Adu e Pcp rilanciano (e presentano) una legge contro l’omobitransfobia
L’iniziativa – con il via libera unanime del Cpel – era stata lanciata in tempi non sospetti nel novembre 2019. Poi, nel febbraio 2021, Adu VdA si rivolgeva direttamente al Consiglio Valle.
Oggi, 16 maggio, vigilia della Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia, la transfobia è stata presentata alla stampa – e verrà depositata proprio domani – una proposta di legge per contrastare il fenomeno che oltre ad Adu ha visto la collaborazione del Gruppo consiliare del Progetto civico progressista. Sia in Regione, sia al Comune di Aosta.
“A causa delle gravi tensioni di allora in Consiglio che hanno portato alle Elezioni anticipate – ha spiegato Daria Pulz del direttivo di Adu -, non siamo mai giunti alla discussione della legge e alla sua approvazione in aula. Ringraziamo le consigliere attualmente in carica, pronte a depositare nuovamente la legge e riavviare l’iter per arrivare alla sua approvazione. Pensiamo si possa ottenere questo risultato anche in un Consiglio devastato da una crisi mai dichiarata ma sempre sopita”.
Erika Guichardaz, Pcp, racconta invece di alcune modifiche fatte alla proposta di legge originale: “È stato condiviso il testo già depositato in Consiglio e abbiamo lavorato cercando di migliorarlo. Prima non erano previste risorse, per noi importante è inserire 10mila euro di finanziamento che andranno a colmare quanto chiesto dal Cpel, che dando parere favorevole diceva che molte attività potranno essere fatte in collaborazione con i comuni. Avere una parte di fondi per eventuali eventi e per la formazione può essere un aspetto positivo. Sappiamo che 10mila euro sono pochi, ma in questo momento il fenomeno non è ancora stato monitorato”.
Anche se, dai dati di Arcigay risalenti ad un anno fa, qualcosa si vede tra la nebbia: “L’associazione ha messo in piedi un form in cui potevano essere segnalate discriminazioni, che sono state 25 in pochi mesi prosegue Guichardaz -. Segnalazioni che arrivano principalmente da ragazzi di giovane età, il 50 percento era tra 19 e 25 anni. Un dato che ci ha allarmato. Su questo tema c’è il silenzio assoluto, anche nel Piano della salute e del benessere. Sappiamo bene che la Regione può fare la sua parte anche se piccola, molte hanno già legiferato in tal senso”.
“L’articolo 7 della legge – aggiunge invece Chiara Minelli, anch’ella consigliera in quota Pcp – inserisce il Forum permanente contro le molestie. Un organismo che esiste già ma non è prevede una rappresentanza delle associazioni. Si dice che in Valle questo sia problema marginale, ma c’è molto sommerso ed il monitoraggio è una forma di prevenzione fondamentale”.
Non solo: “La legge è praticamente identica a quella depositata nella scorsa Legislatura, ma aggiunge l’aspetto delle funzioni di sportello e di monitoraggio – spiega ancora Guichardaz -. Questo, secondo noi, è l’articolo da attenzione maggiormente perché i dati non ci sono. Pensare ad uno sportello promosso assieme ai Servizi psicologici e con le associazioni di volontariato del territorio, può far sì che ci sia una raccolta dei dati e un’elaborazione delle buone prassi e azioni da portare avanti. Lo sportello dovrebbe poi interfacciarsi con l’Osservatorio regionale sulla violenza di genere, sfruttando il fatto che lì vi siano già persone sensibili al tema e portare così avanti insieme alcune attività”.
“Non si deve aspettare una tragedia per darsi da fare – chiosa invece Pulz -. In Valle d’Aosta non c’è un monitoraggio ufficiale, non sappiamo quello che succede veramente. Crediamo che la politica abbia un ruolo fondamentale per un cambio culturale e di mentalità che i giovani sentono molto e che ci chiedono con forza”.
L’importanza della scuola
In legge, è previsto un percorso di informazione e formazione: “È prevista anche la stipula di accordi con la Sovrintendenza per istituire percorsi di sensibilizzazione e aggiornamento del personale scolastico e gli studenti – dice ancora Minelli -. Si inserisce inoltre l’opportunità della Regione di valutare, nei casi di violenza di genere, la costituzione di parte civile. Un fatto non indifferente, perché saremmo tra le prime in Italia a prendere questa iniziativa”.
Guardare al singolo, oltre le appartenenze politiche
Come arriverà in aula, quando sarà, questa proposta? Soprattutto nell’attuale panorama frastagliato del Consiglio Valle?
Le proponenti sperano in un appiglio largo, fuori dagli schemi di partiti e movimenti: “Questa proposta di legge si rivolge ad ogni singolo consigliere – . Ha una valenza di tipo sociale legata ai diritti fondamentali delle persone. Sarebbe possibile un posizionamento quasi individuale, per la sensibilità di ognuno nei confronti dell’argomento”.
In una nota, Adu e Pcp scrivono: “Ci rendiamo dolorosamente conto ogni giorno che i diritti delle donne, come anche delle persone Lgbtq+, non sono mai consolidati perché non sono considerati diritti ma concessioni elargite da una società che in qualsiasi momento può riprendersi quello che ti ha dato. Questa proposta di legge serve a rafforzare i nostri diritti civili fondamentali e fa appello alla coscienza di ogni consigliera e consigliere oltreché di cittadine e cittadini, al di là delle specifiche appartenenze politiche”.