Apertura degli impianti sciistici, la data del 7 gennaio sembra sempre più lontana

L’allarme della presidente dell’ANEF: “Aprire il 7 è un’utopia, possiamo ipotizzare tra il 20 ed il 30 gennaio”. Ferruccio Fournier: “Siamo in un limbo, noi saremmo pronti per il 7 ma bisogna aspettare l’approvazione del protocollo sanitario”.
Courmayeur
Società

Il 7 gennaio è una data cerchiata in rosso sul calendario da tante persone. Non è solo la fine delle vacanze natalizie, ma anche la prospettiva speranzosa della fine dell’attuale decreto legge che, tra le altre cose, prevedrebbe l’apertura degli impianti a fune, tema caro – in tutti i sensi – ai valdostani.

Dalle parti del governo non si muove foglia e, benché non siano state date notizie in altro senso, il tempo scorre ma la riapertura sembra essere lontana. Il primo allarme è stato lanciato ieri da Valeria Ghezzi, presidente di ANEF, l’associazione che racchiude gli impiantisti: “Aprire il 7 gennaio è un’utopia. Con una situazione sanitaria così compromessa non ha senso pensare di riaprire gli impianti. Se cala il contagio possiamo ipotizzare un’apertura tra il 20 e il 30 gennaio, non prima”.

Il suo omologo valdostano, Ferruccio Fournier, non si sbilancia: “Noi ci siamo preparati, abbiamo allestito gli impianti, battuto le piste. Dal punto di vista operativo, se ci dicono che il 7 gennaio si può riaprire noi saremmo pronti. Viviamo, però, nell’incertezza e, malgrado gli sforzi fatti, siamo in un limbo”. La discriminante più forte è l’approvazione del protocollo sanitario da parte del Comitato Tecnico Scientifico: “E’ stato presentato allo Stato dalla Conferenza delle Regioni, ma è tutt’ora in esame. I Presidenti delle Regioni si sono impegnati tutti molto, ma c’è una disarticolazione da parte del Governo: vorrei sottolineare che questo non è un problema che riguarda solo la Valle d’Aosta, ma la maggior parte delle Regioni italiane, dal Veneto alla Sicilia. E non è solo una questione di impianti, ma di tutto il sistema che gira attorno: ricettività, noleggi di sci, maestri. L’economia valdostana è completamente bloccata, solo come impiantisti noi abbiamo 1000 dipendenti e ci piange il cuore vedere la gente che non può lavorare”.

Le speranze di Fournier che il protocollo venga approvato durante le vacanze sono basse, da qui la preoccupazione e lo smarrimento per l’assenza di notizie: “Siamo i primi che diciamo che la salute viene prima, ma se muore l’economia non è un fattore positivo. Abbiamo già perso la clientela straniera, speriamo almeno negli italiani. Il messaggio della Presidente Ghezzi sul 20-30 gennaio è quasi un segnale di speranza, come ho detto noi saremmo pronti per il 7 ma credo che sarà ben dopo”. Il 29 dicembre ci sarà l’assemblea dell’ANEF valdostana, durante la quale interverranno anche gli assessori Bertschy e Caveri ed il Presidente della Giunta Lavevaz: “Ci sarà uno scambio di idee, bisogna dare atto all’assessore Bertschy che si sta dannando l’anima per questa situazione, ed anche al Presidente della Regione, ma temo che in questo caso abbiano pochi margini per intervenire”, conclude Fournier.

Ad aspettare novità sono anche i maestri di sci. “Le voci si rincorrono ma nessuno ci ha detto niente di ufficiale”, spiega il Presidente Beppe Cuc. ““Noi siamo pronti per il 7 gennaio. È ovvio che però, per quanto riguarda i maestri di sci alpino e snowboard, siamo strettamente legati all’apertura degli impianti, che a loro volta devono aspettare l’approvazione del protocollo. Pare che la parte governativa voglia fare un punto della situazione in generale sulla pandemia e prendere poi delle decisioni, credo che l’ipotesi del 20 gennaio nasca da lì. Finché nessuno ci dice nulla in contrario, però, noi continuiamo a sperare nel 7”.

0 risposte

  1. Sono in accordo con la tutela della salute dei cittadini europei , con le restrizioni , ma dopo le feste , non vedo questa pericolosità dei contagi per gli sportivi che vorrebbero sciare e dare giro all’economia che porta euro in tasca a chi vive in montagna e ai negozi di sport . Distruggere l’economia equivale a far ammalare le persone nelle proprie case , impoverire un paese é un reato costituzionale che lede le libertà di ognuno di noi . I miliardi a pioggia verranno distribuiti come elemosina al popolo , ma molti migliaia se non milioni di persone non vedranno un euro di tutti questi aiuti promessi dall’ Europa e dai propri politici . Buon Natale un paio di palle , non mi frega che Conte abbia rinunciato ad un paio di stipendi o ai cinque stelle che continuano a dimezzarlo , qui milioni di Italiani non hanno entrate . Siamo allo sfascio totale su tutti i fronti . Ma se si voleva ridurre sul lastrico un intero paese , direi che l’obbiettivo è centrato in pieno . Ci vorranno 5/10 anni forse per riprendersi da questa ghigliottina governativa .

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