I Vigili del fuoco battono il colpo, la Regione risponde. E, nella fattispecie è il Presidente Antonio Fosson in persona a prendere carta e penna e a commentare il comunicato di stamattina firmato Conapo-Fp Cgil.
“Voglio chiarire che l’incontro di venerdì scorso – spiega Fosson – era propedeutico alla ripresa dei lavori della Commissione paritetica che sta lavorando alla verifica di revisione ad una norma di attuazione dedicata alla questione sollevata con il referendum da parte dei Vigili del fuoco”.
Una duplice ipotesi
“Proprio per dimostrare la volontà della Regione di proseguire nel percorso delineato nei mesi scorsi – prosegue il Presidente della Regione – ho sottoposto all’attenzione delle organizzazioni sindacali, dopo l’incontro di inizio luglio e prima di far proseguire l’iter amministrativo, una duplice ipotesi di lavoro. La prima è volta a istituire un’area separata di contrattazione regionale che tenga conto delle specificità del settore e degli altri che si occupano di sicurezza. L’altra diretta a estendere l’ipotesi di norma di attuazione, prevedendo l’equiparazione dei vigili del fuoco regionali a quelli statali, non solo per gli aspetti previdenziali, ma anche per quelli relativi al trattamento economico e allo stato giuridico, come già previsto per il personale docente e per il comparto sanità, mantenendo la competenza e il servizio in capo alla Regione”.
Sulla questione economica Fosson precisa: “La posizione della Regione e dei funzionari è chiara: non appena saranno definite con lo Stato le modalità, saranno reperiti i fondi per l’equiparazione. È un impegno che tutta l’Amministrazione regionale ha preso, come è stato detto al tavolo venerdì scorso”.
Una riunione propedeutica, come ribadisce il Presidente stesso, e non ancora “decisiva”: “Era così impostata – spiega – e risultava chiaro che si trattava semplicemente di condividere un percorso, per poi definirlo nel dettaglio, quantificando e reperendo le risorse necessarie, una volta individuata la soluzione più utile e, se possibile, condivisa. Poiché ogni equiparazione economica, giuridica e previdenziale dipende da un accordo con lo Stato e dal momento che lo Stato non ha risposto, la crisi rende i tempi ancora più lunghi. Ogni atteggiamento e percorso unilaterale risulta fuori luogo e non utile alla risoluzione della vertenza”.