Le premesse, dal ponte dell’Immacolata all’apertura della stagione sciistica, sono delle migliori: il turismo valdostano può sorridere, con un Capodanno che va verso il tutto esaurito nelle strutture ricettive della nostra regione.
“Abbiamo avviato una breve indagine che ha coinvolto i delegati del nostro Comitato direttivo”, conferma Luigi Fosson, presidente dell’Adava, “ed è emerso chiaramente che le prenotazioni stanno andando molto bene, tanto da avvicinarci in alcune località al tutto esaurito per i giorni a cavallo di Capodanno. Purtroppo queste indicazioni confortanti non ci fanno dimenticare le problematiche che dovremo affrontare nei prossimi mesi (una su tutte il caro bollette), ma possiamo certamente dire che globalmente siamo soddisfatti di questo avvio di stagione che ci fornisce la giusta carica e le giuste motivazioni per guardare al futuro con maggiore fiducia”.
Nel frattempo, sono stati diffusi i dati di un’indagine curata per conto di Federalberghi nazionale dall’Istituto ACS Marketing Solutions nel periodo compreso tra il 7 e il 12 dicembre intervistando con il sistema C.A.T.I. (interviste telefoniche) un campione di 3014 persone, rappresentativo dei circa 50 milioni di connazionali maggiorenni. I risultati di tale ricerca hanno evidenziato che saranno oltre 17 milioni di italiani in viaggio per le festività di fine 2022 per un giro d’affari superiore ai 13 miliardi di euro. I dati Federalberghi evidenziano che per il periodo di Capodanno la destinazione preferita sarà la montagna (30,4% del campione), mentre la durata media del soggiorno sarà di 3,6 notti. La spesa media pro capite (comprensiva di trasporto, alloggio, cibo e divertimenti) sarà di 553 euro per un giro d’affari complessivo pari a quasi 3 miliardi di euro contro i 2 miliardi e 90 milioni dello scorso anno. Tali proiezioni nazionali riportano la spesa complessiva ai livelli del 2019 con ricadute positive non solo per il settore turistico ricettivo, ma per tutte le componenti della filiera turistica, producendo un importante sostegno alla tenuta del PIL.