Gignod piange l’artigiano e giocatore di fiolet Davide Salto

L'uomo, da poco in pensione, lascia prematuramente la moglie, tre figli e i suoi adorati nipoti
Davide Salto en souvenir
En souvenir

Erano in tanti a salutare Davide Salto ieri, 11 aprile, nella chiesa di Gignod. Una folla immensa che si è stretta intorno alla sua adorata famiglia, quel focolare che il neo pensionato della Coumba amava più di ogni altra cosa e che, per lui, appassionato di artigianato tipico, sport popolari e vita comunitaria, veniva sempre prima di tutto. Una folla immensa che ne ha salutato la prematura dipartita a 63 anni in una chiesa che racchiude diverse sue opere, pezzi unici di artigiano e intaglio, che Davide ha donato alla comunità di Gignod e in particolare alla chiesa di Sant’Ilario negli anni, a dimostrazione della sua generosità e propensione alla vita comunitaria e di paese.

Una persona sinceramente umile e sempre disponibile al confronto pacato, al dialogo, alla costruzione di legami veri e profondi, così lo ricordano in molti, tra cui uno dei figli, Simon, che ne custodisce anche un ricordo molto tenero: “Oltre che un meraviglioso padre, è stato anche il mio primo vero allenatore (di pétanque n.d.r.); mi ha anche accompagnato ai mondiali in Thailandia quando ero poco più che un ragazzino. Ha seguito passo passo la mia crescita in questo sport e come con me, con altri giovani del paese che ha aiutato a crescere sui campi”. Una delle grandi passioni di Davide erano infatti gli sport popolari: una vocazione che non ha mai smesso di coltivare, cercando anche di far crescere le nuove leve di Gignod durante i tanti anni da allenatore delle giovanili di questo sport popolare, altro esempio della generosità di un uomo che, senza farlo notare, sapeva dedicarsi agli altri. Lo ricordano i compagni di squadra del fiolet e lo ricordano gli avversari che sapevano riconoscerne le qualità tecniche e la grande passione.

Davide Salto en souvenir
Davide Salto en souvenir

Molti però lo ricordano non sui campi di fiolet, ma avvolto in sciarpe e berretti calati sulla fronte, durante le tante Fiere di Sant’Orso di cui era uno dei protagonisti; il legno, sua materia prediletta, è stato uno dei suoi compagni di vita sin dalla più tenera età: da questo Davide sapeva creare sinuose e armoniose forme che davano vita a oggetti di arredamento per la casa, arredi sacri come leggii e quant’altro e anche pezzi unici di intaglio. Un sapere che ha custodito e tramandato e che per il figlio Simon è diventata una professione.

Dopo una vita passata tra lavori manuali e la Cogne Acciai Speciali, era arrivata per Davide l’età della pensione, che aveva affrontato dedicandosi alle sue passioni, ma soprattutto alla sua famiglia: sua moglie Giulia, la sua adorata madre Olga, i suoi figli Christian, Simon e Chantal e i suoi nipoti, i quali lo ricordano con affetto e amore. La traccia che Davide ha saputo lasciare nella comunità dzegnoleintze di sicuro non sparirà in maniera improvvisa, ma rimarrà nella memoria di chi lo ha conosciuto e di chi ha avuto la fortuna di incrociarne il percorso sui campi degli sport popolari o tra una festa e l’atra.

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