Dopo i mesi di luglio e agosto a pieno regime, con tante attività di divulgazione che hanno registrato un’elevata affluenza, nel mese di settembre proponiamo al pubblico spettacoli al Planetario e visite guidate notturne in Osservatorio Astronomico solo all’interno del 33° Star Party a Saint-Barthélemy, la festa dell’astronomia più antica d’Italia, che si terrà da venerdì 19 a domenica 21 settembre.
Ci troverete comunque in giro per la Valle d’Aosta, a illustrare il cielo nell’ambito di manifestazioni organizzate da altri enti, come Plaisirs de Culture en Vallée d’Aoste e la Notte europea delle ricercatrici e dei ricercatori.
Per informazioni, consultate il nostro sito web.
Ricordiamo che la visibilità dei pianeti può variare in base a diversi fattori, come la presenza di ostacoli lungo l’orizzonte, le condizioni atmosferiche e la propria ubicazione geografica. Le posizioni e la visibilità dei pianeti sono indicate per un cielo visibile dal centro Italia.
In ogni caso è consigliabile osservare da un luogo con cielo il più possibile scuro, lontano dalle luci della città, come lo Starlight Stellar Park della Valle d’Aosta, dove si trova il nostro centro di ricerca e cultura scientifica.
Ma vediamo, ora, cosa ci riserva il cielo di settembre.
Inizia l’autunno astronomico
L’istante dell’equinozio di autunno quest’anno cade lunedì 22 settembre alle ore 20.30 dei nostri orologi. Il Sole, attraversando l’equatore celeste (proiezione dell’equatore terrestre sulla volta celeste), lascia l’emisfero celeste boreale ed entra in quello australe. In qualunque luogo del mondo il dì (la parte del giorno di 24 ore in cui il Sole è sopra l’orizzonte) ha praticamente la stessa durata della notte. Il termine “equinozio” deriva dall’espressione latina æqua nox, ossia “notte uguale (al dì)”.
La Luna
Le fasi della Luna
Luna piena (con eclisse totale, vedi qui sotto) domenica 7 settembre 2025, Ultimo quarto domenica 14, Luna nuova domenica 21 e Primo quarto martedì 30.
L’eclisse totale di Luna del 7 settembre

Il 7 settembre si verifica un’eclisse totale di Luna visibile dall’Italia. Il fenomeno inizia alle 17.29, quando il nostro satellite naturale, ancora sotto l’orizzonte, entra nella penombra proiettata dalla Terra nello spazio. L’oscuramento è difficilmente avvertibile a occhio nudo, dato che il calo della luminosità lunare complessiva è assai esiguo.
Alle 18.27 la Luna entra nell’ombra terrestre, ma in Italia l’inizio del fenomeno non è visibile, in quanto quest’ultima si trova ancora sotto all’orizzonte: alla latitudine di Roma, ad esempio, il nostro satellite naturale sorge attorno alle 19.30. Questa fase del fenomeno è sicuramente la più interessante, in quanto il nostro satellite potrebbe assumere il tipico colore rosso o brunastro per l’assorbimento della luce solare da parte dell’atmosfera terrestre e in base al quale viene definita la “Luna Rossa” o, con espressione vagamente truculenta, la “Luna di Sangue”. Quando la Luna si trova nella zona centrale dell’ombra terrestre, attorno alle 20.12, la sua altezza sopra l’orizzonte è di circa 7°.
Verso le 20.54 l’ombra del nostro pianeta comincia a lasciare la superficie lunare, abbandonandola alle 21.56. Da quel momento in poi la Luna rimane immersa nella penombra terrestre e alle 22.55, con l’uscita della Luna anche da quest’ultima, l’eclisse ha termine.
Congiunzioni della Luna con pianeti e stelle brillanti
L’8 settembre la Luna è in congiunzione con Saturno: l’evento è visibile a partire dalle 20.30 quando i due corpi celesti sono ancora bassi sull’orizzonte in direzione est.

Nella notte tra il 12 e il 13 settembre il nostro satellite naturale passa molto vicino al famoso ammasso stellare delle Pleiadi, nella costellazione del Toro. Consigliamo di osservare l’evento con un binocolo, per poter apprezzare alcune stelle dell’ammasso vicine alla Luna che, essendo in fase calante, non dovrebbe disturbare troppo con la sua luminosità. In passato questi passaggi e in particolare le occultazioni di alcune stelle dell’ammasso erano utilizzati per determinare con elevata precisione le caratteristiche e le variazioni nel tempo dell’orbita lunare.
Il giorno 16 è Giove a essere “avvicinato” dalla Luna nel corso del suo movimento sulla volta celeste.
Tre giorni dopo, all’alba del 19 settembre, ci attende una doppia congiunzione tra Luna, Venere e Regolo, la stella più brillante della costellazione del Leone. La spettacolare configurazione celeste è osservabile prima dell’alba, con il nostro satellite naturale a pochi gradi a nord di Venere, mentre quest’ultimo si avvicina a meno di 1° dalla brillante Alfa Leonis. Come se non bastasse, nel primo pomeriggio dello stesso giorno la Luna occulta Venere, un raro evento in cui la Luna copre temporaneamente il pianeta.
Dato l’orario diurno l’osservazione di questo evento è riservata a chi possiede un buon telescopio in grado di puntare Venere anche di giorno. Questo perché la Luna, avendo un’età di 27,3 giorni ed essendo “ridotta” a una sottilissima falce, non può essere utilizzata più di tanto come riferimento per individuare il pianeta prima che venga occultato.
La scomparsa di Venere dietro alla Luna avviene dietro al lembo illuminato del nostro satellite naturale ed è prevista per una località nel centro Italia attorno alle 14.25 (per il Nord Italia alle 14.14, nella Sicilia meridionale verso le 14.38), mentre l’emersione del pianeta avviene un’oretta più tardi.

Come si vede dall’immagine qui sotto, all’inizio del fenomeno la Luna e Venere si troveranno in direzione ovest-sud ovest all’altezza di una quarantina di gradi e con il Sole a poco più di 26° di distanza dai due corpi celesti.
Vista la vicinanza del Sole dalla Luna e da Venere, cogliamo l’occasione per ricordare che può essere molto pericoloso puntare qualsiasi strumento ottico verso la nostra stella, a meno che non sia dotato di filtri a tutta apertura in materiale previsto specificamente per la sua osservazione.

Il 27 settembre, infine, si verifica la congiunzione tra Luna e Antares, la supergigante rossa al centro dello Scorpione. Il fenomeno è apprezzabile già a partire dalle 19.45, con il cielo che comincia a scurire e permette di percepire il bagliore rossastro della stella a 1°,5 gradi a nord della Luna.
I pianeti
Mercurio
Dopo la felice finestra di visibilità che si è verificata il mese scorso, agli inizi del mese Mercurio si avvicina alla posizione del Sole, ma risulta ancora osservabile, dalle 5.45 fino alle 6.30 circa, a pochi gradi sopra l’orizzonte nord est: il 1° settembre si trova a meno di 12° di distanza dall’astro diurno. Nei giorni successivi il piccolo pianeta si avvicina sempre più a quest’ultimo, fino a trovarsi il giorno 13 in congiunzione superiore, passando cioè “sopra” al Sole. Risulta quindi praticamente inosservabile fino alla fine del mese. Dalla costellazione del Leone il giorno 15 passa in quella della Vergine, in cui rimane per tutto settembre.
Venere
Il pianeta è visibile al mattino presto: a inizio mese sorge poco dopo le 4.30, a fine mese posticipa di una mezz’ora. Il mattino del 1° settembre Venere transita a circa 1° a sud dell’ammasso stellare aperto del Presepe, nella costellazione del Cancro. Il 19 settembre il pianeta si avvicina a Regolo, la stella più brillante del Leone e viene occultato dalla Luna (per maggiori informazioni su entrambe le configurazioni vedi la sezione dedicata al nostro satellite naturale). Per chi, a causa di eventuale maltempo o per altri motivi, dovesse perdere la congiunzione, può consolarsi sapendo che il giorno dopo il pianeta e la luminosa Alfa Leonis sono ancora molto vicini nel cielo. Dalla costellazione del Cancro, passa il giorno 10 in quella del Leone.
Marte
La visibilità del pianeta è sempre più ridotta, dato che all’inizio di settembre il suo tramonto segue di poco quello del Sole, concedendoci solo qualche decina di minuti per la sua osservazione, dalle 20.00 fino alle 20.30 al massimo, a patto che l’orizzonte occidentale sia sgombro. Nei giorni successivi il pianeta rosso si avvicina sempre di più alla posizione della nostra stella, risultando da metà settembre in poi praticamente inosservabile. È sempre all’interno dei confini della costellazione della Vergine, a breve distanza dalla sua stella più brillante, Spica, con cui è in congiunzione il giorno 12.
Giove
A inizio settembre al termine della notte il pianeta gigante del Sistema solare è già visibile, sorgendo poco dopo le 3.00, mentre a fine mese anticipa di un paio di ore la sua levata. Per tutto il mese si muove lentamente all’interno della costellazione dei Gemelli.
Saturno
Questo mese il pianeta inanellato è visibile già in prima serata e in ottime condizioni di osservabilità, dato che raggiunge l’opposizione il giorno 21. Trovandosi in direzione opposta rispetto al Sole, sorge praticamente al tramonto di quest’ultimo. All’inizio del mese il pianeta è già visibile attorno alle 21.00 e a fine mese lo si vede già appena fa buio, a partire dalle 19.30. Saturno nelle serate dello Star Party [LINK https://www.oavda.it/eventi/33-star-party-a-saint-barthelemy ] è dunque il grande protagonista delle osservazioni astronomiche al telescopio, in cui ne potremo ammirare gli anelli e il satellite principale, Titano. Il pianeta resta per tutto il mese nella costellazione dei Pesci, sconfinando l’ultimo giorno del mese in quella dell’Acquario.

Urano
All’inizio di settembre sorge in direzione nord est dopo le 23.00, a fine mese attorno alle 21.30. Visibile con un binocolo, con un telescopio se ne può apprezzare l’atmosfera delicatamente tinta di un color verde acqua. Si trova nella costellazione del Toro, a 1° a sud ovest dalle già citate Pleiadi.
Nettuno
Segnaliamo che L’8 settembre avviene una congiunzione tra Luna e Saturno, a poca distanza da Nettuno, che si troverà equidistante tra i due corpi celesti. L’evento è una buona occasione per individuare quest’ultimo con uno strumento ottico, a partire da un buon binocolo dotato di lenti da almeno 50 mm. Inoltre il 23 settembre il lontano gigante ghiacciato è in opposizione, significa che lo si può osservare per tutta la notte nella costellazione dei Pesci, dove rimane per tutto il mese.
Stelle e costellazioni visibili nelle serate di settembre
Al termine del crepuscolo astronomico, che teoricamente inizia quando il Sole si trova 18° sotto l’orizzonte, comincia la cosiddetta notte astronomica, a inizio settembre attorno alle 22.00 e verso le 20.50 alla fine del mese.
A ovest osserviamo la stella Arturo che, sera dopo sera, si presenta a un’altezza progressivamente inferiore. La sua costellazione, il Pastore o Boote, si trova vicina alla Corona Boreale. Più in alto è visibile Ercole.
La fascia zodiacale è visibile dalla Bilancia fino all’Ariete, che sorge attorno a mezzanotte. A sud est si può osservare il Pesce australe, con la suggestiva stella Fomalhaut, situata a 25 anni luce da noi, che occhieggia bassa sull’orizzonte (ricordiamo che l’anno luce è la distanza percorsa da un raggio luminoso in un anno, equivalente a 9.460 miliardi di chilometri). Ma attenzione: nonostante il nome, il Pesce australe non ha nulla a che fare con la costellazione zodiacale dei Pesci!
Verso nordest l’Orsa Maggiore (che contiene un famoso disegno di stelle, il Grande carro) si presenta bassa sull’orizzonte, mentre Cassiopea è a destra della Stella polare, con Cefeo più in alto. Approfondiamo più sotto queste due costellazioni circumpolari.
A fine serata sopra l’orizzonte orientale è osservabile il grande quadrato della costellazione di Pegaso, con l’ammasso globulare M15 a 34.000 anni luce da noi.
Non lontano, a nord est, è ben visibile la grande Galassia di Andromeda, o M31, in assoluto l’oggetto più distante osservabile a occhio nudo. Sempre all’interno di questa costellazione troviamo un’altra galassia, sicuramente meno famosa di M31, ma molto interessante: NGC 891, la cui immagine, realizzata dall’astrofotografo Fabrizio Aimar che ha operato dalle piazzole dell’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta, è l’Astrocopertina del mese. Si tratta di una galassia vista esattamente di profilo distante intorno ai 30 milioni di anni luce da noi. Il piano che divide in due la galassia, perpendicolare rispetto al nostro punto di vista, ci permette di osservare le dense e scurissime polveri interstellari che bloccano la luce delle luminose nubi di stelle e gas situate verso l’interno di NGC 891. In questo modo, a causa di questa vistosa striscia scura, l’oggetto appare diviso in due metà quasi simmetriche.
Praticamente una visione simile a quella della Via Lattea, l’immagine della parte più densa di materia della nostra galassia, che domina ancora il cielo di questo periodo. Attorno alle 22.30 sembra tagliare idealmente la volta celeste in due metà: a partire dall’orizzonte sud passa sopra la nostra testa e finisce a metà cielo verso settentrione.
A proposito di riprese astronomiche, quest’anno il concorso di astrofotografia del 33° Star Party a Saint-Barthélemy è aperto agli scatti realizzati tra il 1° ottobre 2024 e il 9 settembre 2025, cioè nel periodo compreso tra la precedente e l’attuale edizione dello festa d’astronomia più antica del nostro Paese. Trovate i dettagli per partecipare nell’articolo dedicato sul nostro sito.
La costellazione del mese: il sorprendente Capricorno

Molti osservatori ritengono che questa costellazione sia una delle più difficili da riconoscere: anche noi siamo dello stesso avviso! Il consiglio è quello di partire da Altair, la stella più brillante nella costellazione dell’Aquila, che a nord presenta una stella vicina, Tarazed, Gamma Aquilae; individuate le due stelle, possiamo “scendere” verso sud di una ventina di gradi per incontrare un’altra coppia di stelline, Algedi e Dabih, le due corna del “pesce-capra”, come lo definivano i Babilonesi. Da lì è più semplice scendere lungo il corpo della capretta e quindi, proseguendo verso est, completare la figura giungendo alla coda di pesce.
Dal punto di vista astrofisico in questa costellazione sono proprio “le corna” ad essere sorprendenti, come ricorda il titolo di questa sezione. La stella Alfa, che rappresenta il corno più settentrionale, Algedi, dall’arabo Al-Jady, “la capra”, è una doppia percepibile a occhio nudo, in quanto le due componenti, Alfa 1, Prima Giedi, e Alfa 2, Secunda Giedi, sono separate da circa 6 primi d’arco (un quinto del diametro apparente della Luna piena): chi è dotato di vista acuta riesce anche a vedere separate le due componenti. La cosa sorprendente è che le due stelle hanno quasi la stessa luminosità apparente (quella che apprezziamo con i nostri occhi) grazie a una combinazione casuale, ma perfettamente bilanciata tra le rispettive luminosità e distanze: questo le fa sembrare davvero simili alla nostra vista. In ogni caso, trovandosi in realtà rispettivamente a circa 100 e 700 anni luce da noi, escludiamo qualsiasi legame gravitazionale tra le due, data l’elevata distanza reciproca.
Si tratta quindi di un’ingannevole, seppur meravigliosa, stella doppia ottica o prospettica.
Curiosamente, anche il secondo “corno” della capra, Dabih (Beta Capricorni), che si trova un paio di gradi a sud di Algedi, è una stella multipla, stavolta probabilmente fisica, con le due componenti principali Dabih Major e Dabih Minor (visibili già in un binocolo) separate da circa 20.000 Unità Astronomiche, ossia 3.000 miliardi di km, in altri termini quasi un terzo di anno luce. Una distanza enorme, su scala umana, ma probabilmente ancora in grado di permettere una reciproca influenza gravitazionale tra le due stelle: l’ipotesi è che compiano un’orbita una attorno all’altra in almeno un milione di anni.
Dabih Major è a sua volta una stella doppia composta da una stella gigante rossa e da una nana blu; le due orbitano con un periodo di quasi quattro anni a una distanza reciproca di circa 4 Unità Astronomiche. È davvero notevole pensare che anche la componente blu a sua volta è una binaria, le cui componenti orbitano a una distanza di un terzo di quella tra il Sole e Mercurio.
Dabih Minor è un’altra doppia, composta da una stella gigante molto calda e da una nana gialla da cui sarebbe separata da non più di 30 UA. In totale abbiamo quindi almeno cinque stelle!
La distanza da noi di questa “famigliola stellare” è di circa 330 anni luce.
Le costellazioni che non tramontano mai: la coppia reale Cassiopea e Cefeo

Che nel mito greco rappresentavano rispettivamente il Re e la Regina dell’Etiopia. Attorno alle 22.30 si presentano affiancati, alti sopra alla Stella polare: Cefeo sembra una casetta rovesciata, con la punta del tetto verso il basso, mentre la sinuosa figura di Cassiopea assomiglia al numero “3”.
In Cassiopea troviamo una stella molto brillante, Rho Cassiopeiae, un raro esemplare di una categoria di stelle chiamate “ipergiganti gialle”. La sua massa è superiore di 40 volte a quella del Sole, mentre il raggio si aggira tra le 500 e le 800 volte rispetto a quest’ultimo. Tale incertezza sulle dimensioni deriva dal fatto che la sua distanza non è nota con sicurezza: se per diverso tempo è stata ritenuta circa 8.000 anni luce, misure più recenti l’hanno ridotta ad “appena” 3.500 anni luce. Si tratta in ogni caso di una distanza considerevole e se possiamo vedere comunque la stella a occhio nudo vuol dire che possiede un’eccezionale luminosità, stimabile tra 300.000 e 500.000 volte quella del Sole. Le ipergiganti gialle sono una categoria assai rara rispetto ad altre tipologie di stelle.
Cefeo è una costellazione interessante che contiene diverse stelle importanti. Delta Cephei è il prototipo delle stelle variabili pulsanti chiamate “cefeidi”, basilari nella storia della determinazione delle distanze stellari. Beta Cephei, Alfirk, è a sua volta la capostipite di una classe di stelle variabili anch’esse pulsanti, ma in modo più complesso delle Cefeidi. Gamma Cephei, Errai, sarà la prossima stella polare relativamente brillante (attorno al 4000 d.C.) per via del moto di precessione dell’asse terrestre che nel tempo fa migrare la sua direzione di puntamento sulla volta celeste. Questa stella è doppia e possiede un pianeta, battezzato Tadmor, che orbita attorno alla componente più brillante in poco più di due anni e mezzo.

Infine non possiamo non citare Mu Cephei, una delle stelle più lontane visibili a occhio nudo, a circa 3.000 anni luce di distanza: si tratta di una supergigante il cui colore rossastro, nonostante la sua debole luminosità apparente, è già percepibile a occhio nudo. È una stella enorme, con un raggio di più che varie stime collocano tra le 1.000 e le 1.400 volte quello del Sole: assumendo il valore maggiore, se fosse messa al posto del Sole i suoi strati più esterni arriverebbero ben oltre l’orbita di Giove, mentre l’orbita della Terra si troverebbe quasi nel suo cento, in altre parole il nostro pianeta sarebbe inghiottito dalla stella. Non sorprende che sia considerata la stella di maggiore dimensioni tra tutte quelle osservabili a occhio nudo!
A cura di Paolo Recaldini e Andrea Bernagozzi
La rubrica “Il cielo del mese” della Fondazione Clément Fillietroz-ONLUS è realizzata con il contributo della Fondazione CRT.