In agricoltura, come nella vita, non si smette mai di imparare. Può sembrare una frase fatta, ma è utile a smentire la credenza che quello agricolo sia un mondo statico: ogni anno, ogni evento rappresenta una lezione da imparare per poter crescere e migliorarsi. Per sopravvivere professionalmente. Per Nathan Pavese, giovane imprenditore di Morgex, la data chiave è il 2017, un’annata caratterizzata da condizioni meteorologiche anomale come grandine e gelate.
“Io sono nato nel mondo agricolo, perché mio papà ha un’azienda vitivinicola ed io gli davo una mano occupandomi un po’ di tutto, dalla manutenzione delle vigne, alla vendemmia, alla cantina”, racconta il 23enne. “Per tre anni ho studiato all’Institut Agricole Régional, poi ho deciso che volevo specializzarmi maggiormente nel settore vitivinicolo e sono “scappato” in Alsazia. Quando sono tornato – era il 2017 – abbiamo perso praticamente tutto il raccolto a causa del meteo. Ci siamo detti: se dovesse succedere per due anni di fila non potremmo reggere. Così abbiamo imparato una lezione: non si può vivere di una sola coltura”.
Oltre alle vigne, nell’azienda di papà Ermes c’era anche qualche campo di patate e di grano, così l’idea di ampliare la parte agricola è venuta da sé, aggiungendo anche il mais, che in Alta Valle è poco coltivato. “Pensavamo di fare una cosa tranquilla quando non ci occupavamo delle vigne, ma ci siamo resi conto che soprattutto patate e mais portavano via molto tempo”, continua Nathan Pavese. “Era necessario che qualcuno si dedicasse a questo settore, così l’ho preso in mano io: nel 2018 ho aperto una nuova azienda, ho avuto accesso ai fondi per i giovani agricoltori, ho fatto corsi di formazione, ho investito”.
Così, gradualmente, Nathan si è evoluto ed ha preso in mano circa cinque ettari di terreni tra Morgex e La Salle – tre di grano, uno di patate ed un altro tra mais e foraggio – ed ha aggiunto anche l’allevamento di 400 conigli. “Riesco a gestirmi da solo, anche se con mio papà ci aiutiamo molto a vicenda: abbiamo cercato di differenziarci, ma magari in futuro avremo un’azienda unica”.
Con il mais viene fatta la polenta, venduta a privati e ristoratori, con il grano farine di tipo 1 ed integrali, ed i conigli macellati o venduti: “C’è molto mercato, non pensavo ci fosse così tanta richiesta”, dice Nathan. “Certo, prende del tempo perché sono animali, quindi bisogna dar loro da mangiare due volte al giorno tutti i giorni, non ci sono feste o vacanze che tengano, ma le mucche avrebbero preso molto più tempo”.
Quello, però, che ha reso Nathan Pavese celebre sono le sue Nathan’s Chips, che nel 2019 gli sono valse l’Oscar Green di Coldiretti e che sono arrivate anche fuori Valle, in negozi un po’ “di nicchia”. È lui a spiegare come è nata l’idea: “Le patate, sulla carta, sono un prodotto semplice da vendere, ma in realtà io sono uno degli ultimi arrivati, e comunque in Valle d’Aosta molti hanno il proprio orto. Quindi ho puntato sulla trasformazione ed ho creato un laboratorio in cui le patate vengono tagliate, fritte ed imbustate. Per ora circa il 30% della coltivazione viene trasformato, ma l’obiettivo è fare tutto chips”.