Carlo Lenta, dallo Charva alla Juventus nel segno di papà Giorgio

Sono passati 30 anni da quando Giorgio Lenta, classe '73, lasciava la Juventus per andare alla Pro Vercelli, prima di diventare un imprenditore di successo ad Aosta. La sorte (e il talento), ha voluto che i colori della Vecchia Signora tornassero a casa Lenta, indossati da Carlo, uno dei suoi figli.
Carlo Lenta con i colori dello Charvensod
Sport

Il papà segnava, Carlo difende, ma il talento è lo stesso. E la fede bianconera anche.

Sono passati 30 anni da quando Giorgio Lenta, classe ’73, lasciava la Juventus per andare alla Pro Vercelli, prima di diventare un imprenditore di successo ad Aosta. La sorte (e il talento), ha voluto che i colori della Vecchia Signora tornassero a casa Lenta, indossati da uno dei figli di Giorgio, Carlo, che di anni ne ha 11 e ha militato finora nello Charvensod (2 stagioni, mentre la squadra di partenza è stata l’Aygreville n.d.r.), distinguendosi per doti, fisicità e abilità. Dopo due stagioni con la squadra valdostana gialloblu, il piccolo di casa Lenta è stato selezionato per una stagione di allenamenti con la Juventus e da lì la richiesta della squadra bianconera di averlo nell’organico, occasione che sa di déjà-vu, momento culminato con la firma di un contratto. La voglia di giocare per divertirsi, ma anche per farsi strada, è un tratto distintivo del giovane Lenta, come racconta papà Giorgio: “Carlo ha 11 anni, è ancora un bambino, ovviamente deve giocare per divertirsi, anche se è molto competitivo; dobbiamo tenere a mente che è un ragazzo che deve ancora crescere e nel suo percorso entreranno in gioco molti fattori, tra cui la crescita. Quello che posso dire è che a differenza mia è estremamente determinato, io mi distraevo molto più facilmente”.

Papà Giorgio allenato da Tardelli in nazionale
Papà Giorgio allenato da Tardelli in nazionale

Il ruolo di Carlo non è davanti, come papà, bomber di razza, ma in difesa, dove ogni pallone respinto, ogni azione fisica e ogni tentativo di goal andato a vuoto vale come una rete segnata e dove, data la sua caparbietà, promette di non risparmiarsi una volta a Torino. E proprio la caparbietà lo ha portato nella città sabauda, dopo essere stato osservato speciale per un anno di allenamenti, periodo sfociato nell’ufficialità del trasferimento: “Ha fatto 3 stagioni con l’Aygreville, iniziando a 6 anni, squadra in cui si è divertito tantissimo – racconta Giorgio Lenta -, poi ha voluto andare verso lo Charvensod, dove è evoluto molto sia tecnicamente sia caratterialmente anche perché nella squadra ha giocato soprattutto con i più grande come difensore centrale. Va detto che le due società che lo hanno fatto crescere in Valle vanno ringraziate perché gli hanno permesso di arrivare a questo traguardo, ognuna lasciando che Carlo potesse crescere e migliorare. Lo scorso anno sia la Juventus che il Torino lo hanno notato e lo hanno voluto visionare; ha passato quest’ultimo anno alternandosi tra allenamenti con lo Charva e con la Juve, andando regolarmente a Torino. Entrambe le squadre piemontesi avrebbero voluto farlo crescere nelle proprie giovanili, ma la sua decisione è stata di andare verso la maglia bianconera a giugno e ovviamente noi ne siamo felici, anche se, come ho già detto, per ora lui deve pensare a divertirsi e a giocare per stare bene”.

La maglia bianconera in casa Lenta non è una novità, ma la notizia di una convocazione è sempre una sorpresa che comporta forti emozioni e fa riaffiorare dei ricordi: “Che dire, quando l’ho saputo mi ha fatto specie – continua Giorgio -, ho vestito quella maglia per 6 anni, anni bellissimi in cui mi sono tolto tante soddisfazioni e percorso che mi ha portato a giocare anche in diverse nazionali. Vederlo firmare il contratto con la Juventus è stato emozionante, ma siamo coscienti che è ancora un bambino: ora ha la possibilità di migliorare e di giocare in una situazione privilegiata, ma parliamo di bambini e lui deve divertirsi. Se volesse far quello più avanti andrà benissimo, è una passione che abbiamo in famiglia e noi lo supporteremo, ma per ora la strada è lunga. La cosa che gli ricordo sempre è che ogni volta che scenderà in campo deve tenere bene presente che ci sono tantissimi bambini che vorrebbero essere al suo posto e questo non deve mai dimenticarlo, anche per questo deve divertirsi. Il mio compito sarà anche quello di ricordargli il valore di quello che vive e cercare di consigliargli al meglio le scelte che dovrà fare. Per ora questa è una grande opportunità, lui ne coglie il valore e noi vogliamo che si diverta e che sappia l’importanza che questa occasione ha per una crescita sportiva e umana”.

2 risposte

  1. ma che tristezza! A 11 firmare già un contratto, dietro ci sarà sicuramente uno sfrenato senso di competizione inculcato alla creatura da un padre con un ego smisurato!

    1. Perché parlare senza conoscere… il bambino ha una smisurata passione per il calcio e questa non è altro che la ciliegina su ciò che più gli piace fare… magari non farà strada ma resterà Comunque in esperienza magnifica… rodete di meno

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