Il caldo intenso, la vasta presenza di zanzare e il passaggio del tifone Khanun non hanno potuto rovinare l’esperienza di Claudia Matteotti al Jamboree degli Scout tenutosi in Corea del Sud. Accompagnata dal coetaneo Giacomo Zaninetti del gruppo Pont-Saint-Martin 1, la giovane era parte del reparto “Vento selvaggio”, composto da 36 membri e 4 capi provenienti da Valle d’Aosta e Piemonte; presente anche Gabriele Rasia del gruppo Aosta 4 nei panni di volontario.
In una letterale “Marmellata di ragazzi”, i 12 giorni del 25º raduno internazionale hanno permesso a circa 1.200 quindicenni e sedicenni italiani di incontrare i propri coetanei stranieri in un autentico melting pot di culture e lingue differenti.
“Siamo partiti lunedì 31 luglio da Milano Linate e, dopo aver fatto scalo a Parigi, in dodici ore di volo abbiamo raggiunto Seoul, da dove abbiamo preso un pullman che ci ha portati direttamente al nostro campo – racconta Claudia, appena quindicenne ma già reduce da 4 anni nel gruppo dei Lupetti e 3 anni nel reparto come capo squadriglia delle Marmotte -. Ogni zona era divisa in altre sottozone più piccole e noi ci siamo ritrovati accanto a ragazzi di nazionalità inglese, malesiana e taiwanese”.
Ogni reparto del campo era formato da 40 persone a loro volta suddivise in 4 squadre da 9 componenti, ciascuna delle quali coadiuvata da un capo; i gruppi così organizzati sono stati coinvolti in una serie di attività on sight e off sight, tra cui corsa, arrampicata, geo catching e giochi d’acqua.
“È stato divertente uscire e spostarsi in autobus per esempio verso il vicino parco avventura o verso il tempio locale che abbiamo visitato e dove siamo stati coinvolti nel tradizionale tea party imitando le usanze del posto – continua Claudia -. La giornata in assoluto più bella è stato il cosiddetto “Cultural day” di domenica 6 agosto, quando ogni squadriglia si è spostata nei reparti vicini per scoprire modalità di accoglienza, piatti tipici e giochi tradizionali degli altri Paesi e noi italiani abbiamo potuto far assaggiare agli altri la pasta e insegnare loro frasi e gesti per noi abituali”.
Per vincere il forte caldo che in Corea ha fatto schizzare il termometro sino ai 40º, gli Scout del 25º Jamboree sono stati muniti di cappello e crema di protezione, ombrelli per ripararsi dal sole e acqua e sali minerali per mantenersi idratati.
“La notizia dell’arrivo del tifone ci è stata data lunedì 7 agosto, durante una giornata iniziata con la consueta sveglia attorno alle 6 e la preparazione della colazione – spiega ancora Claudia, che con i suoi compagni ha preso parte ad una gita sul Mar Giallo e in alcune attività sportive e creative a tema eco durante le quali essi hanno potuto confezionare da sé shampoo e dentifricio solidi e girandole per il vento -. Prima di prendere il pullman per tornare al campo abbiamo scoperto del tifone e siamo un po’ stati presi dalla paura perché non ne avevamo mai sentito parlare, ma i nostri capi ci hanno subito rasserenarti spiegandoci che ci saremmo spostati soltanto per essere più sicuri rispetto alle tende in cui alloggiavamo”.
Martedì 8 hanno preso il via le operazioni di evacuazione del campo Scout e di trasferimento dei vari partecipanti altrove; assieme ad altri italiani, il reparto “Vento selvaggio” è stato ospitato all’interno di un residence vicino a Seoul.
“Sin da subito sono state organizzate altre attività, che ci sono state spiegate durante l’incontro del giorno dopo all’interno di un piccolo teatro della zona e che consistevano in giochi e laboratori vari – prosegue la giovane -. Quel giovedì ci è stato proibito di uscire per via del passaggio del tifone, per proteggerci dal quale sono state chiuse finestre e porte con barricate di legno, ma fortunatamente dall’hôtel abbiamo visto soltanto forte vento e pioggia mentre il campo è invece stato colpito”.
Durante l’ultimo giorno di permanenza in Corea del Sud, i ragazzi Scout sono stato coinvolti dapprima in una lunga visita guidata all’antica città di Seoul e successivamente hanno preso parte a un concerto di k-pop presso lo stadio locale.
“Durante la finale cerimonia di chiusura abbiamo incontrato tutti coloro che non erano partiti a causa del tifone e che avevamo perso di vista a causa dell’evacuazione – spiega ancora Claudia, tornata in Valle d’Aosta sabato 12 agosto -. È stata un’esperienza assolutamente positiva al di là dell’accaduto, perché, come recita il nostro motto “Be prepared”, siamo sempre pronti e preparati ad affrontare qualsiasi cosa”.
Il prossimo Jamboree si terrà tra 4 anni in Polonia ma Claudia e gli altri 2 Scout valdostani non potranno prendervi parte poiché possibile soltanto una volta durante tutta la loro carriera. La giovane, tuttavia, resterà attiva tra le fila del suo reparto, “aiutando nell’annuale campo estivo che ci insegna a essere autonomi, ad assumerci le nostre responsabilità e a prenderci cura delle nostre compagne” nonché proseguendo il percorso da Scout che mi “permette di conoscere persone con le mie stesse idee e le mie stesse passioni con le quali confrontarmi e stringere amicizia”.