Taglio ai costi della politica, spunta il partito del “no”. Zucchi: “La riforma deve passare”

A confermare una voce ricorrente degli ultimi tempi è Alberto Zucchi, fra i promotori della riforma assieme al Presidente del Consiglio regionale, Emily Rini.
Alberto Zucchi, portavoce in Valle d'Aosta di Fratelli d'Italia
Politica

C’è, ma non si vede. E’ il partito del “no”, quello che ufficialmente appoggia sostanziose cure dimagranti per i costi della politica, ma poi nei corridoi tira il freno a mano per attenuare gli effetti della dieta. E infatti, la decantata legge sui costi della politica valdostana che annuncia risparmi per 1 milione e mezzo di euro per il 2013 sta creando non pochi mal di pancia ai nostri politici. Sarà mica perché, come l’ex Ministro Brunetta finiranno, coi tagli approvati, per non riuscire a pagare la rata dell’Imu?

A confermare una voce ricorrente degli ultimi tempi è Alberto Zucchi, fra i promotori della riforma assieme al Presidente del Consiglio regionale, Emily Rini. Nei giorni scorsi dalla sua pagina di Facebook, Zucchi, presidente della prima commissione consiliare che giovedì scorso ha licenziato il disegno di legge, scriveva: “ricevo in queste ore direttamente e più spesso indirettamente pressioni e peana da diversi consiglieri di maggioranza che sono furibondi per la riforma dei costi della politica che deve entrare in vigore il prossimo 1 gennaio 2013. Tra costoro spiccano quelli che hanno almeno due o tre legislature sulle spalle e che pertanto hanno già fatto il pieno ma evidentemente non gli basta. A costoro dico: se non siete d’accordo, votate contro pubblicamente il prossimo 19 dicembre. Se poi volete poi fare il giochino del voto segreto divulgherò i nomi di chi mi ha sfrugugliato per rallentare o per stoppare questa riforma. Fosse l’ultima cosa che faccio in questo consiglio!”.

Ma non sono solo alcuni consiglieri di maggioranza ad aver problemi di digestione con gli annunciati tagli. I malumori infatti serpeggiano anche fra i sindaci e gli assessori comunali, i cui stipendi sono tarati su quelli dei loro colleghi di piazza Deffeyes.

Allo stato attuale le buste paga più colpite dalla sforbiciata sarebbero, in termini assoluti, quelle del Sindaco e degli assessori comunali di Aosta. Con il taglio del 33% (a cascata, come attualmente previsto dalla legge regionale n°23 del 4 settembre 2001, “Norme concernenti lo status degli amministratori locali della Valle d’Aosta”), lo stipendio di Bruno Giordano passerebbe da 4850 euro netti al mese a 3400 euro, mentre la paga degli assessori scenderebbe da 3mila a 2mila euro netti. A differenza dei colleghi di Piazza Deffeyes, però, gli amministratori comunali non possono rimpinguare il portafogli con tredicesima, quattordicesima o diaria, perché per loro la legge non lo prevede. Nessuno degli eletti del capoluogo ha voluto rilasciare un commento in proposito, anche se il malcontento è diffuso.

“Stiamo lavorando a dei correttivi – spiega Zucchi – perché in effetti ci siamo accorti che la riforma penalizza fortemente gli amministratori del Comune di Aosta. Queste modifiche verranno presentate sotto forma di emendamenti nella prossima riunione del Consiglio Valle”. 

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