Aosta alla caccia di un patto per la “movida”. Sul piatto maggiori controlli, anche sui decibel

Il sindaco Nuti ha incontrato i cittadini per contemperare la vita notturna della città e i disagi di chi nel capoluogo vive. La proposta è quella di intensificare i controlli della Polizia locale, anche date le nuove implementazioni di organico, e fonometri fissi per sanzionare chi supera i 65 o 70 decibel a seconda degli orari.
Società

È possibile conciliare il diritto al riposo degli aostani con la festa nei locali notturni – e nei dehors – soprattutto nel periodo estivo? Forse. Per questo, l’Amministrazione del capoluogo ha incontrato, nella biblioteca “Ida Desandré” di viale Europa, la cittadinanza per dirimere la matassa.

Il richiamo del nome dell’iniziativa, “MoVdA”, è forse un po’ altisonante. Il sindaco Gianni Nuti tenta però una mediazione: “Dal 1° luglio – ha detto – abbiamo assunto sette nuovi agenti di Polizia locale dopo 15 anni che non si assumeva. Abbiamo già dato disposizione, grazie alla vicesindaca, affinché ci fosse un turno oltre le 21 e fino alle 24, di una squadra. Oggi l’obiettivo è quello di creare una maggiore sinergia tra fra forze dell’ordine perché il presidio sulle attività ci sia e sia mirato, concentrandosi sulla parte nevralgica della città”.

Il controllo dei decibel

Non solo: “Abbiamo deciso di fare rilevamenti sui decibel ponderati e fissi – ha aggiunto Nuti -. Ho sentito Arpa, ed è disponibile ad installare fonometri a basso costo e stabili per misurare i decibel e sanzionare chi supera i 65 o 70 a seconda degli orari. Dalla parte dei regolamenti abbiamo delle cose da affinare ma solo dopo aver raccolto vostre istanze, quelle degli esercenti e fatto sintesi con il questore e per riproporre la questione a voi e cercare di chiudere il cerchio”.

Con delle sfumature: “I dj set devono essere oggetto di preavviso – dice ancora il Primo cittadino -. C’è chi lo fa e poi sfora sui limiti acustici ed i tempi. Le 23, però, sono un orario un po’ stringente soprattutto il sabato e la domenica. Vorremo dare l’ok alla musica sotto i 65 decibel fino a mezzanotte, poi sanzioni graduali fino, al massimo, alla chiusura dell’esercizio”.

In chiaro, la proposta è: “fino a mezzanotte, anche nella stagione invernale, si può fare musica ma con decibel misurati. E se si sgarra si sanziona. Se ci sono queste regole precise e definite, contando che ci sono esigenze diverse tra le persone, c’è anche una forma di convivenza tra i bisogni reciproci. E questa è la regola principale di qualsiasi convivenza civile”.

La voce dei cittadini

Al centro delle proteste dei cittadini, in principio – e non è una novità, nonostante un cambiamento di gestione nel mezzo -, è la situazione di via Losanna: “Sono otto anni che abbiamo questo problema, l’anno scorso siamo venuti da Lei, sindaco, e non ha risolto nulla. È un problema di decibel ma anche di risse, di bottiglie rotte”, dice un abitante della zona.

Non cambia per chi lì lavora: “La mia attività è incompatibile con il rumore – spiega una esercente -. Il problema è che alcuni bar si sono trasformati in discoteche, soprattutto dopo le chiusure dovute all’emergenza e vanno avanti fino alle 3 del mattino. E non è un problema solo di via Losanna ma anche di via Croce di città e di via Aubert. Secondo me vedere città in festa è bello finché non si rovina attività degli altri”.

Svoltato l’angolo la situazione è la stessa: “In via Challand capita, dopo le serate, di trovare gente che si mette a orinare. Al mattino c’è vomito per terra. Capisco ci si debba divertire, ma questa non è educazione. Ci vogliono anche i controlli, perché ci sono anche 15enni che bevono birra”.

Non va meglio verso est: “Da circa vent’anni abbiamo questi problemi in via des Présfossés, con tanto di petizioni e quant’altro. Tutti devono poter lavorare, ma anche i titolari devono prendersi le proprie responsabilità. Ci sono vetri spaccati in tutta la via, vomito. Prima quella zona era un’isola felice, ora non si può più vivere”.

Uscendo dal centro, invece? “Forse sono sfortunata – spiega un’altra cittadina -, ma in viale Conte Crotti ci sono sette locali con dehors in pochissimi metri. È invivibile”.

La voce degli esercenti

Tra gli avventori, anche chi ha un’attività nelle zone più “calde”: “I bar non sono discoteche, è vero. Quest’anno abbiamo abbassato il volume della musica in viale Conte Crotti, con serate a tema. Penso però che il viale sia anche delle persone proprio perché è vivo. Problema è che quando chiudiamo a mezzanotte molte persone arrivano, prendono da bere e stanno fuori anche quando il locale è chiuso. Non possiamo andare dall’altra parte del marciapiede e mandarli a casa”.

L'incontro "MoVdA"
L’incontro “MoVdA”

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