Benonino Gerbore, presidente dell’Ivat, risponde con una nota alle accuse e all’annuncio delle dimissioni dei consiglieri Ermanno Bonomi, Roberto Chiurato e Dario Coquillard avvenute in occasione della riunione del Consiglio di Amministrazione dell’IVAT. Gerbore nella nota, specificando la correttezza del documento contabile evidenza e parla di disagio: ?Un disagio che era ben noto ma che non aveva fatto presagire in alcun modo una svolta tanto radicale? si legge ?
Quali i motivi del disagio? ?A mio avviso– spiega Gerbore – vanno ricercati soprattutto nella missione che la legge istitutiva affida all’IVAT, soprattutto dopo l’approvazione della legge regionale 2/2003 che definisce i contorni dell’artigianato di tradizione, che non può essere confuso con la produttività e l’imprenditorialità tout-court. Diventa impossibile non tenere conto di questa situazione quando si amministra un organismo come l’Institut. A volte bisognerebbe avere la capacità e l’onestà intellettuale di svestire i panni del produttore e imprenditore, cercando di ragionare in termini di interesse collettivo e di settore, cosa che non è purtroppo semplice e agevole?.
Il presidente dell’Ivat in conclusione si dice stupito per l’iniziativa presa dai consiglieri dimissionari ?che voglio leggere come conseguenza della loro difficoltà a ritrovarsi all’interno delle attuali normative che sono di riferimento per l’IVAT. Ribadisco l’assoluta tranquillità sul mio modo di operare. Mi rendo conto che, agendo, si possono commettere degli errori, ma ritengo che tutte le mie scelte siano da inserire in quel contesto di ?tutela della tradizione? che è da sempre l’obiettivo primo della mia azione amministrativa?.