“Le questioni principali legate alla scuola, nell’immediato, sono l’organizzazione dell’orale per l’esame di Stato in presenza e, soprattutto, la rentrée di settembre, nella ferma speranza che la sfida di convivere con il virus non si riveli troppo difficile.” E’ quanto scrive in una nota la consigliera di ADU VdA Daria Pulz dopo le parole di Giuseppe Conte. Nel messaggio a reti unificate di ieri il Presidente del Consiglio ha chiuso definitivamente le porte alla riapertura della scuola, prima della fine dell’anno scolastico.
Per la Consigliera Pulz, “è evidente la difficoltà di molte famiglie con bambini in tenera età a gestire la didattica a distanza e, soprattutto, il rientro ravvicinato al lavoro – difficoltà solo in parte alleviate dal bonus baby sitting e dai congedi straordinari. Ma il comitato tecnico-scientifico del Governo ha sottolineato come la riapertura delle scuole potrebbe determinare un innalzamento del contagio nel giro di due settimane, ed è esattamente per scongiurare un nuovo gravoso rischio sanitario che devono continuare, da parte di tutti, i comportamenti di responsabilità al fine di limitarne i danni.”
Secondo Pulz anche per la scuola, “chiamata a confrontarsi con la pandemia, è questo il momento tragico della verità: l’antico problema dell’edilizia scolastica, procrastinatosi nella totale noncuranza da parte di troppi governi regionali, renderà decisamente complicato mantenere le distanze di sicurezza, se non si ricorre fin d’ora a efficaci strategie e all’utilizzo di nuovi spazi provvisori, dando senso magari anche allo scenografico ospedale da campo. Verranno a galla le incapacità decisionali circa la scuola di via Torino e il temporeggiamento per quasi tre anni prima di avviare i lavori al Liceo Bérard, per non parlare della storica carenza di palestre e di posti al Convitto.”
In questo quadro a pesare saranno anche le scelte relative alle classi affollate. “Le novità dell’anno scolastico 2020/2021 – specifica Pulz – implicheranno l’aumento dell’organico di fatto e l’assunzione di nuovi insegnanti, grazie anche agli annunciati concorsi a cattedra per stabilizzare i precari, in particolare della scuola dell’infanzia. Perché qui si nasconde un altro nodo della scuola italiana, dove diventare docente di ruolo significa affrontare una gavetta decisamente più lunga rispetto a tutti gli altri Paesi d’Europa; al termine, l’insegnante ha già raggiunto un’età ragguardevole che ora lo rende fattore di rischio rispetto alla pandemia. Altri nodi sono il trasporto pubblico e le mense: tutto va valutato e riprogettato con la massima cura in vista della rentrée.”
Infine la consigliera Pulz assieme al gruppo Adu Vda si dice pronto a “mettere a disposizione della comunità valdostana le diverse e preziose competenze sulla scuola e sulla formazione che racchiude al suo interno, per affrontare insieme le nuove sfide che la attendono con intelligenza, fantasia e coraggio.”