Federica Brignone e i Mondiali di Cortina: “Non ci arrivo da favorita, sono più leggera”

Da lunedì prende il via la rassegna iridata. La valdostana: “Quest’anno non sono mai riuscita a dare il 100%, ma so che il mio 100% vale una medaglia”.
Federica Brignone foto Marco Trovati Pentaphoto
Sport

Le manca una vittoria in Coppa del Mondo per raggiungere Deborah Compagnoni in cima alla classifica delle sciatrici italiane più vincenti a quota 16, ma quest’anno quella vittoria sembra non voler arrivare. Federica Brignone è salita sul podio quattro volte, ma mai sul gradino più alto. E questa, paradossalmente, potrebbe essere una condizione favorevole in vista dei Mondiali di Cortina, che per lei inizieranno lunedì 8 febbraio con la combinata alpina.

“So che il mio 100% vale una medaglia ai Mondiali”

Non ci arrivo da favorita, e questo mi dà sicuramente molta più leggerezza e tranquillità per poter fare quello che so fare”, racconta Federica Brignone. “Ai Mondiali ti giochi la medaglia in una gara secca. Ti può andare bene come no, anche se sei la migliore in Coppa. Io quest’anno non sono mai riuscita a fare la mia miglior performance, facevo bene qualche pezzo ma mai tutto insieme. Il mio obiettivo per Cortina è dare il 100%: so che vale una medaglia e che se metto insieme tutti i pezzi posso togliermi delle belle soddisfazioni”.

Una medaglia iridata Federica Brignone l’ha vinta quando nel 2011, appena ventenne, sorprese il mondo conquistando l’argento in gigante a Garmisch. In casa avrà quattro occasioni per ripetersi: oltre alla combinata di lunedì 8 alle 11 ed alle 14.30, la valdostana sarà al cancelletto di partenza del Super G martedì 9 alle 10.30, del parallelo di martedì 16 febbraio alle 9 e, per finire in bellezza, dello slalom gigante di giovedì 18 alle 10 ed alle 13.30.

Stress e aspettative, un circolo vizioso nella stagione di Federica Brignone

Le ragioni di un’annata al di sotto delle aspettative stanno proprio lì: nelle aspettative. “Pretendo sempre troppo da me stessa, e a maggior ragione quest’anno, dopo la vittoria della Coppa del Mondo dell’anno scorso”, prosegue. “Ma ogni stagione è diversa da quella precedente. Fisicamente sto bene, ma mi sono messa addosso da sola troppo stress: pretendevo di essere sempre al massimo in ogni gara, e ai primi risultati un po’ al di sotto delle aspettative reagivo male e mi buttavo giù, senza riuscire a dare il mio meglio”. Un circolo vizioso di aspettative deluse, rabbia e frustrazione che le hanno tolto la serenità di sciare come sa.

Nonostante questo, i risultati positivi non sono mancati, e spesso Brignone si è ritrovata a ridosso del podio. “È comunque la mia seconda miglior stagione di sempre. Ultimamente sto facendo dei passi in avanti, anche se sbaglio reagisco in maniera migliore e guardo a quanto di buono sono riuscita a fare. Cerco di approfittare di questo periodo di down per crescere ed essere ancora più forte”. E questo, in vista dei Mondiali, può essere un’arma in più: “Quello che è successo finora in Coppa a Cortina non conterà. Non è detto che la stagione influisca sul Mondiale, così come non è detto che questo avrà qualche effetto sul prosieguo della stagione. Sicuramente può essere un’occasione di riscatto”.

“Con i Mondiali senza pubblico si perde il fattore campo”

Il Mondiale di casa si disputerà senza una delle favorite alla vittoria di una medaglia, Sofia Goggia, e senza pubblico. Quest’ultima condizione è la stessa che si è verificata in tutte le gare di Coppa del Mondo, e Federica Brignone ha come al solito riflettuto su questo in maniera non banale. “È tutto molto surreale, non sembra di fare delle gare di Coppa. Sai che la gente a casa ti guarda in televisione, ma quello è niente rispetto a quando gareggi davanti al pubblico: li senti urlare, vedi le loro facce, ti dà elettricità e tensione. Non si vivono le stesse emozioni. È un peccato per noi atlete italiane perché non avendo il pubblico in casa si perde un po’ il “fattore campo”, e sarà come correre in qualsiasi parte del mondo, ma anche per il movimento, perché sarebbe stata una bella pubblicità ed una grande emozione per gli italiani poter tifare dal vivo una squadra forte che può vincere qualche medaglia”.

Un risvolto positivo, a volerlo cercare, c’è, perché l’assenza dei tanti eventi collaterali restituisce a Brignone e alle altre un po’ di tranquillità in più: “A fine stagione le attività extra sono una delle cose che pesano di più. Autografi, foto, estrazioni dei pettorali, premiazioni, antidoping, eventi con gli sponsor…non ci si ferma mai. È tutto un contorno che toglie energia e occupa tempo, che fa parte del circo bianco e di tutti gli sport. L’assenza del pubblico ai Mondiali può aiutare quelli che sentono maggiormente la pressione e la stanchezza. È più facile segnare un rigore in uno stadio vuoto, ma per farlo sotto la pressione di 100.000 persone che ti guardano e urlano bisogna essere dei campioni”.

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