Il treno dei pendolari è pieno: a Nus non si aprono le porte

Da settimane sulla tratta Pont-Saint-Martin - Aosta si ripetono le stesse scene. Due treni a 7 mn di distanza l'uno dall'altra, ma i continui ritardi portano i pendolari ad ammassarsi su uno dei due convogli. Questa mattina il treno era pieno e quindi a Nus non sono stati fatti salire altri viaggiatori.
Treno pont-saint-martin - Aosta
Società

Due treni a sette minuti di distanza l’uno dall’altro, spesso in ritardo, con i pendolari costretti ad ammassarsi su uno solo dei due convogli, spesso il più piccolo. E’ quanto succede da alcune settimane ai pendolari della tratta Pont-Saint-Martin – Aosta. 
Una scena che si è ripetuta questa mattina. Il treno delle 6.36 era in ritardo e in stazione è entrato per primo quello delle 6.43. I pendolari si sono tutti portati sul binario per salire sul secondo treno, ma una volta arrivati hanno scoperto che il convoglio avrebbe in ogni caso aspettato l’arrivo del treno delle 6.36 per partire. A questo punto tutti hanno di nuovo preso il sottopasso per ritornare sul binario dove era atteso il treno ritardatario.

“Il treno delle 6.43 fa più fermate e quindi è più lento – spiega una pendolare adirata – e quindi tutti hanno valutato fosse comunque più veloce quello delle 6.36. Un sali e scendi che anche persone con difficoltà motorie hanno dovuto affrontare. Una situazione che si è già ripetuta in passato, perché i due treni arrivano a pochi minuti l’uno dall’altro, e quando uno è in ritardo capita che tutti i pendolari vengano fatti salire sullo stesso treno, in barba alle normative anti-covid. Peraltro per tutta l’estate sui treni erano presenti i cartelli per distanziare i passeggeri, mentre con l’inizio della scuola sono spariti”.

Il convoglio con 18 minuti di ritardo è quindi partito alla volta di Aosta, ma una volta giunto a Nus, proprio perché troppo carico – le normative anti-covid prevedono una capienza del 50% –   ha lasciato in stazione i pendolari, che hanno dovuto attendere l’arrivo del successivo convoglio.

“Le porte non si sono aperte” racconta ancora la pendolare “Soltanto dopo le proteste, alcuni viaggiatori che dovevano fermarsi a Nus sono riusciti a scendere.”

Con il cambio di orario il treno delle 7 è stato soppresso e al suo posto è stato inserito quello delle 6.43. Il successivo treno è quello delle 7.30.

“Siamo stufi di questa situazione – si sfoga ancora la pendolare – Il malessere c’è, così come le lamentele, ma ad oggi non vediamo miglioramenti”.

A conoscenza del problema l’Assessore regionale ai Trasporti, Chiara Minelli: “Ricevo quotidianamente – molte segnalazioni degli studenti e dei pendolari che non riescono ad arrivare in tempo a scuola e al lavoro. Comprendo la loro rabbia e sono amareggiata, perché questi continui disservizi colpiscono un’utenza che è già sotto stress per effetto della pandemia e delle misure di prevenzione dei contagi, e sono anche preoccupata, perché i continui ritardi possono portare gli utenti, come avvenuto oggi, a concentrarsi su uno stesso treno rischiando di creare assembramenti e di vanificare il lavoro svolto per adeguare il servizio ferroviario ai carichi ridotti che sono ammessi sui treni”.

L’Assessorato ha inviato lettere di protesta a RFI, i cui impianti hanno causato 26 ritardi oltre i 20 minuti nel solo mese di gennaio, e a Trenitalia, che ha registrato 3 guasti ai treni negli ultimi 7 giorni. L’ultimo ad un passaggio a livello questa mattina.

“Sono previsti al momento – conclude l’Assessora Chiara Minelli – alcuni incontri nei prossimi giorni con i responsabili sia di Trenitalia, sia di RFI per verificare soluzioni operative. E’ tuttavia mia intenzione rivolgermi anche ai vertici nazionali delle FS e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.”

 

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