Chiusa definitivamente la scuola dell’infanzia di Chesallet a Sarre

L'edificio, progettato nel 2002 per diventare scuola dell'infanzia, ha chiuso per sempre le sue porte giovedì 30 giugno. L'edificio ospiterà i servizi di nido e garderie, fino a quest'anno ospitati dalla scuola Bernin di Montan.
Scuola dell'infanzia di Chesallet
Scuola

L’addio, annunciato lo scorso anno scolastico, del paese di Sarre alla sua scuola dell’infanzia di Chesallet alla fine si è consumato. Il 30 giugno 2022 le porte della scuola Octave Bérard in frazione Ronc si sono chiuse dietro alle maestre che, da settembre, svolgeranno il loro lavoro altrove nel plesso.

La decisione, inizialmente presa nel 2016 dall’amministrazione comunale di Sarre, è stata dettata principalmente dal calo delle nascite con cui tutta la Valle d’Aosta si sta confrontando, compreso il paese alle porte di Aosta, e che va nella direzione dell’opportunità di garantire una completa verticalizzazione dei plessi e della riorganizzazione dei servizi scolastici sul territorio: l’edificio infatti ospiterà i servizi di nido e garderie, fino a quest’anno ospitati dalla scuola V. Bernin di Montan.

La chiusura della scuola dell’infanzia di questa frazione di Sarre, il paese valdostano più popoloso dopo il capoluogo, aveva suscitato clamore in particolar modo per la storia dell’edificio e della sua ristrutturazione, pensata e concepita insieme al corpo docenti e studiata appositamente per ospitare una scuola che accogliesse i bambini dai 3 ai 6 anni e che ora dovrà subire alcune modifiche per la fascia più piccola, ma soprattutto aveva sollevato le proteste dei genitori (e non solo!), che vedevano nell’istituzione un esempio di scuola all’avanguardia, in grado di fondere insegnamento classico ed esperienze sul territorio.

“Con questo ultimo passaggio l’amministrazione comunale conclude un percorso con cui si è tentato di dare le necessarie risposte all’utenza tenendo purtroppo conto dell’andamento demografico che non consente più l’apertura di tre plessi scolastici sul territorio e di ridare nuova vita ai fabbricati resisi disponibili. Le scelte operate danno una risposta adeguata e razionale alle necessita della scuola dell’infanzia e primaria. E con la disponibilità del fabbricato dell’infanzia O. Bérard possiamo ampliare l’offerta dei servizi alla fascia fino ai tre anni dando una sede adeguata al nido e garderie” spiega il sindaco di Sarre Massimo Pepellin. 

Il corpo docenti era stato informato ad aprile 2021 della volontà di chiusura concreta della scuola, come racconta Laura Brunazzetto, una delle storiche insegnanti dell’ Octave Bérard: “Ci hanno informato dell’intenzione di chiudere il plesso ad aprile 2021, le iscrizioni per l’anno scolastico 21/22 erano chiuse da febbraio e avevamo 31 iscritti. Durante l’estate scorsa hanno comunicato alle famiglie degli otto nuovi bimbi di dover spostare l’iscrizione negli altri plessi. Noi insegnanti non abbiamo mai ricevuto comunicazioni ufficiali in merito alla chiusura, ma a gennaio del 2022 hanno dato la possibilità ai 12 alunni che devono ancora frequentare l’ultimo anno di scuola dell’infanzia di iscriversi a Sarre capoluogo o a Montan, senza continuità didattica di insegnanti”.

Lontano dalle polemiche che inizialmente avevano contraddistinto le scelte dell’amministrazione, e addirittura fatto nascere una petizione che aveva sfiorato i mille firmatari, rimane l’amaro in bocca per un progetto che aveva fatto nascere una scuola di eccellenza perfettamente integrata con il territorio, caratterizzata da momenti di scoperta del comune, del vicinato e da esperienze manuali uniche per dei bambini dell’infanzia: “Sin dal primo anno – continua l’insegnante Brunazzetto -, insieme alle mie colleghe abbiamo capito che Chesallet era un ambiente particolare: non era un paese, neanche un villaggio, ma attorno alla scuola c’era un importante tessuto socioculturale. Abbiamo avuto ottime relazioni con le famiglie e con tutto il vicinato. Negli anni siamo stati con i bambini in stalle, fattorie, a vedere asini, pecore, a vendemmiare, a raccogliere mele a vedere falegnami e artigiani del legno al lavoro; abbiamo invitato a scuola ospiti di ogni tipo, nonni a parlare della loro infanzia, genitori a spiegare il loro lavoro, nonne a filare la lana, a scolpire il legno, a parlare delle erbe officinali”.

La genesi di un edificio come quello di Chesallet è uno dei motivi per cui la sua chiusura ha comportato un “caso” nel panorama valdostano: nel 2002 la scuola è stata abbattuta e ricostruita e per gli alunni di allora è stata l’occasione per osservare un progetto e seguire passo a passo i lavori; gli insegnanti hanno collaborato col progettista e a settembre 2004 la struttura era pronta per l’ingresso dei primi alunni. Il risultato del lavoro che i progettisti e le insegnanti hanno potuto intraprendere fianco a fianco è stato un edificio con ambienti ampi, luminosi e colorati, realizzati a misura di bambino dai 3 ai 6 anni, con l’aggiunta anche di un piccolo orto per sperimentare la semina di spinaci e ravanelli da assaggiare e qualche albero da frutto, ideale per mettere in piedi un nuovo metodo di insegnamento: “Tutti coloro che vedevano la scuola – raccontano le insegnanti -, erano stupiti per la funzionalità di questo edificio: colleghi, supplenti, delegazioni regionali, corrispondenti francesi”.

Nonostante le caratteristiche della scuola, le decisioni dell’amministrazione si sono concretizzate e l’edificio si prepara a una nuova vita, anche se “in questi giorni è stata dura staccare dai muri le foto di questi meravigliosi anni di lavoro e di ricordi – continua Brunazzetto -, qui sono passate alcune generazioni di bambini, ma comprendiamo che l’amministrazione abbia fatto le sue scelte e ci auguriamo che questo edificio sia adeguato alle esigenze della fascia 0/3 anni e apprezzato da famiglie e operatori di nido e garderie”.

 

 

Una risposta

  1. Questa amministrazione comunale verrà ricordata più per le chiusure che per le aperture. Zero o quasi proposte culturali ma scuole e strade chiuse a gogò!

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