La regione si illumina di viola per la Giornata Nazionale dell’Afasia

L'iniziativa in Valle, prevista per il 14 ottobre, nasce dal lavoro di A.L.I.Ce. Valle d’Aosta, l’Associazione per la Lotta all’ictus cerebrale. Tra le conseguenze maggiormente disabilitanti dell'ictus c’è l’afasia, un disturbo del linguaggio che colpisce circa il 30 per cento dei pazienti.
Castello di Aymavilles - Facciamo luce sulla fibromialgia
Società

In occasione della Giornata Nazionale dell’Afasia, che si celebrerà in tutta Italia il prossimo 14 ottobre, la nostra regione, e in particolare il Castello di Aymavilles, si illumina di viola.

A.L.I.Ce. Valle d’Aosta Odv, l’Associazione valdostana per la Lotta all’ictus cerebrale, conferma il proprio impegno nell’informare e sensibilizzare la popolazione su questa patologia che colpisce ogni anno in Italia circa 100mila persone, parlando di prevenzione e del post ictus e delle conseguenze che questo comporta sia dal punto di vista della persona che ne è colpita, sia da quello del familiare o caregiver.

Tra le conseguenze maggiormente disabilitanti c’è sicuramente l’afasia, un disturbo del linguaggio che colpisce circa il 30 per cento dei pazienti. “Sono circa 300 i casi che ogni anno si verificano nella nostra regione – spiega la presidente di A.L.I.Ce. Valle d’Aosta Lorella Zani –. L’intervento precoce e tempestivo è fondamentale: è necessario chiamare immediatamente il 112 in modo da poter arrivare velocemente in Ospedale. In questo modo è possibile ridurre il rischio di mortalità ma soprattutto gli esiti di disabilità, spesso invalidanti, causati da questa malattia. L’ictus è infatti una patologia tempo-dipendente: i risultati finali della terapia dipendono dalla precocità con cui si interviene”.

Il logopedista, che si occupa di tutti i problemi della comunicazione, soprattutto quelli di natura foniatrica e neurologica, è la figura chiave in caso di afasia. La durata del trattamento è variabile e può durare tutta la vita, anche se il lavoro più intenso e importante è quello che si svolge nei primi 12 mesi. Dopo questa prima fase ci si può concentrare su quella che può essere considerata “riabilitazione sociale”.

Fondamentale è l’approccio riabilitativo che oggi è centrato non solo sul paziente ma anche sulla comunità circostante, prima di tutto la famiglia, che deve avvicinarsi a queste nuove modalità di comunicazione. La “riabilitazione sociale” è meno legata all’ospedale e prevede un percorso di adattamento costante.

Oltre a logopedia, fisioterapia e terapia occupazionale c’è un altro strumento riabilitativo che sta emergendo come molto utile: la musicoterapia, che contribuisce ad attivare canali diversi da quelli verbali generalmente utilizzati. Spesso, chi non riesce ad articolare le frasi più semplici, nel sentire i primi accordi di un brano si lascia andare e si unisce alle altre voci di chi ha trovato nel canto un nuovo mezzo di espressione e comunicazione.

Per questo motivo, A.L.I.Ce. Valle d’Aosta ha dato vita al “Coro AliAli”. Sono circa una trentina le persone che, con incontri di gruppo settimanali, si riuniscono per esercitarsi e soprattutto per favorire la socializzazione e il benessere psicofisico. La musicoterapia serve infatti per lavorare sul ritmo legandolo alla parola, aiuta il recupero del linguaggio e crea benessere nel paziente. È stato appurato che molte persone colpite da afasia non riescono a parlare ma riescono a cantare perché la musica e il linguaggio verbale non sono “gestiti” dallo stesso emisfero cerebrale.

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