Da martedì scorso via Vevey a fianco delle Porte Pretoriane ad Aosta è stata liberata dai ponteggi, dove era in corso, da parte della Sopraintendenza ai Beni culturali, il restauro della cinta muraria romana. Un restauro che, così come per quelli eseguiti in questo quinquennio, è stato dettato da motivi di sicurezza e di fruizione, oltre che da emergenze conservative. ?Si è trattato di un lavoro innovativo, all’avanguardia, attraverso l’utilizzo di malte apposite, stampelle e sostegni dinamici inseriti in alcune parti di travertino che hanno permesso di mantenere l’originalità del manufatto – ha spiegato in una conferenza stampa Roberto Domaine, Soprintendente ai Beni culturali – Le mura sono state protette, sulla sommità, con apposite ?copertine?, che evitano ulteriori degradi a causa delle intemperie, pioggia, neve e vento. Un intervento eseguito in tempi brevi e con ottimi risultati e che riproporremo per altri siti di Aosta. Abbiamo, inoltre, terminato i rilievi della cinta delle mura romane per attivare nel tempo, in base ai finanziamenti, attività di manutenzione programmata mentre ora si opera sull’urgenza?.
La vera novità è quella che riguarda l’Arco d’Augusto di Aosta, per il quale saranno attivati studi e rilievi specifici al fine di valutare le cause di degrado prima di intervenire.
?La fine del restauro del Teatro Romano, permette ora, all’Amministrazione di prendere in considerazione anche l’intervento sull’Arco d’Augusto. Questo intervento potrà, infatti, sfruttare le conoscenze e le esperienze ricavate dai recuperi precedenti ed in particolare i protocolli operativi per un monitoraggio continuo del monumento?.
Un adeguato studio e conoscenza dell’Arco, dei materiali che lo costituiscono e delle condizioni climatico ambientali, avranno lo scopo di controllare e gestire l’intero sistema e di avere una visione programmata dell’avanzamento delle azioni di degrado. ?In questo modo sarà possibile cercare di evitare nuovi interventi di restauro dell’intero monumento e puntare l’attenzione sulle necessità conservative?.
In una prima fase di studio si creerà un archivio delle conoscenze sul monumento attraverso rilievi in 3D e schede di valutazione che permetteranno di comprendere come il monumento di modifica nel tempo e quali sono i parametri necessari per la valutazione delle dinamiche di degrado o delle priorità di conservazione.
A questo rilievo saranno aggiunti i dati forniti da una campagna di rilevamento climatico ambientale che sarà fatta sull’Arco a cominciare da questo autunno. Sulla sommità dell’Arco saranno posizionati strumenti di misura per comprendere il rapporto che la superficie dell’Arco ha con il clima e con l’inquinamento urbano. Questa fase di studio durerà circa un anno e mezzo.
Saranno questi studi a permettere, infine, di definire il capitolato d’appalto necessario all’intervento.
La zona dell’Arco d’Augusto di Aosta nel prossimi anni sarà oggetto di un cambiamento globale previsto dal Piano di pedonalizzazione. Tra gli scenari futuri si prevede una strada pedonale che permetterà di passare sotto l’Arco, così come avveniva nel passato. La rete viaria sarà spostata grazie alla costruzione del nuovo Ponte su Buthier che dovrebbe essere ultimato del giro di due anni, secondo quanto affermato dall’assessore comunale alla Pubblica Istruzione e Cultura Guido Cossard.
?Sono molte le risorse che la Valle d’Aosta investe nella manutenzione dei propri monumenti – ha sottolineato il presidente della Regione Luciano Caveri–Dobbiamo diventare altrettanto bravi nella fruizione e della valorizzazione degli stessi. L’Arco d’Augusto rappresenta la città, è la città di Aosta?.