Reishi, il fungo dell’eterna giovinezza

Il consumo di questo fungo come integratore alimentare raddoppia ogni anno, e con la stessa velocità cresce l’interesse del mondo della ricerca per il suo utilizzo.
Il reishi
Naturanews

Il reishi, il cui nome scientifico è Ganoderma lucidum, è conosciuto in Cina e in Giappone come Ling zhi che significa pianta dello spirito, ma viene anche chiamato fungo dell’immortalità, fungo della potenza spirituale, fungo dei mille anni perché si ritiene favorisca la longevità, insomma in termini moderni lo si potrebbe definire anti-aging cioè una sostanza in grado i rallentare i processi di invecchiamento.

Il suo utilizzo è stato citato per la prima volta nell’era del primo Imperatore della Cina, nel 200 a.C., e negli antichi testi di Medicina Tradizionale Cinese. In un testo del 500 a.C. si afferma che il Ganoderma lucidum è utile per migliorare l’energia vitale, per migliorare la memoria e la facoltà di pensiero, rinfresca corpo e spirito. La farmacopea del 16° secolo descrive gli usi del Reishi anche per potenziare l’energia del cuore. Il decotto di Reishi veniva usato dagli imperatori cinesi e giapponesi per prolungare la vita restando in salute. Per questi motivi il Reishi è stato chiamato il “re delle erbe medicinali” tanto che alcuni ricercatori lo considerano superiore al leggendario ginseng.

In Medicina Tradizionale Cinese è utilizzato per trattare l’asma, le ulcere gastriche, l’insonnia, l’artrite. E’ considerato un potente tonico, immunomodulante, analgesico, antinfiammatorio, antiallergico con effetto antistaminico e cortison-like. Da sempre è stato utilizzato come tonico cardiaco sia direttamente per le sue proprietà ritmogene e per la sua capacità di migliorare il metabolismo del muscolo cardiaco sia indirettamente per l’attività di protezione cardiovascolare che si esplica attraverso l’effetto ipocolesterolemizzante e di regolazione della pressione sanguigna.

Una storia tanto antica nella cultura orientale quanto relativamente giovane nella cultura occidentale: conosciuto solamente dagli anni ’70, nell’ultimo decennio il consumo del Reishi come integratore alimentare raddoppia ogni anno, e con la stessa velocità cresce l’interesse del mondo della ricerca per il suo utilizzo.

La letteratura scientifica contemporanea sta dando sempre maggiore attenzione alle potenziali proprietà terapeutiche e chemiopreventive di alcuni funghi alimentari impiegati da secoli in Medicina tradizionale Cinese.

Le numerose proprietà salutistiche del Reishi evidenziate dai risultati dei numerossisimi studi in vitro sono state confermate da numerosi studi clinici controllati; i più interessanti sono stati evidenziati in una recente pubblicazione della Società Italiana di Nutraceutica (SINUT).

Risultati strabilianti se si pensa che è stato dimostrato che la somministrazione di Reishi aumenta, già dopo 90 minuti dall’assunzione, il pool antiossidante e la capacità antiossidante totale nell’organismo sano. Sempre in soggetti sani la supplementazione con Reishi controbilancia l’effetto immunosoppressivo indotto dall’attività fisica intensa.

L’attività antinfiammatoria ed immunostimolante è stata osservata in pazienti affetti da patologia oncologica avanzata nei quali la supplementazione con Reishi ha determinato la riduzione dei livelli ematici circolanti di mediatori dell’infiammazione ed aumento dell’attività delle cellule Natural Killer, responsabili della prima reazione immunitaria del nostro organismo.

In un ampio studio cinese, la somministrazione cronica di Reishi ha determinato un netto miglioramento dei sintomi legati alla nevrastenia rispetto al placebo. D’altronde un recente studio clinico ha anche dimostrato che nelle pazienti affette da fibromialgia la somministrazione di Reishi migliora la risposta a test di resistenza, velocità ed elasticità già dopo 6 settimane di trattamento.

Un’altra importante azione del Reishi riguarda la capacità di aumentare la resistenza individuale allo stress; nel 1947 Lazarev ha introdotto il concetto di “adattogeni”, cioè sostanze in grado di determinare uno stato di resistenza “non specifica” agli stress di qualsiasi natura, concetto ripreso  negli anni ‘70 da diversi studiosi che hanno indicato in queste sostanze la capacità di regolare e normalizzare i vari organi e sistemi dell’organismo, riducendo gli effetti dello stress e permettendo il recupero dalla stanchezza, dalle infezioni e da stati depressivi a vari livelli aumentando le performances fisiche, mentali e cognitive, senza deprimere le risorse plastiche ed energetiche dell’organismo e senza dare effetti collaterali né astinenza.

Il Reishi è tra le sostanze adottogene più interessanti e più efficaci; già dopo le prime assunzioni cambia la percezione soggettiva dello stress e il corpo mette in atto un meccanismo innato di adattamento che nell’evoluzione dell’uomo ne ha permesso la sopravvivenza.

Il Reishi, e altri funghi utilizzati come alimenti nutraceutici, si trova in commercio sotto forma di integratore alimentare; la scelta tra l’offerta del mercato non è facile, sono prodotti generalmente ancora costosi la cui qualità deve essere garantita da accurate analisi di laboratorio che ne certificano l’assenza di metalli pesanti e di micotossine. L’azione dei funghi viene potenziata sia dalla sinergia tra loro che dagli orari di assunzione, quindi per ottimizzarne l’efficacia e contenere i costi è consigliato affidarsi ai pochi operatori preparati in micoterapia presenti in Italia.

0 risposte

  1. Il reishi e’ un fungo molto legnoso, va assunto in polvere in capsule o compresse ed e’ un integratore alimentare. Nei paesi orientali e’ introdotto nella dieta quotidiana come decotto. In Italia si trova nelle erboristerie o farmacie.

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