Scuole e università chiuse per il Coronavirus: ecco cosa pensano gli studenti

Anche la Valle d'Aosta non si è potuta sottrarre a tale ordinanza, provocando non pochi problemi per gli studenti.
Scuola vuota
Società

Scuole e università chiuse fino al 15 marzo, questo il decreto ministeriale dello scorso mercoledì. Anche la Valle d’Aosta non si è potuta sottrarre a tale ordinanza, provocando non pochi problemi per gli studenti.

“Personalmente ero un po’ scettica nell’ottica di un esame imminente a giugno e pensando che i casi in Valle d’Aosta sono limitati. Effettivamente però si tratta di una decisione presa da esperti e nelle scuole il contatto fisico non è indifferente”, commenta Sophie Bordet, al quinto anno del Liceo linguistico di Verrès. La maturanda, come molti suoi coetanei, riassume la sua perplessità riguardo alla didattica online, su cui molti professori stanno facendo affidamento: “La corsa alla didattica online non è obbligatoria e non è detto che sia in tutti i casi positiva, in quanto non prevede possibilità di confronto diretto tra studenti e professori. Sarebbe più interessante invece promuovere un nuovo tipo di didattica non imposta e non unilaterale, stimolando ad esempio ripasso, letture e approfondimenti personali, al posto di una prosecuzione forzata e non efficace del programma”.

Numerosi disagi anche tra gli universitari, come spiega Giorgia Russo, studentessa fuorisede appena rientrata da Pisa, dove frequenta la facoltà di Fisica. “Tutte le lezioni e gli esami sono stati annullati, al di fuori delle lauree che avverranno online. Il rettore ha annunciato che da lunedì si potranno seguire i corsi in rete, ma i professori, per la maggior parte della vecchia generazione, non sanno come muoversi e non hanno ricevuto direttive puntuali“.

Allo stesso modo l’Università della Valle d’Aosta si è dovuta adeguare a tali misure, racconta Tommaso Zorzi, studente di Scienze Politiche: “A differenza di ciò che è avvenuto in gran parte del Nord Italia, l’ateneo valdostano è rimasto aperto fino a qualche giorno fa: non c’è stato quindi ancora modo di preparare eventuali lezioni online. Penso tuttavia che gli universitari, già abituati a lavorare in modo autonomo, sapranno affrontare con più facilità questa situazione rispetto, ad esempio, ai liceali”.

In difficoltà anche l’Istituto musicale pareggiato, che ospita numerosi allievi provenienti da varie parti d’Italia, tra cui la violinista genovese Matilde Zocco e il trombettista pugliese Francesco Manco. “Stavamo preparando la rassegna dei Jeudis du Conservatoire e il concerto per la Saison Culturelle, ma abbiamo saputo che sono stati annullati, vanificando ore di studio e di prove. Per noi fuorisede, il Conservatoire chiuso significa non avere nessun posto in cui suonare senza creare disturbo. Comunque, la cosa più importante è non fermarsi, nonostante tutto“.

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