Coronavirus, a breve il trasferimento nella micro di Variney degli anziani positivi dimessi dal Parini

Si cercano altre strutture e altre soluzioni per far "liberare" il Parini a rischio saturazione. Raddoppiate le Usca, mentre per le micro sono in arrivo 6 medici. L'esercito pronto a gestire secondo padiglione per i tamponi Drive In.
Immagine di repertorio
Società

Il tempo per liberare il Parini, sempre più vicino alla saturazione, stringe. Per questo la Giunta regionale accelera su alcune scelte. Fra queste la trasformazione della struttura di Variney in una microcomunità Covid.

Entro il 9 di novembre, in base a quanto riferito questa sera dall’Assessore regionale alla Sanità Roberto Barmasse, prenderanno il via i trasferimenti degli utenti di Variney verso il Refuge Père Laurent, mentre nella struttura del Grand Combin saranno ospitati gli anziani positivi al Covid, in dimissione dal nosocomio regionale.

“Per alleggerire la pressione dell’emergenza Covid sull’ospedale – spiega l’Assessore Barmasse – abbiamo dovuto individuare sedi esterne dove destinare i pazienti che non hanno più l’esigenza di essere ospedalizzati ma che, comunque, devono rimanere isolati. Nella struttura di Variney, in particolare, verranno collocati i pazienti positivi dimessi dal Parini che devono ancora mantenere il distanziamento sociale e per il quali comunque è ancora necessaria l’attenzione di operatori sanitari dedicati. Il definire nuove strutture a seconda della tipologia di pazienti e sulla base dell’evoluzione clinica del virus riteniamo sia importante, per tutelare tutta la comunità e per garantire una migliore assistenza a tutti”.

L’Assessore ha voluto, quindi, ringraziare gli ospiti e i loro familiari della microcomunità di Variney “per la loro comprensione. Dobbiamo riorganizzare l’attività e questo comporterà dei disagi da parte delle famiglie, ma la situazione emergenziale ci impone di fare delle scelte per il bene della comunità”.

A preoccupare i vertici della sanità valdostana sono gli accessi registrati in Pronto soccorso nelle ultime 24 ore, soprattutto di persone anziane provenienti dalle microcomunità e dal territorio. “Troppi ricoveri rischiano di paralizzare l’Ospedale e la situazione diventerà pericolosa se si mantiene come quella attuale”.

Per questo entro domani verranno stipulati dei contratti con medici, in pensione, di cui sei saranno dedicati alle microcomunità, dove al momento si contano 160 persone positive in isolamento, di cui 54 sintomatiche. 

La Giunta regionale sta cercando altre strutture da adibire all’emergenza Covid, ma anche contrattando con l’Isav di Saint-Pierre per aumentare la disponibilità di posti letto.

“I ricoveri nel presidio di viale Ginevra devono essere di pazienti con sintomatologie acute legate del virus, perché l’ospedale deve riuscire, anche i questa fase emergenziale, ad avere la possibilità di occuparsi dei pazienti che hanno bisogno di cure e interventi non legati alla pandemia. Tutti coloro che sono positivi al Covid-19, in forma asintomatica o paucisintomatica, devono essere assistiti in altre strutture. Per questo stiamo definendo ulteriori accordi con la Clinica di Saint-Pierre e approfondendo il monitoraggio per valutare la possibilità di avere ‘’alberghi assistiti’’,  – prosegue Barmasse – ovvero strutture alberghiere idonee per il ricovero di pazienti Covid che non necessitano di specifiche cure sanitarie ma che, allo stesso tempo, non possono ancora fare ritorno al proprio domicilio”.

Fra le strutture individuate ce n’è anche una a Valtournenche di proprietà dell’Esercito. Quest’ultimo è attualmente coinvolto nell’emergenza, affiancando il 118 al Drive In allestito alla Pepinière di Aosta, dove si stanno effettuando i tamponi rapidi. Nei prossimi giorni in quest’area sarà aperto un secondo padiglione, che verrà gestito dai militari, i quali al momento stanno fornendo anche aiuto agli operatori della sala operativa regionale di Protezione civile,.

L’altra azione portata avanti dal Governo regionale riguarda il potenziamento dell’assistenza sul territorio, con il raddoppio delle Usca, le unità speciali di continuità assistenziale, dove potranno ora operare anche gli infermieri di famiglia o di comunità, i medici specialisti ambulatoriali convenzionati interni e gli assistenti sociali. Nello specifico, il medico dell’Usca – se necessario ai fini dell’attività da svolgere – potrà essere affiancato da personale infermieristico o di altro profilo; nel caso in cui il medico non sia affiancato da questo personale, opererà preferibilmente presso le strutture dotate di personale che ne può supportare l’attività.

Infine il soggetto attuatore della struttura Covid all’interno del perimetro del Parini, Raffaele Rocco, sta ultimando le procedure per i lavori dell “Ospedale Covid”, che verranno consegnati entro fine anno. “Da questo ampliamento – chiosa ancora l’Assessore  –, che impropriamente qualcuno definisce Ospedale Covid, ma che di fatto è l’estensione della capacità di quello attuale, si potranno ottenere 30 posti letto per sintomatici che potranno essere trasformati in 15 di terapia intensiva a seconda dell’esigenza e dell’andamento dell’emergenza.”

 

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