Castagno, dopo quattro anni di assenza ritorna il cinipide

"La ripresa massiccia di galle riscontrata quest’anno  - spiega una nota della Regione - dimostra che esiste un ciclo preda-predatore con fluttuazioni che in determinati casi possono essere a favore del cinipide.
Le Galle del Cinipide
Società

Dopo quattro anni di tregua, ricompare in Valle d’Aosta il cinipide galligeno del castagno. Il parassita era stata combattuto con successo attraverso l’uso dell’insetto utile Torymus sinensis, un parassitoide introdotto per la prima volta nelle zone castanicole valdostane dall’Amministrazione regionale in collaborazione con l’Università di Torino e il Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo.

“La ripresa massiccia di galle riscontrata quest’anno  – spiega una nota della Regione – dimostra che esiste un ciclo preda-predatore con fluttuazioni che in determinati casi possono essere a favore del cinipide. Trattandosi di fenomeni biologici soggetti a dinamiche complesse e dipendenti anche da fattori esterni (es. climatici), l’evoluzione del rapporto tra i due insetti non era completamente prevedibile, benché ritenuta probabile, in quanto già manifestatasi in Giappone qualche decennio fa dopo un primo successo della lotta biologica”.

L’insetto “utile” Torymus sinensis, secondo i dati dell’Ufficio Servizi fitosanitari effettuati su galle raccolte nella primavera 2019,  risulta ancora presente in natura con percentuali di colonizzazione che variano dall’8% al 70%, per questo l’Amministrazione regione non pensa a nuove introduzioni.

L’invito agli agricoltori è di “non rimuovere le galle che si sono formate questa primavera o bruciare le galle secche (nidi del cinipide) che rimarranno sui rami in autunno in quanto contengono anche l’insetto antagonista già attivo e non effettuare alcun trattamento insetticida né sui castagni, né in prossimità degli stessi”.

Infine l’Amministrazione regionale ricorda come “il recupero produttivo dei castagneti dai danni causati dal cinipide richiede anche specifici interventi da parte dell’uomo, quali, ad esempio, potature per l’eliminazione dei rami secchi (badando a non distruggere le galle che devono essere lasciate nel bosco), o dei rami affetti da cancri virulenti e per la rinnovazione delle chiome o apporti di sostanze nutritive”.

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