Il 2018 dell’Usl in numeri. Il problema resta quello dei finanziamenti

Il Commissario Pescarmona traccia, per la Sanità valdostana, un bilancio positivo dell'anno che sta per finire. Punto debole resta il calo delle risorse trasferite dalla regione, soprattutto nel settore investimenti e, in particolare, per quelli tecnologici.
Ospedale Parini
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Sei anni all’insegna di cali di risorse progressivi – anche di risorse lavorative – ma l’Usl Valle d’Aosta traccia un bilancio positivo, a chiusura del 2018.

La “questione” finanziaria

Il calo dei fondi stanziati – in quota correntedalla Regione a favore dell’Azienda è stato vistoso, dal momento che sono passati da 271 milioni 239mila 104 euro del 2012 ai 245 milioni 198mila 374 del 2018, con quelli destinati a “Rar” e “Lpa” scesi da 4,5 milioni agli attuali 1,6.

Diminuzione, di fatto, da poco più di 26 milioni di euro, che fa segnare un 10% in sei anni.

Stesso discorso per i fondi destinati agli investimenti, passati dagli 11,8 milioni del 2012 agli odierni 5,5, per una diminuzione del finanziamento del 63%.

“Abbiamo 45 milioni di valore di acquisto di attrezzature – ha spiegato il Commissario Usl Angelo Pescarmona -, e avendo un indice di vetustà che consiglia il ricambio ogni 8 anni, servirebbero 6 milioni all’anno per mantenere il livello attuale, mentre per la tecnologia siamo passati da 3,4 milioni a 1,1. Di questo passo è difficile mantenere la tecnologia sui livelli del passato ed ora rischia di depauperarsi”.

Nessun risvolto sul personale

I cali delle risorse, stando ai dati Usl, hanno però inficiato i livelli occupazionali solamente in modo parziale. Se il personale medico a tempo indeterminato, infatti, nel 2012 era di 298, 11 dei quali a tempo parziale, 11 a tempo determinato e 31 direttori di Struttura complessa ad oggi cuba a 297 dipendenti, 4 dei quali a tempo parziale e 21 Direttori di Struttura complessa, 19 dei quali ad oggi coperti, con gli ultimi due – Anatomopatologia e Otorinolaringolatria – che entreranno in servizio nel 2019.

Soddisfatto, il Commissario, per la questione concorsi: “Va dato atto – spiega Pescarmona – che è stata svolta una grande mole di attività nel 2018, con 14 concorsi per l’assunzione di 30 medici a tempo indeterminato, 25 dei quali stabilizzati e 12 selezioni per medici a tempo determinato che hanno permesso di assumere 15 persone”.

I ricoveri

Lievemente in calo il numero di ricoveri, fattore che secondo i vertici Usl è tutt’altro che negativo: “Questa riduzione – ancora il Commissario – non è significativa, ma c’è da dire che siamo comunque una delle regioni con un tasso di ospedalizzazione tra i più alti, ovvero ricorriamo ancora troppo spesso al ricovero. Che si riducano le cifre non è negativo. Le prestazioni ambulatoriali sono invece in crescita grazie ai professionisti dell’azienda che nonostante le minori risorse hanno tenuto alto il livello di attività e di offerta a favore dei cittadini”.

Crescono invece gli accessi al Pronto soccorso, + 0,28%, gran parte dei quali – 19mila 496, 2.200 in più rispetto al 2016 – sono codici verdi.

Il “nodo” dei tempi d’attesa

Fattore critico, non solo in Valle, Pescarmona si avventura in un’analisi dei tempi d’attesa, che mostrano diverse problematiche soprattutto in Ortopedia, Psichiatria, Diagnosi e Allergologia.

In questo senso, e non è certo una novità, il Commissario ha le idee chiare: il problema non è numerico, non è di “carenza” di personale, ma di domanda eccessiva. I valdostani, insomma, richiedono troppe visite.

infatti, spiega: “I tempi per visite non rispettano gli standard, c’è certo un problema di carenza risorse ma che è anche legato ad una richiesta eccessiva di ‘consumismo sanitario’ da parte dei cittadini valdostani”.

Nello specifico, Pescarmona aggiunge: “I numeri delle prestazioni specialistiche è definito a livello nazionale e stabilisce che lo standard corretto per una popolazione normale è quella di ottenere in un anno circa 9 prestazioni di laboratorio e 3 di tutte le altre branche specialistiche. In Valle siamo a 17 invece che a 12. È vero che ci sono ritardi, ma la richiesta di prestazioni validata dai medici di medicina generale è quasi del 50% in più rispetto allo standard nazionale”.

Prevenzione primaria e secondaria, numeri in crescita

“C’è il Piano di prevenzione 2016/2020 – chiude il Commissario – che evidenzia come la Struttura Complessa Igiene e Sanità ha proseguito il percorso nel Piano Regionale delle Vaccinazioni, il cui numero è incrementato nel 2018, ma che vede progressi significativi anche per il Registro tumori.

Da qui, Pescarmona torna sulla questione monetaria: “Come successo per l’ospedale anche sul territorio e sulla prevenzione c’è l’impegno per garantire la crescita della qualità della prestazione che ha avuto un progresso significativo nel 2018. Auspichiamo per il 2019 di vedere all’orizzonte un cambiamento nell’atteggiamento: probabilmente la Regione riuscirà a dare qualche risorsa in più per invertire il trend e far comprendere che la Sanità è un elemento centrale per dare le risposte alle giuste attese dei cittadini”.

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