Screening dei tumori del colon-retto per 36 mila valdostani

E' rivolto a 36.000 valdostani tra gli 50 e i 74 anni di età lo screening per la prevenzione del tumore del colon-retto che partirà nel prossimo mese. Il progetto che durerà circa un decennio è volto a...
Società

E’ rivolto a 36.000 valdostani tra gli 50 e i 74 anni di età lo screening per la prevenzione del tumore del colon-retto che partirà nel prossimo mese.

Il progetto che durerà circa un decennio è volto a diagnosticare precocemente i tumori del colon-retto, seconda forma tumorale più frequente in Italia per uomini e donne, attraverso l’esame della ricerca del sangue occulto fecale.
Solo nel 2005, 100 sono stati i nuovi casi diagnosticati in Valle d’Aosta con una mortalità pari al 40-50%.


?Questo screening –
ha sottolineato l’Assessore regionale alla Sanità, Antonio Fossonsi aggiunge alla grande famiglia degli screening avviati in Valle, come quello per i tumori mammari e quelli della cervice uterina?.
?La prevenzione è una grande arma da giocare in Valle per evitare l’insorgere della malattie. Per il futuro stiamo pensando ad un discorso di prevenzione più mirato a determinate zone della Valle e a determinate categorie, come ad esempio quelle dei maestri di sci o guide alpine per i tumori della pelle?.

I cittadini valdostani interessati allo screening colon rettale, inizialmente quelli dei distretti 3, 4 e 2, riceveranno nelle prossime setimane una lettera che li inviterà ad un appuntamento informativo presso il proprio comune di residenza, in occasione del quale i volontari della Lega italiana lotta tumori distribuiranno le provette necessarie alla raccolta del campione di feci.
Successivamente se il test dovesse risultare positivo, i soggetti saranno invitati a eseguire una colonscopia mentre in caso di negatività, saranno richiamati dopo due anni ad effettuare un nuovo test.

Nella sua prima fase sperimentale, avviata nei comuni di Châtillon e Saint-Vincent, oltre il 60% della popolazione interessata si è sottoposta allo screening, grazie anche – ha sottolineato Clemente Ponzetti, direttore sanitario dell’Usl della Valle d’Aosta – al ruolo di cassa di risonanza giocato dal mondo del volontariato, soggetto attivo in questo progetto?.

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