Un indennizzo per tutti gli operatori sanitari e socio assistenziali impegnati nell’emergenza coronavirus. E’ stato questo uno dei temi affrontati questa mattina nel confronto avuto da Cgil, Cisl, Uil e Savt con il Presidente della Regione Testolin e l’Assessore regionale alla Sanità Mauro Baccega.
Al centro dell’incontro anche il protocollo per la prevenzione e la sicurezza dei lavoratori della Sanità, già firmato da alcune regioni con le organizzazioni sindacati. Il documento, in fase di elaborazione da parte delle strutture regionali, dovrà andare a declinare le opportune precauzioni di profilassi per tutti i medici, i professionisti sanitari e tutti gli operatori della sanità. Dalla fornitura degli adeguati dispositivi di protezione individuale, dalla sanificazione degli ambienti fino all’effettuazione di tamponi e test sierologici ma anche al monitoraggio delle azioni declinate nel protocollo.
“Questa situazione non finirà domani e tanto meno il 3 di maggio – sottolinea Ramira Bizzotto della Uil – Oggi abbiamo gestito l’emergenza, che ci ha visto tutti quanti impreparati, ma dobbiamo pensare come gestire la quotidianità, anche sul territorio per prevenire eventuali contagi. Abbiamo chiesto che vi sia un tavolo permanente, per evidenziare le criticità che ci vengono segnalate e che questi protocolli siano applicati a tutte le strutture, anche a quelle private convenzionate con la regione che devono attenersi agli standard pubblici”.
Sull’indennizzo agli operatori al momento non sono state messe sul tavolo delle cifre.
“C’è stata da parte del Presidente e dell’Assessore alla Sanità – spiega Barbara Abram della Cisl – l’intenzione di riconoscere a tutti gli operatori che si sono prodigati nell’emergenza un indennizzo, che nel proseguo degli incontri andremo a quantificare”.
I sindacati hanno, quindi, ribadito la necessità che tutti gli operatori sanitari siano sottoposti a tampone.
“Ne va della loro salute – prosegue Abram – Il problema che ci hanno rappresentato riguarda la mancanza di reagenti, non solo nella nostra regione, ma in tutta Italia. Sui test sierologici è partita la sperimentazione a 400 operatori, ma pare che al momento non siano così attendibili”.
Altre richieste arrivate dai sindacati riguardano la stabilizzazione dei precari e la possibilità di nuove assunzioni.