Emilius 3559, i francesi Michelon e Noebes Tourres vincono l’edizione zero

I transalpini hanno avuto la meglio sui valdostani Alex Dejanaz e Dennis Brunod (2h47'49") e sulla coppia formata da Lorenzo Rostagno e Fabio Cavallo, giunta terza in 2h50'39".
Julien Michelon e Valentin Noebes Tourres in vetta
Sport

Parla francese l’edizione zero dell’Emilius 3559, il primo K3000 valdostano a coppie in programma questa mattina, sabato 15 luglio, con partenza dal campo sportivo di Plan-Félinaz e arrivo in vetta al Mont-Émilius, passando per il rifugio Arbolle, per un totale di 17 km e 3000 m di dislivello positivo.

Ad imporsi sono stati i francesi Julien Michelon e Valentin Noebes Tourres in 2h45’21”, davanti ai valdostani Alex Dejanaz e Dennis Brunod (2h47’49”) e alla coppia formata da Lorenzo Rostagno e Fabio Cavallo, giunta terza in 2h50’39”. “Una gara straordinaria – esclamano i francesi. Una bella atmosfera, un bel percorso, dei bei panorami. Stupendo da fare in coppia, ci si aiuta e si sostiene, richiama molto lo spirito dello scialpinismo, che è la disciplina in cui abbiamo iniziato a correre insieme. Di sicuro torneremo e siamo certi che sempre più francesi verranno, perché qui c’è lo spirito giusto per fare le gare. Per fortuna siamo partiti forti e abbiamo tenuto il ritmo, perché nell’ultimo pezzo abbiamo fatto un po’ fatica e stavamo per farci raggiungere”.

Julien Michelon e Valentin Noebes Tourres Emilius foto Roberto Roux ()
Julien Michelon e Valentin Noebes Tourres Emilius foto Roberto Roux 

La gara

Sono state 48 le coppie che, alle 7 del mattino e al suono del corno, sono partite dal campo sportivo di Plan-Félinaz e hanno percorso 17 km con 3000 metri di dislivello fino alla cima dell’Emilius, percorrendo quindi l’intero territorio di Charvensod dal suo punto più basso a quello più alto. Il gioco di squadra ha fatto la differenza anche nella classifica mista, con la coppia collaudata Massimo Junod e Gloriana Pellissier che hanno chiuso al 14° posto assoluto in 3h28’21”. “Ci conosciamo bene, ci piace stare in montagna e fare queste gare”, dice scherzando la coppia, nella vita e nello sport. “L’abbiamo preparata bene, stavamo bene entrambi e abbiamo tenuto un ritmo regolare, riuscendo a gestirci e divertirci. È stata dura, soprattutto l’ultimo pezzo molto tecnico. A livello di organizzazione è stata perfetta, ma non avevamo dubbi. Il percorso è stato tracciato bene e c’era tanta gente: per essere un’edizione zero, siamo partiti col piede giusto”. Dietro di loro si sono piazzati Marina Cugnetto e Francesco Carrara in 3h37’26” e terzi ad appena 3” Corinne Favre e David Poncet.

Gloriana Pellissier Massimo Junod Emilius foto Roberto Roux ()
Gloriana Pellissier Massimo Junod Emilius foto Roberto Roux ()

Due le coraggiose coppie femminili al via, con la vittoria che è andata a Francesca Travi e Sabrina Bendotti in 3h36’57” seguite da Noemi Junod e Emilie Collomb in 3h44’13”. “È un peccato che ci fossero così poche coppie femminili – dicono le vincitrici. La gara è dura ma molto bella: già il percorso della Becca è favoloso ma questo, così selvaggio ed essenziale, senza la musica e l’atmosfera della Becca, è bellissimo. La gara è In coppia ci troviamo bene e siamo riuscite a farci forza a vicenda”.

Francesca Travi Sabrina Bendotti Emilius foto Roberto Roux ()
Francesca Travi Sabrina Bendotti Emilius foto Roberto Roux ()

È stato un esperimento ben riuscito, anzi: un sogno che si avvera – esclama soddisfatto il vicesindaco Laurent Chuc. Vedere le persone così contente ed entusiaste è per noi motivo di grande felicità, tutto è andato per il meglio. Abbiamo voluto organizzare questa gara in alternanza con la Becca di Nona per permettere a tutti di scoprire le due diverse parti del vallone di Comboé, uno dei fiori all’occhiello del nostro territorio”.

Le classifiche sono disponibili QUI

Emilius 3559”, il primo vertical K3000 valdostano

Le coppie sono definite (ma c’è ancora spazio per qualche sorpresa), i sentieri sono in fase di pulizia e ripristino, il programma è pronto ed è arrivato anche l’importante coinvolgimento dell’Unité des Communes Valdôtaines Mont-Émilius. Sono giorni caldi per il Comune di Charvensod e l’ASD Becca di Nona 3142 in vista dell’edizione zero dell’Emilius 3559, il primo K3000 valdostano in programma sabato 15 luglio.

Una gara dura, selvaggia, ma anche unica, diversa: una competizione, ma anche un’occasione per riscoprire un approccio alla montagna più intimo. “L’Emilius che guarda, insieme alla Becca di Nona, Charvensod, Aosta e tutta la plaine, la cui vetta tanti hanno raggiunto, raggiungono e continueranno a raggiungere, è ora il traguardo del primo K3000 in Valle d’Aosta”, dichiara Ronny Borbey, sindaco di Charvensod. “Vogliamo che questa salita porti i concorrenti ad avere un contatto profondo con la natura e con loro stessi perché la montagna è, anche, introspezione, contemplazione e educazione a vincere limiti e paure. Charvensod vuole favorire il contatto con la natura, capace di generare emozioni ed esperienze, e l’Emilius 3559 è uno di questi contatti”.

I partecipanti

Cinquanta coppie, invitate o selezionate in base al curriculum, si sfideranno sul percorso da 17 km e 3000 m di dislivello che dal campo sportivo di Plan-Félinaz porterà ai 3559 metri del Mont-Émilius passando per il rifugio Arbolle (dove c’è un cancello orario dopo 2 ore e 30 minuti) attraverso la via normale. La gara si svolge in completa autonomia, senza ristori se non alcuni punti idrici, con obbligo di uso del casco nella parte alta del percorso (dal lago Gelato in su) e con la presenza delle guide alpine a garantire la sicurezza.

Tanti i nomi importanti e da tenere d’occhio, in particolare nella gara maschile, dove si trovano atleti esperti e giovani leve per un interessante scontro intergenerazionale. I favoriti d’obbligo sono Alex Déjanaz e Dennis Brunod, entrambi già vincitori delle gare dell’Aosta-Becca di Nona, ma occhi puntati anche sui francesi Julien Michelon e Yoann Sert e sulle coppie Lorenzo Rostagno e Fabio Cavallo, Nicolas Statti e Elwis Pieiller, Simone Cappelletti e Giuliano Cavallo, Denis Trento e Didier Chanoine. Ci sarà anche un atleta che ha fatto la storia dello skyrunning, Ettore Champrétavy insieme al figlio André, e l’ex allenatore di Coppa del Mondo sci di fondo Paolo Riva insieme a Luca Frutaz. Otto le coppie miste, dove la sfida è aperta in particolare tra la campionessa Gloriana Pellissier con il marito Massimo Junod, Chiara Pino con Emanuele Giannelli e Marina Cugnetto con Francesco Carrara. Si giocheranno la sfida femminile Lorella Charrance e Emilie Collomb da una parte e Francesca Travi e Sabrina Bendotti dall’altra.

Il programma

Venerdì 14 luglio la consegna dei pettorali dalle 17 alle 20.30 nella Sala consiliare del Comune di Charvensod, poi sabato mattina si fa sul serio: alle 6.30 il ritrovo degli atleti, che partiranno alle 7 dal campo sportivo Guido Saba di Plan-Félinaz. L’arrivo dei primi in cima all’Emilius è previsto attorno alle 10, alle 11.30 quello degli ultimi. A seguire, al Rifugio Arbolle ci sarà il pranzo e, alle 14, le premiazioni.

Il sentiero

In questi giorni inizierà la pulizia e la messa in sicurezza del sentiero che dal Rifugio Arbolle porta all’Emilius attraverso la via normale, e che sarà così ripristinato per tutta l’estate anche per gli escursionisti. Il sentiero sarà quindi chiuso tramite ordinanza comunale nei giorni di venerdì 7, lunedì 10, martedì 11, mercoledì 12 e giovedì 13 luglio. Sempre con un’ordinanza comunale nel giorno della gara sarà chiusa la via normale all’Emilius.

Il coinvolgimento dell’Unité des Communes Valdôtaines Mont-Emilius

L’Emilius 3559, che gode del contributo dell’Office du Tourisme della Regione Autonoma Valle d’Aosta, ha ricevuto anche il sostegno dell’Unité des Communes Valdôtaines Mont-Emilius, che racchiude i Comuni di Brissogne, Charvensod, Fénis, Gressan, Jovençan, Nus, Pollein, Quart, Saint-Christophe, Saint-Marcel. “Come Unité sosteniamo questo tipo di iniziativa perché contribuisce alla valorizzazione del nostro territorio”, spiega Michel Martinet, presidente dell’Unité des Communes Mont-Emilius. “Si tratta della prima gara di questo tipo, motivo per il quale abbiamo aderito con piacere e convinzione”.

Emilius 3559, il primo K3000 valdostano: una gara a coppie “selvaggia”

Mont Emilius PH Roberto Roux
Mont Emilius PH Roberto Roux

Una gara dura, selvaggia, non per tutti, proprio come la montagna che le dà il nome: il 15 luglio nasce Emilius 3559, competizione a coppie co-organizzata dal Comune di Charvensod e dall’ASD Becca di Nona 3142, che si svilupperà interamente nel territorio di Charvensod, con partenza alle prime luci dell’alba dal campo sportivo di Plan-Félinaz e arrivo – per l’appunto – in cima al Monte Emilius, a quota 3559 metri.

Per ora si tratterà di un’edizione zero, per testare il percorso e l’organizzazione. Dimenticate la goliardia, la festa, il “baccano” dell’Aosta-Becca di Nona: l’Emilius 3559 avrà uno stile completamente diverso, per restituire l’essenza selvaggia della montagna, quella fatta di un contatto puro con la natura, con le sue difficoltà ma anche con le sue bellezze, e con quello spirito di condivisione che contraddistingue i popoli alpini.

Il primo K3000 della Valle d’Aosta sarà corso a coppie (maschili, femminili o miste), senza ristori se non alcuni punti idrici, su un percorso di 17 chilometri tracciato al minimo, in completa autonomia, con obbligo di uso del casco. Con l’Aosta-Becca di Nona, Emilius 3559 condivide solo parte del percorso, che dopo Comboé si dirigerà verso il Rifugio Arbolle (dove ci sarà un cancello orario dopo 2 ore e 30 minuti di gara) e poi sulla via normale dell’Emilius.

Viste queste sue caratteristiche, si tratterà di un test per non fare arrugginire gli organizzatori della “Becca” – che tornerà con il suo solito stile festoso nel 2024 – che coinvolgerà soltanto 50 coppie, in vista di una prima edizione ufficiale nel 2025. Alcune di esse verranno invitate, mentre altre si possono candidare compilando il modulo che sarà disponibile dal 15 maggio sul sito www.beccadinona.it: condizione fondamentale è che il caposquadra abbia concluso l’Aosta-Becca di Nona nel 2018, 2021 o 2022 in meno di 2 ore e 45 minuti.

“Organizzare una gara significa impegnare tantissime energie”, dichiara Marlène Jorrioz, responsabile della comunicazione dell’ASD Becca di Nona. “Visto l’entusiasmo dimostrato da tutti gli atleti che partecipano alle nostre competizioni, nell’attesa di tornare nel 2024 con la Becca di Nona abbiamo deciso di creare qualcosa di “light” dal punto di vista organizzativo ma veramente “strong” in termini di tracciato. Sarà in tutti i sensi una gara di lancio, una giornata per condividere il vero spirito della montagna sui sentieri di Charvensod”.

“Attraverso questo primo K3000 della Valle d’Aosta il nostro Comune vuole favorire un approccio alla montagna intimo e riflessivo”, spiega il sindaco di Charvensod, Ronny Borbey. “Il legame che si crea con la natura incontaminata del nostro territorio diventa così occasione di contatto con la parte più profonda di chi vorrà partecipare all’Emilius 3559 e, in prospettiva futura, di coloro che vorranno confrontarsi con se stessi, nel silenzio di un ambiente puro”.

Per tutti gli aggiornamenti è possibile seguire i profili Instagram e Facebook dell’Aosta-Becca di Nona e il sito www.beccadinona.it

6 risposte

  1. Dietro a queste gare c’è sempre un grande lavoro di chi organizza un plauso grande agli organizzatori non dimentichiamo che sono volontari e un plauso lo meritano tutti gli atleti che hanno partecipato

  2. Se la Montagnana in questi ultimi tempi si è popolata dal punto di vista turistico è grazie a queste competizioni, i sentieri vengono mantenuti, ripristinati, riscoperti, l’approccio non può piacere per alcuni, ma personalmente sono a favore dell’organizzazione, la forzatura è invadere le montagne di mezzi meccanici non con la corsa che può essere vista come una conquista. Salire in montagna va bene purché lo si faccia con le proprie forze, di corsa o lentamente.

  3. Questi trail, sempre più inflazionati, danno un approccio sbagliato alla montagna, non danno spazio a riflessioni e contemplazione, negativi pure alla salute del corpo, in quanto danno troppe sollecitazioni al fisico -che poi si pagano- e son tutt’altro che salutari come invece una passeggiata non competitiva. La fobia della competizione in montagna è assolutamente antieducativa.

  4. Bene, questo contribuisce ad avere giovani in forma e consapevoli della bellezza della natura in valle. Bravi anche gli organizzatori che con queste manifestazioni fanno conoscere il nostro territorio e creato momenti di buona e sana condivisione.

  5. adoro camminare in montagna ma mi tengo sempre alla larga dai posti in cui fanno queste competizioni in quanto credo che d’intimo e riflessivo ci sia bene poco……

  6. Non sono d’accordo con lo spirito proposto dagli organizzatori: la competizione non stimola il giusto approccio con la montagna. “L’essenza selvaggia della montagna”, quella caratterizzata da un vero contatto con la natura non nasce nelle competizioni, il rapporto con la montagna è una questione di privacy e non può scaturire laddove l’ obiettivo è il cronometro abbinato al raggiungimento della cima. Il vero spirito di montagna non nasce durante una competizione, nasce dal cuore, dall’amore per la propria terra , dal rispetto e dalla conservazione dello scenario naturale così come ci è stato donato…….tutto il resto è una forzatura .

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