Giovane valdostano insignito del titolo di Alfiere del Lavoro dal Presidente Napolitano

Erik Mus, studente dell'ultimo anno del Liceo Scientifico Regina Maria Adelaide di Aosta sarà protagonista inoltre venerdì 21 febbraio del “Poster Day”, un evento pubblico che si terrà nella sala conferenze di IFOM, l'Istituto FIRC di Oncologia Molecolare
Società

Il 18 febbraio è stato insignito del prestigioso titolo di Alfiere del Lavoro da parte del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il riconoscimento è arrivato a Erik Mus, studente dell’ultimo anno del Liceo Scientifico Regina Maria Adelaide di Aosta  grazie ad un progetto  di ricerca nell’ambito ad alta tecnologia dell’imaging molecolare a cui il giovane valdostano ha potuto prendere parte nell’ambito del concorso Lo Studente Ricercatore”, indetto da IFOM e aperto a studenti di tutta Italia che consente ogni anno a una selezione di 10 liceali di vivere in prima persona la ricerca scientifica, lavorando intensamente per 15 giorni fianco a fianco con ricercatori provenienti da tutto il mondo. Mus sarà protagonista inoltre venerdì 21 febbraio del “Poster Day”, l’evento pubblico e conclusivo del progetto che si terrà nella sala conferenze di IFOM, l’Istituto FIRC di Oncologia Molecolare.

In particolare tramite l’utilizzo di microscopi a fluorescenza Erik ha evidenziato sotto la guida della dottoressa Amanda Oldani la localizzazione di marcatori specifici nelle cellule tumorali. "Si tratta – si legge in una nota –  di un’area molto promettente nell’ambito della ricerca sul cancro e per Erik è stata una bella scommessa passare dai banchi di scuola alla prova del bancone di laboratorio".

Ecco come spiega Erik Mus la sua esperienza.  "Mi aspettavo di essere considerato come uno studente inesperto e poco formato rispetto ai ricercatori altamente specializzati del centro, da istruire solo mediante osservazioni di esperimenti condotti da altri. Con mia grande sorpresa lo staff dell’Imaging ed in particolare il mio tutor Amanda Oldani mi hanno subito accolto “come uno di loro”. Infatti dopo poche ore di insegnamento pratico mi hanno fatto toccare con mano la ricerca, permettendomi da subito di essere operativo e infine di utilizzare strumenti altamente tecnologici.  Gli aspetti della mia esperienza che mi sono rimasti maggiormente impressi sono stati lavorare quasi autonomamente con il microscopio confocale e con gli avanzati software del rendering per queste micro-fotografie, preparare una coltura cellulare da analizzare e non ultimo il clima famigliare che si respira all’ IFOM. Mi ha trasmesso, oltre alle innumerevoli nuove conoscenze acquisite, il rigore e la dedizione per un progetto di ricerca, l’importanza di una sempre maggiore diffusione scientifica ed infine ha confermato la mia intenzione di intraprendere studi scientifici (se in futuro sarà possibile quasi certamente dedicherò una parte della mia vita alla ricerca)."

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