Tante persone senza lavoro e senza soldi per poter fare la spesa, molte più delle 2300 già aiutate in tempi “normali” dal Banco Alimentare. L’emergenza coronavirus, oltre ad essere sanitaria ed economica, ha grandi risvolti sociali, ed i nuovi poveri che non riescono a cibarsi crescono.
“Abbiamo avuto un aumento delle richieste del 20-30%”, spiega la presidente del Banco Alimentare, Gioia Brunod. “Il nostro lavoro diventa più complicato anche dal punto di vista pratico. Ora le associazioni che distribuivano gli alimenti non possono più farlo, anche perché molti dei volontari sono Over 65 ed è meglio che restino in casa, e ci viene chiesto di preparare i pacchi singolarmente per ogni famiglia anziché divisi per associazioni”.
Cambiano anche le tempistiche e le modalità della consegna. Come spiega ancora Brunod, si è passati da una distribuzione ogni 15-30 giorni a famiglie che, non potendo fare un minimo di spesa, si ritrovano ad aver bisogno di aiuto settimanalmente. “La distribuzione con gli assistenti sociali procede regolarmente, mentre noi ci appoggiamo alla Croce Rossa o alla Protezione Civile, soprattutto per le distribuzioni da fare alle parrocchie più grandi”.
Nella prima fase dell’emergenza al Banco Alimentare, Caritas ed Emporio Solidale erano stati donati 3.500 kg di generi alimentari provenienti da albergatori, ristoratori, mense, scuole, aziende alimentari ed esercizi commerciali, mentre una settimana fa l’Ufficio di Presidenza del Consiglio Valle aveva stanziato 200 mila euro: “La generosità dei valdostani si impone, stiamo ricevendo tante donazioni e prodotti. Tutti ci credono e cercano di fare qualcosa, e per ora riusciamo a far fronte alla situazione. Questa settimana nelle scuole ci sarebbe dovuto essere il Donacibo, che ovviamente è saltato”.