Ucraina, anche l’Adava in campo per l’accoglienza dei profughi

Firmato la scorsa settimana un accordo fra Adava e Protezione Civile che definisce modalità e costi dell'accoglienza. Gli albergatori entreranno in campo soltanto laddove non fossero disponibili le altre strutture fino ad oggi utilizzate.
Presidente Adava, Filippo Gérard
Società

La disponibilità era stata manifestata da Adava fin dall’emergere della crisi Ucraina e la scorsa settimana si è arrivati  alla firma dell’accordo con la Protezione civile. L’Associazione degli albergatori valdostani entra nella rete di accoglienza dei profughi.

Adava sarà in particolare chiamata a reperire presso i propri associati dei posti per l’ospitalità, laddove le altre strutture fino ad oggi utilizzate (hub comunali e alloggi dei privati) non fossero disponibili. Per questo al momento non sono state raccolte delle pre adesioni fra gli albergatori. L’accordo sottoscritto definisce oltre alle modalità, anche i costi dell’accoglienza a carico della Protezione civile.

Dei  364 i cittadini ucraini arrivati in Valle d’Aosta fino a ieri, martedì 5 aprile 2022, 346 sono quelli che hanno deciso per il momento di fermarsi nella nostra regione. In 18 hanno invece già lasciato il territorio regionale dopo il loro arrivo. La maggior parte delle persone accolte, 221 cittadini, sono alloggiati presso conoscenti, amici e parenti, mentre in 124 sono ospitati in appartamenti messi a disposizione gratuitamente dai valdostani.  I nuovi dati sull’emergenza Ucraina sono stati forniti questa mattina in Consiglio regionale dal Presidente delal Regione Lavevaz in risposta ad una iniziativa di Progetto Civico Progressista.

Delle 346 persone presenti sul territorio, 228 sono donne, di cui 59 minorenni, e 118 sono uomini, di cui 91 minorenni; non sono invece presenti minori non accompagnati. I comuni coinvolti nell’accoglienza sono al momento Aosta, Quart, Nus, Introd, Sarre, Gressan, Aymavilles, Saint-Marcel e La Salle.

“L’accoglienza dei cittadini ucraini è stata gestita attraverso un tavolo di coordinamento generale a cui poi si è affiancato un tavolo tecnico ristretto costituito da Protezione civile, Servizi sociali, Terzo settore, Caritas e Celva, – ha detto Lavevaz –  ma soprattutto è stata gestita sulla base del modello di coordinamento e delle indicazioni operative adottati dal Dipartimento della Protezione Civile”.

I minori ucraini arrivati sono stati inseriti “quanto più possibile vicino ai luoghi in cui gli interessati hanno trovato alloggiamento, cercando di non disperdere la rete di relazioni dei nuclei familiari e di favorire il raccordo con le comunità ucraine già presenti”. Al primo aprile 29 sono i minori che hanno iniziato la scuola,
7 all’infanzia, 14 alla primaria, 6 alla scuola secondaria di primo grado e 2 alla scuola secondaria di secondo grado.

“Sia il Dpcm che l’ordinanza parlano di un contributo per ogni profugo, e quindi immagino che per future iniziative si possa capire come gestire questa parte” ha replicato la consigliera Guichardaz, auspicando poi la riattivazione di un servizio come “l’allora servizio migranti, rivolto alla cittadinanza, con competenze specifiche, che potrebbe essere d’aiuto in situazioni come questa”.

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