Vaccino anti Covid, oltre 81mila valdostani hanno ricevuto la prima dose e 67mila la seconda

27 Agosto 2021

Sono 81mila 646 le prime dosi di vaccino anti Covid somministrate in Valle d’Aosta, e 67mila 793 le seconde. Una percentuale – su una platea di persone da vaccinare di 110mila 633 – pari, rispettivamente, al 73,8% e al  61,23%.

I dati sono stati comunicati questa mattina, durante la conferenza stampa per fare il punto sulla campagna vaccinale in regione.

Il momento, però, è delicato: “Siamo verso la ‘dirittura d’arrivo’ – ha spiegato l’Assessore alla Sanità Roberto Barmasse -, ed è più difficile convincere chi è ancora un po’ restio. Credo sia un dovere civico, per permettere alla nostra società di uscire da questa situazione. Ne stiamo uscendo, ma il virus continua a diffondersi. Nella nostra regione, anche grazie alle misure sanitarie adottate, ci stiamo difendendo bene. L’importante ora è non allentare la guardia, faccio ulteriore un appello a chi ha ancora qualche titubanza”.

Qualcosa per l’Assessore, però, si muove: “Parlando con le persone – chiude – mi sembra ci sia una consapevolezza generalizzata sull’utilità di farsi vaccinare. Questo è indice della maturità di una popolazione”.

Il crollo dei ricoveri

I numeri dei ricoveri ospedalieri di questo periodo, spiega il neo Commissario Usl Massimo Uberti, alla sua prima uscita pubblica, “dimostrano l’efficacia del vaccino. Dal 19 giugno abbiamo ricoverato 11 pazienti Covid, oggi ne abbiamo solamente due in ospedale. Passiamo di media dai 2 ai 5, in queste settimane, ed è sicuramente frutto, in buona parte, delle vaccinazioni. E non abbiamo nessun paziente in rianimazione. Solo uno di questi 11 ha avuto un ciclo vaccinale completo”.

Uberti aggiunge: “Più del 90% dei ricoveri sono non vaccinati o con solo con una prima dose. È importante se pensiamo che circa 2/3 della popolazione valdostana non è vaccinata con una doppia dose. Il rapporto invece è più che invertito, se avessimo vaccinato anche quel 30% delle persone i ricoveri sarebbero ancora più bassi”.

Il Commissario non vuole lasciare appigli: “Il caso non è l’uno, ma sono gli altri dieci. La disparità è evidente. Nessuno ha mai detto che il vaccino dia una copertura al 100%. Qui abbiamo un unico contro molti casi di non vaccinati, e questa è la cosa da sottolineare”.

L’impatto della terapia con gli anticorpi monoclonali

A “cubare” sul numero basso dei ricoveri in Valle – questione già resa nota mesi – è anche la terapia che utilizza gli anticorpi monoclonali, e che dai 119 pazienti di aprile vede ad oggi 184 casi trattati.

“La necessità di mantenere l’ospedale più vuoto possibile era impellente – spiega il Direttore sanitario dell’Usl Guido Giardini -, e ci siamo attrezzati sin da marzo per la terapia monoclonale. La Valle d’Aosta svetta rispetto alle altre regioni. Questo ha influito sull’abbassare il numero dei ricoveri. I pazienti, segnalati dalle Usca, sono trattati e tornano a casa. Lì sono poi seguiti per sette giorni, per eventuali segnalazioni o problemi clinici. Nell’ultima settimana abbiamo una percentuale doppia di pazienti trattati rispetto alla seconda regione più performante, ovvero la Liguria”.

“È stata una decisione strategica – aggiunge -, che ha permesso di non avere pazienti in rianimazione”.

Il personale sanitario non vaccinato

Sono, ad oggi, 243 gli operatori sanitari non vaccinati. Di questi, 175 hanno presentato un’indicazione per l’esenzione, mentre senza indicazione medica sono in 68. “Anche queste, piano piano, si stanno riducendo”, spiega però il Direttore sanitario dell’Usl Guido Giardini.

Il personale scolastico

Dai dati Usl sulla situazione vaccinale del personale scolastico emerge che su 3.385 docenti, 2.674 hanno ricevuto almeno una dose, e 2.195 sono stati vaccinati con due dosi, per un 79% di insegnanti ai quali è stato somministrato il vaccino.

Per i non docenti – 939 persone – si parla invece del 77,1% complessivo, con 724 vaccinati con prima dose e 615 anche con la seconda. All’appello mancano 204 persone, che l’Usl sta cercando di individuare.

Il totale, per il mondo della scuola, parla comunque del 77,6% di vaccinati, ovvero 3.513 persone con prima dose e 2.906 anche con richiamo, sul totale complessivo di 4.528.

Sulla questione è il Presidente della Regione Erik Lavevaz a rinnovare l’invito: “Vorrei fare un appello per far sì che questo 25% di personale scolastico non vaccinato lo faccia nei prossimi giorni. È importante che il personale sia dotato di green pass. Questo permetterà alla scuola di funzionare in maniera regolare e soprattutto in presenza, perché il rischio di tornare alla Dad è reale”.

Le reazioni avverse ai vaccini e la potenziale “terza dose”

“Il monitoraggio sui numeri di reazioni correlabili ai vaccini – spiega la dottoressa Marina Verardo, Direttrice della Struttura complessa di Igiene e Sanità pubblica – siamo in termini abbastanza contenuti. Sono 4 o 5 i casi che possono avere un aspetto più francamente correlabile al vaccino. La correlabilità però con un evento avverso viene però valutata poi da Aifa, per capire se è un caso unico o se necessita di monitoraggio. Basti ricordare il problema di AstraZeneca, che dopo alcune reazioni importanti, ancorché statisticamente non giustificate, ha visto il rischio di trombosi cambiare completamente la politica vaccinale in corso d’opera. Per fortuna non abbiamo avuto eventi di questo tipo”.

E sull’eventualità di una terza dose aggiunge: “È importante non farsi trovare impreparati e potremmo ipotizzare di avere già le strutture in cui effettuarla. Resta da capire se sarà per l’intera popolazione o se, come sembra, indirizzata oltre agli operatori sanitari ai soggetti fragili”.

La conferenza stampa sui dati della campagna vaccinale. Da sx: Uberti, Lavevaz, Barmasse e Giardini
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