Coronavirus: cosa ci raccontano i dati, mentre entriamo in “zona gialla”

Le cose sembrano dunque avviate in una buona direzione - spiega il dottor Luca Peano - anche se la conoscenza di ciò che avviene è molto parziale, su alcuni parametri che dovrebbero essere accessibili alla pubblica opinione.
Coronavirus Covid virus
Un epidemiologo per amico

Buona domenica a tutti.

Da domani saremo in zona gialla, insieme con la maggior parte delle regioni italiane, per le quali la media nazionale è pari a 0,84. L’Rt ha finalmente varcato la soglia dell’unità (0,92).

Incidenza e stima Rt

Stima settimanale di Rt

I casi sono in calo, i ricoveri ordinari sono in linea con la media nazionale di un lento calo, i ricoveri in terapia intensiva sono in aumento ma con valori molto bassi e sempre al di sotto della media nazionale ed infine i decessi sono in progressiva riduzione con una performance migliore rispetto al resto dell’Italia.

Casi totali

Ricoveri ordinari

Ricoveri in Terapia intensiva

Decessi settimanali

Le cose sembrano dunque avviate in una buona direzione. Vedremo l’effetto delle parziali riaperture legate alla zona gialla. Tuttavia vanno tenuti da conto diversi elementi che possono minare questa piccola dose di ottimismo.

In primo luogo la conoscenza di ciò che avviene è molto parziale. Immaginate un viaggio in treno: sappiamo quanti viaggiatori salgono e scendono ad ogni stazione, quanti passeggeri ci sono tra una stazione e l’altra, in quale vagone sono seduti e se durante il viaggio hanno cambiato vagone.

Ma non sappiamo chi sale e chi scende e quanto dura il viaggio per ciascun viaggiatore. Fuor di metafora non conosciamo, e la lista che segue è certamente incompleta:

  • le caratteristiche principali dei singoli contagiati (sesso, età, eventuali patologie e fragilità)
  • quanto tempo passa tra i primi sintomi e la diagnosi
  • quanto tempo passa tra i primi sintomi e l’eventuale ricovero/decesso
  • se e quando gli isolati al domicilio sono stati ricoverati e dove
  • se e quando i ricoverati sono stati trasferiti in Terapia Intensiva
  • quanto è durato il periodo di contagiosità e quanto la durata della malattia
  • qual è il sospetto dell’occasione di contagio (famiglia, luogo di lavoro, comunità per anziani, scuola, ecc.)

Tutti questi parametri sono verosimilmente raccolti nel database nazionale, ma inspiegabilmente, a mio giudizio, sono tenuti riservati e non sono accessibili alla pubblica opinione.

In secondo luogo le vaccinazioni stanno subendo un rallentamento per via della ridotta distribuzione rispetto a quanto previsto, e ciò si ripercuote soprattutto sulle categorie a rischio elevato, che sono gli ultraottantenni ed i soggetti fragili a diverso titolo, per i quali, su scala nazionale, si prevede un ritardo di almeno 4 settimane. Per la vaccinazione di massa, quella che coinvolgerà tutti gli altri soggetti di età superiore ai sedici anni, il ritardo dichiarato sarà invece di 6-8 settimane. A fronte di questo, e di ciò che potrà ancora succedere, credo che la previsione di arrivare all’immunità di gregge in Italia entro il prossimo autunno sarà assai difficile da ottenere. L’ipotesi del nostro Assessore alla Sanità di arrivare agli 80mila vaccinati entro luglio prossimo mi pare ancora più utopistica. Ovviamente spero di sbagliare.

A ieri è stato utilizzato l’83% delle dosi vaccinali distribuite ed è stato raggiunto il 6,7% del target di 80mila vaccinati. Anche a questo riguardo non sarebbe male conoscerne la distribuzione per età, sesso, categoria e numero di dosi.

Percentuale vaccinazioni

In ultimo sarebbe importante, soprattutto adesso in cui la situazione valdostana si è normalizzata, una riflessione su quanto è accaduto nella nostra regione, che ha registrato la maggior incidenza di decessi sia nella prima che nella seconda ondata pandemica.

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