Il sindacato dei Primari si dissocia dalle altre sigle: “Emergenza gestita come nelle altre regioni”

In una nota l'Anpo scrive: "I pazienti giunti massivamente in ospedale con gravi complicazioni cliniche sono stati tutti presi in carico con le migliori cure possibili, grazie alla tempestività della macchina organizzativa ospedaliera, che si è flessibilmente riadattata all’emergenza".
Ospedale Parini
Società

L’Anpo – l’Associazione Nazionale Primari Ospedalieri – non ci sta, e ribatte alle dure critiche dei sindacati della sanità all’Usl e alla Regione riguardo la gestione dell’emergenza da Covid-19.

In una nota il Presidente regionale Carlo Poti assieme alle sigle AnpoAscotiFials Medici “si dissociano dalle affermazioni contenute in un recente comunicato sindacale, a firma di alcune sigle sindacali mediche, ripreso da numerose testate giornalistiche, circa la gestione dell’emergenza Covid-19 in Valle d’Aosta”.

“Ci preme sottolineare – si legge nel comunicato dei rappresentanti dei Primari – come l’emergenza sanitaria sia stata gestita, come in tutte le altre Regioni italiane, con la costituzione di unaUnità di crisie la nomina di unsoggetto attuatore’, con responsabilità di Protezione Civile e Sanità, così come previsto dal Decreto del Capo del Dipartimento della Protezione Civile Nazionale in data 27/2/2020”.

“Riteniamo dunque che, in una fase di emergenza sanitaria come quella che stiamo attraversando, il ruolo delle OO.SS. Mediche deve essere improntato a responsabilità – prosegue l’Anpo –, sempre partecipando in maniera costruttiva, mai polemica, con l’Azienda, per il raggiungimento degli obiettivi comuni. Inoltre, alcuni contenuti del comunicato citato, non corrispondono completamente alla realtà. Infatti, nonostante il più alto tasso di positivi tra la popolazione Valdostana rispetto alle altre regioni italiane, i pazienti giunti massivamente in ospedale con gravi complicazioni cliniche sono stati tutti presi in carico con le migliori cure possibili, grazie alla tempestività della macchina organizzativa ospedaliera, che si è flessibilmente riadattata all’emergenza, tramite l’adozione di percorsi specifici, con il contributo, tra l’altro, dei Primari. Anche per quanto riguarda le procedure di vestizione presso i reparti Covid, il personale sanitario è stato formato da professionisti esperti. Inoltre, per quanto riguarda i reparti No Covid, esiste da anni la procedura ‘Germe STOP’ nota a tutti i dipendenti sanitari”.

Non solo: “L’Azienda Usl e l’Unità di Crisi hanno garantito un numero di tamponi sempre adeguato – prosegue l’Associazione –, tale da contribuire a permettere al Sistema Sanitario Valdostano il controllo dell’epidemia: infatti l’alto numero di tamponi effettuati (grazie anche allo sforzo organizzativo che ha portato all’allestimento ‘ex novo’ di un Laboratorio di virologia Aziendale in tempi record), ha fatto sì che la Regione Valle d’Aosta sia quella che, tra tutte in Italia, ha percentualmente testato il più alto numero di casi tra la popolazione. Per quanto riguarda il personale sanitario, apprendiamo che, alla fine di aprile, sono stati ‘testati’ 471 operatori Usl e 312 operatori delle Microcomunità”.

Il che, prosegue Anpo, rende la Valle d’Aosta “una delle poche Regioni italiane, insieme a Veneto ed Emilia Romagna, a partire efficacemente sul territorio con il Protocollo di Gestione Domiciliare Precoce della terapia per il Covid-19, grazie al prezioso contributo dei MMG”.

Il punto sul “Parini”

C’è spazio, nella nota dell’Associazione Primari, anche per l’annoso discorso – riapertosi recentemente, anche a livello politico – che riguarda l’ospedale “Parini”, ovvero il suo ampliamento o la costruzione di una struttura ex novo.

Anpo spiega: “Riguardo alle proposte di un nuovo Ospedale, come tutti, attendiamo l’ampliamento dell’Ospedale Parini ma, per i tempi di realizzazione, l’argomento, evidentemente, non può riguardare la gestione di questa fase di emergenza”.

“Siamo, in ultimo, rammaricati che tale comunicato abbia assunto carattere di ‘polemica politica’ invece di rimanere nello stretto ambito tecnico-sindacale – chiude la nota –, come invece avrebbe dovuto essere e siamo conviti che, con il lavoro di tutti i Sanitari e di tutte figure non sanitarie coinvolte e con la prudenza e la responsabilità individuale, potremo uscire dalla crisi che ci ha così duramente colpiti”.

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