Commis, in corso di ristrutturazione.

Cambio di rotta parziale invece sul complesso scolastico in Regione Tzamberlet. Nella formulazione iniziale del Defr si parlava di definitivo abbandono del progetto di realizzazione del complesso scolastico in Regione Tzamberlet. L’emendamento, approvato in aula, parla invece di “valutazione del possibile superamento del progetto di realizzazione del complesso scolastico”. 

Nei programmi del Governo c’è poi l’efficientamento energetico della sede di Via Frère Gilles in Comune di Verres, “la cui gestione è particolarmente onerosa dal punto di vista dei consumi energetici” e verranno realizzate nuove palestre scolastiche nel capoluogo regionale, attraverso il finanziamento dell’intervento di progettazione di una seconda palestra scolastica, che si aggiunge a quella che sarà realizzata nel 2022, con risorse stanziate con il secondo assestamento 2020. E’ destinata a cambiare volto anche l’Institut Agricole Régional, mentre ulteriori risorse saranno stanziate per incrementare I servizi residenziali per studenti nel capoluogo regionali, ancora carenti, attraverso il finanziamento dell’intervento di recupero dell’ex priorato Saint-Bénin.

Per la nuova Università – l’apertura del primo lotto è attesa nel 2022 – la volontà è di proseguire con la realizzazione dei successivi lotti, ma nel Defr si evidenzia la necessità di “valutare le modalità alternative per reperire, le risorse necessarie”. Spetterà invece all’Ateneo valdostano, con proprie risorse, procedere alla progettazione e ai lavori di ristrutturazione delle Arcate del Plot da destinare provvisoriamente ad uffici, a seguito del trasferimento delle attività didattiche nella nuova sede costruita nell’area Ex Testafochi.

Non è però solo edilizio il problema della scuola valdostana. Per risolvere l’annosa questione del precariato degli insegnanti la strada indicata nel Defr rimane quella della regionalizzazione. Per l’altro grande problema, quella della dispersione e dell’abbandono scolastico, nuove risorse potrebbero arrivare dai fondi sociali europei. La volontà è di intervenire poi con un disegno di legge sull’istruzione tecnico-professionale, su cui la Regione ha competenza primaria, e al rapporto fra scuola e lavoro.

Bocciato in aula l’emendamento di Pcp per rifinanziare il Bon de Chauffage, tema che sarà oggetto anche di alcuni emendamenti alla legge di stabilità.

Via libera invece ad un corposo emendamento della II Commissione che riscrive tutta la parte del Defr sulla mobilità sostenibile, che nella versione iniziale era in buona parte una fotocopia del documento di economia e finanza dello scorso anno. Fra gli obiettivi viene così inserito il completamento dello studio sulla mobilità a idrogeno previsto da una legge approvata nei mesi scorsi.  Per uno studio approvato, un altro, già affidato ad una società piemontese, viene invece bocciato. Respinto, infatti, il sub-emendamento di Pcp che chiedeva di completare lo studio tram-treno per arrivare a Courmayeur. Respinti anche un altro emendamento del gruppo consiliare che chiedeva alla Regione di non dar corso all’acquisto di ulteriori tre treni bimodali.

Cassate anche le proposte delle due consigliere progressiste sulla riforma elettorale – la richiesta era di affrontare il nodo della stabilità di governo –  e sull’equiparazione dell’indennità del presidente del consiglio a quella dei consiglieri regionali.

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