La Valle d’Aosta e l’Rt: ecco cosa bisogna sapere

Una spiegazione sul dato dell’Rt della Valle d’Aosta riferito nella conferenza stampa di ieri dal presidente dell’Istituto Superiore di Sanità.
Tabella Rt mostrata ieri dal presidente ISS
Un epidemiologo per amico

Alcuni di voi mi hanno sollecitato una spiegazione sul dato dell’Rt della Valle d’Aosta riferito nella conferenza stampa di ieri dal presidente dell’Istituto Superiore di Sanità. Esponendo i dati del secondo monitoraggio epidemiologico che peraltro promuove tutte le Regioni, Silvio Brusaferro ha affermato che “la curva epidemica è stabile ed in calo”.

Una piccola riserva solo per la piccola Valle d’Aosta, che ha un profilo di rischio “basso-moderato” ma che è “in osservazione”, come del resto lo è anche la Lombardia. Riguardo l’Rt, ossia l’indice di contagiosità, sopra il livello di guardia 1 è solo la Valle d’Aosta (1,06). Ma Rt – ha spiegato Brusaferro – “non è una pagella ma uno strumento dinamico che ci aiuta a capire cosa succede e va letto con altri dati”.

La “piccola riserva” di Brusaferro pare abbia scatenato un terremoto mediatico. Provo a darvi qualche elemento di conoscenza affinché possiate farvi un’idea autonoma della cosa.

All’inizio di una epidemia o pandemia, l’R0 è l’indice di contagiosità di partenza: se è pari a 3, vuole dire che in media ciascun soggetto colpito contagerà in media altri 3 individui. Questi nuovi 3 contagiati ne contageranno, sempre in media, altri 9, e così via. In tal modo l’epidemia di diffonde in modo esponenziale (nell’esempio con le potenze del 3: 3, 9, 27, 81, e avanti così).

Col passare del tempo l’R non è più definito zero, ma Rt (che si legge R con t). La t sta per tempo: Rt rappresenta l’indice di contagiosità al tempo t. Nella fattispecie, l’Rt della Valle d’Aosta nella settimana presa in considerazione nella conferenza stampa è pari a 1,06.
Come ormai tutti sappiamo, per parlare di epidemia l’R0 deve essere superiore a 1 (altrimenti non ci sarebbe epidemia, cioè l’aumento esponenziale dei casi): quando invece l’Rt diventa inferiore a 1, perché sono intervenuti dei fattori che riducono la contagiosità (farmaci, vaccini, misure di isolamento dei malati, lockdown di tutta la popolazione, al limite decesso di tutti i soggetti suscettibili), la curva epidemica diminuisce.

Tenete presente che il valore di R è di per sé la stima di un valore medio (perché ovviamente se R0 è uguale a 3 non è che tutti i colpiti contagino sempre e solo 3 altri individui), che quindi oscilla intorno ad un valore centrale. Un’importante stima di questa oscillazione è data dai cosiddetti indici di confidenza: l’intervallo di confidenza, che in genere è riferito al 95%, rappresenta quel particolare intervallo di valori in cui si trova la vera media. Nei dati riferiti durante la conferenza stampa, questi limiti per la Valle d’Aosta sono 0,43 e 1,76.

Chi ha eseguito l’analisi è dunque confidente, nel 95% dei casi, che il vero valore di Rt sia compreso tra 0,43 e 1,76. Essendo la popolazione valdostana molto piccola, tale intervallo di confidenza è il più ampio tra tutte le regioni: per dire, quello della Lombardia (che ha più o meno 10 milioni di abitanti) oscilla tra 0,47 e 0,55, quello del Piemonte (poco più di 4 milioni di abitanti) tra 0,33 e 0,44, quello del piccolo Molise (300mila abitanti) tra 0,18 e 0,92.
Inoltre l’indice di contagiosità dipende ovviamente dalla capacità di diagnosticare i soggetti contagiati, che a sua volta dipende dal numero di tamponi (più tamponi si fanno, più è probabile intercettare i contagiati): e mi pare che la Valle sia la regione che fa più tamponi.

Ancora: gli indicatori di cui si avvale l’Istituto di Sanità per monitorare la pandemia sono 21. Lo stesso Brusaferro dice giustamente che l’Rt è uno dei parametri di cui bisogna tenere conto ma che va letto nell’insieme di altri dati. E della maggioranza degli altri 20 indicatori nulla, a mia conoscenza, è offerto all’opinione pubblica.

Infine l’Rt è un parametro sensibile agli eventi della settimana cui si riferisce, quindi andrebbe valutato nel tempo per poterne valutare meglio l’andamento.
A questo riguardo, nel Report 0 sempre dell’Istituto superiore di Sanità (Monitoraggio Fase 2, dati relativi alla settimana 4-10 maggio aggiornati al 16 maggio 2020), l’Rt della Valle d’Aosta era pari a 0,38, con indici di confidenza da 0,16 a 0,72, valori ben diversi da quelli riferiti oggi.

In conclusione:
• in Valle d’Aosta, data la modesta consistenza numerica della popolazione, l’Rt è un parametro molto sensibile anche a piccole variazioni dei casi
• l’Rt va valutato nel contesto di tutti gli indicatori attualmente monitorizzati
• l’Rt dipende anche dal numero dei tamponi che vengono eseguiti
• l’intervallo di confidenza del valore di un parametro statistico va sempre tenuto d’occhio, perché offre una stima di quanto il valore medio possa oscillare per il solo effetto del caso.

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