Giovanni Impastato e Lirio Abbate parlano ai giovani valdostani

Impastato e Abbate, questa mattina, lunedì 26 gennaio, hanno incontrato i ragazzi delle scuole superiori al teatro Giacosa nell'ambito del "Percorso alla legalità" organizzato dall'assessorato all'Istruzione e dal sindacato autonomo di polizia - Sap.
Impastato e Abbate hanno incontrato gli studenti valdostani
Società

Spesso, per poter portare la legalità bisogna non rispettare leggi ingiuste”. E’ questo il messaggio di Giovanni Impastato, fratello di Peppino, ucciso dalla mafia il 9 maggio del 1978. Impastato, questa mattina, lunedì 26 gennaio, ha incontrato i ragazzi delle scuole superiori al teatro Giacosa nell’ambito del percorso alla legalità organizzato dall’assessorato regionale all’Istruzione e alla Cultura e dal sindacato autonomo di polizia (Sap). Ospite dell’incontro, anche il giornalista Ansa, Lirio Abbate, che da anni si occupa di criminalità organizzata, e che ormai da anni vive sotto scorta.

Giovanni Impastato ha ricordato la figura di sua fratello Peppino, protagonista del celebre film “I cento passi”. “Mio fratello – ha raccontato Impastato – ha rotto tutti i rapporti con la sua famiglia, la nostra famiglia, legata alla mafia. Nostro padre era un mafioso. Per lui, la legalità era al di sopra di tutto. Ha portato avanti grandi battaglie, contro la mafia, la guerra e la fame nel mondo. Senza dimenticare la sua lotta ecologista”. Per Giovanni Impastato i giovani devono portare avanti la grande eredità lasciata da sua fratello Peppino, ma soprattutto devono riscoprire i valori della lotta antifascista. Impastato, ha poi concluso sottolineando come nel mondo si spenda di più per armarsi, che per sfamare le popolazioni ridotte alla fame.

Lirio Abbate ha posto l’attenzione sul tema della memoria. “Trent’anni fa – racconta il giornalista ai ragazzi – veniva assassinato Mario Francese, giornalista del Giornale di Sicilia. E’ stato il primo giornalista a raccontare dei business dei Corleoni, e soprattutto a fare il nome di Totò Rina. E il 26 gennaio del 1979 fu ucciso dalla mafia”. Abbate ha poi sottolineato i rapporti di collusione tra la mafia e le istituzioni. “La mafia non è solo quella de Il Padrino – ha concluso – ma è anche quella tra i politici e la malavita”.

 

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