Sono oltre centocinquanta gli studenti valdostani – in rappresentanza delle scuole medie San Francesco di Aosta e quelle di Pont-Suaz – che hanno aderito, quest’anno, ai viaggi/studio organizzati dalle istituzioni scolastiche assieme all’Associazione nazionale alpini al campo di concentramento di Dachau.
Durante i tre giorni di visita, i ragazzi faranno tappa nella struttura di Costalovara , un soggiorno alpino in provincia di Bolzano. Il viaggio, che gli insegnanti stanno preparando con grande attenzione – spiega l’Ana in una nota –, è “destinato a lasciare un segno importante nei ragazzi. Così come lo è stato in precedenza per tutti coloro che hanno avuto la possibilità di varcare quel cancello d’ingresso sotto la scritta Arbeit macht frei, ‘il lavoro rende liberi’”.
Discorso che si intreccia alla data del 25 aprile, e alla didattica della Storia. Per il Presidente della Sezione Valdostana dell’Ana Carlo Bionaz, infatti: “La Resistenza non è solo un importante fatto storico, ma costituisce ‘Memoria Educante’ in quanto da questo movimento di persone ed idee hanno preso forma quelle Istituzioni che garantiscono ancora oggi la convivenza dei cittadini in libertà, anche con la coesistenza di opinioni diverse”.
Un’esperienza che ha lasciato molti ricordi nei ragazzi che hanno già preso parte a questa visita. Ed è l’Ana stessa a selezionare alcuni racconti. Come quello di Samuel: “Quando siamo arrivati a Dachau, attrezzati di audioguida e mappe ci siamo resi conto che quello non era più il momento di scherzare . All’interno del campo abbiamo visto grandi caserme, camerate, sale, camere a gas, forni crematori, fotografie della crudeltà nazista. A Dachau c’erano tre bunker, oggi uno solo è conservato e fa parte del Memoriale. Visitarlo e riflettere è stato difficile, ma necessario”.
Ricordi che riecheggiano in Alysée: “Grazie agli Alpini abbiamo potuto vedere con i nostri occhi la ferocia dell’uomo. La Memoria è indispensabile perché si capisca e non si dimentichino gli orrori e gli errori commessi in quegli anni. Dobbiamo fare la Pace tra di noi, ci dobbiamo amare e non dobbiamo discriminare nessuno accettando le persone così come sono. Sentiamo ancora il silenzio assordante del Campo di Concentramento”.
Ed infine, le sensazioni di Corinne: “Les parties qui m’ont touchée le plus ont été: les chambres à gaz, le musée avec les photos, la prison et les baraques. Je veux remercier les Alpins pour nous avoir permis de faire cette expérience qui restera toujours dans ma mémoire et mon coeur”.
Spiega ancora Bionaz: “Ricordare questi avvenimenti, riprendere in mano la storia della Resistenza, credo sia anche un mezzo per superare il rischio di una cultura appiattita sul presente per riconsegnare a noi, ma soprattutto ai ragazzi, le ragioni ed il valore di alcuni avvenimenti del passato che, nell’era digitale, rischiano di essere troppo sintetici in un mondo in cui oggi rischiamo di non ricordare più le notizie di ieri. Per evitare che la storia che stiamo raccontando stia perdendo la memoria dei fatti”.