La firma è arrivata intorno alla mezzanotte e mezza, per un nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che disegna un’Italia divisa in due aree: zone rosse, ad alto rischio e arancioni, a rischio intermedio. La Valle d’Aosta è in ballo tra la zona rossa – assieme a Lombardia, Piemonte, Calabria e Alto Adige – e quella arancione, come spiegato questa mattina in Consiglio Valle dal Presidente della Regione Erik Lavevaz.
Quando sono però le 17.30 del 4 novembre ancora il nodo non è stato sciolto, nonostante le tante indiscrezioni di stampa a livello nazionale che da ore inseriscono la Valle d’Aosta fra le zone rosse. Non solo il Governo – stasera parlerà il Premier Conte – ha deciso di far slittare l’entrata in vigore del Dpcm a venerdì.
Fughe di notizie che hanno costretto nel pomeriggio Lavevaz, dopo una conferenza dei capigruppo chiesta dalla Lega, a chiarire in aula.
“Una cosa è il DPCM del 3 novembre, – ha spiegato Lavevaz – l’altra l’inserimento dei territori nelle fasce di criticità. Da domani (Nda l’entrata in vigore è slittata a venerdì) si applica l’art. 1 del decreto che contiene misure di contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale: in particolare il coprifuoco, che in Valle d’Aosta è più restrittivo e rimane dalle ore 21 alle ore 5 del mattino; la didattica a distanza al 100% nelle scuole superiori e il 50% di capienza del trasporto pubblico”.
Diverso il discorso per le zone rosse o arancioni. “Per quanto riguarda, invece, l’applicazione degli articoli 2 e 3 (che riguardano invece ulteriori misure di contenimento del contagio su aree caratterizzate da scenari di elevata e massima gravità), ci si rifà ai dati epidemiologici che il Comitato scientifico sta elaborando. Abbiamo cercato questa mattina di avere qualche informazione, ma al momento non c’è nulla di ufficiale: tutte le notizie che stanno uscendo sono interpretazioni che hanno poco fondamento. Negli ultimi giorni le curve di contagio si sono assestate e potrebbero forse permettere al nostro RT di scendere sotto l’1,5: la Valle d’Aosta potrebbe così rimanere nella fascia intermedia di rischio. Quando i dati saranno pubblicati, le fasce non entreranno in vigore direttamente, ma saranno oggetto di un’ordinanza ulteriore del Ministro della salute, sentito il Presidente della Regione.” Quest’ultima, secondo Lavevaz, definirà anche “le tempistiche in cui le nuove misure entreranno in vigore”.
A confermare l’elaborazione ancora in corso da parte del Cts è stato anche Gianni Rezza dell’Istituto superiore di sanità, durante una conferenza stampa da poco conclusasi.
Alla domanda quali regioni devono organizzarsi per essere nella zona rossa? Rezza ha risposto: “Questo è ancora in via di valutazione. “
COSA PREVEDE IL NUOVO DPCM
Le misure per tutto il territorio nazionale
Per tutto il territorio nazionale vengono introdotte limitazioni al 50% di capienza per i mezzi pubblici, didattica a distanza al 100% alle scuole superiori, la chiusura dei musei ed il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino, comunque superato dall’ordinanza regionale che chiude alle 21. L’attività didattica ed educativa per la scuola dell’infanzia, il primo ciclo di istruzione e per i servizi educativi per l’infanzia continua a svolgersi in presenza, con uso obbligatorio di dispositivi di protezione delle vie respiratorie salvo che per i bambini di età inferiore ai sei anni e per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina.
Vengono, inoltre, sospese le prove preselettive e scritte delle procedure concorsuali pubbliche e private e di quelle di abilitazione all’esercizio delle professioni, a esclusione dei casi in cui la valutazione dei candidati sia effettuata esclusivamente su basi curriculari ovvero in modalità telematica, nonché ad esclusione dei concorsi per il personale del servizio sanitario nazionale, ivi compresi, ove richiesti, gli esami di Stato e di abilitazione all’esercizio della professione di medico chirurgo e di quelli per il personale della protezione civile.
Le misure per le zone rosse
Nella cosiddetta “zona rossa” sono vietati gli spostamenti in entrata e in uscita dai territori, e anche quelli spostamenti all’interno dello stesso territorio, fatto salvo che per le ormai note comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o d’urgenza o per motivi di salute.
Come durante il “lockdown” primaverile chiuderanno bar, ristoranti, pasticcerie, i negozi e tutte le attività produttive non essenziali. Resteranno invece aperti parrucchieri e barbieri.
Sono chiusi, indipendentemente dalla tipologia di attività svolta, i mercati, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari. Restano aperte le edicole, i tabaccai, le farmacie e le parafarmacie.
Resta consentita solo la ristorazione con consegna a domicilio e quella d’asporto fino alle 22, e con il divieto di consumare io cibo sul posto o nelle vicinanze.
Rimangono aperti i negozi di alimenti e bevande nelle aree di servizio e di rifornimento carburante lungo le autostrade, negli ospedali e negli aeroporti, così come restano aperte le industrie e – come in primavera – farmacie e supermercati, considerati essenziali.
La didattica a distanza, invece, partirà dalla seconda media. Resta salva la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o in ragione di mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali
E’ consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie; è altresì consentito lo svolgimento di attività sportiva esclusivamente all’aperto e in forma individuale.
Le zone arancioni
Diverso lo scenario della “zona arancione”. Anche in questo caso bar, ristoranti, gelaterie e pasticcerie resteranno chiusi, mentre restano aperti oltre ai parrucchieri anche i centri estetici.
In questo caso sarà e vietato ogni spostamento in un Comune diverso da quello di residenza o domicilio, salvo per le ormai note comprovate ragioni di lavoro, di studio e di salute.
0 risposte
Ovviamente mi auguro che i contributi arrivino in maniera celere, ho vissuto periodi di cassa integrazione senza nessun altro aiuto da parte di nessuno, le difficoltà economiche si superano, conosco anche quelle della salute, pre-covid, forse per questo riesco a capire ed immaginate chi oggi, con ospedali saturi, possa vivere quei momenti, non lo auguro a nessuno.
Le suggerirei di chiamare qui
Chiamando il numero verde 800.065510 della Croce Rossa si può ricevere assistenza psicologica e telecompagnia contro stress e incertezza.
Buona giornata.
Forse bisognerebbe ricordare i posti letto non covid al Parini, se non sbaglio sono un totale di 295 (+31 in day ospital), giusto per farsi un’idea della gravità dei ricoveri per covid, anche se per molti sembra più importante altro
Si informi anche di quanti posti dispone la psichiatria e quanti saranno i suicidi in Valle a fine pandemia.
Forza Silvia ,
non scoraggiarti…. hai anche tu, la tua buona parte di ragione.
Anche questo passerà!
Ma certo, cè una pandemia in corso, con morti, sistema nazionale sanitario al collasso ma noi ovviamente pensiamo solo alle nostre chiappe eh?
Scommetto che è lei ad avere le chiappe belle al caldo.
Questa volta non mi farò rinchiudere, ne va della mia salute mentale.
…anch’io l’ho detto, ma sono di nuovo rinchiusa, nonostante sia a part-time.
Lavorano di nuovo quelli a tempo pieno, domiciliati in luoghi diversi da quello di lavoro, bypassando ogni dpcm