Sono lontani i tempi in cui le notizie sulle inchieste giudiziarie che coinvolgevano alcuni consiglieri regionali inchiodavano l’Assemblea in infiniti dibattiti e prese di coscienza. Sui nuovi sviluppi dell’inchiesta Egomnia sembra regnare in aula una sorta di assuefazione.
All’ex Presidente della Regione Renzo Testolin sono bastati pochi minuti per comunicare questa mattina ai colleghi la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini dell’inchiesta Egomnia, che lo vede indagato per scambio elettorale politico mafioso.
“Nel rispetto della massima trasparenza che l’appartenenza a questa assise esige considero indispensabile comunicare ufficialmente a quest’aula che nel pomeriggio del 13 marzo scorso mi è stata notificata l’informazione di garanzia e l’avviso di fine indagini preliminari per i reati di cui agli articoli 110 e 416 Ter, comma 1 2 del codice penale. – ha detto Testolin – Al ricevimento degli stessi ho immediatamente provveduto a comunicare il fatto sia al presidente del Consiglio che della Regione, e ho provveduto alla nomina dei legali di fiducia che mi assisteranno nelle dovute sedi per affrontare il percorso che questo tipo di situazioni comporta, al fine di dimostrare la mia estraneità ai fatti contestati”.
A differenza degli ex colleghi Fosson, Viérin, Borrello e Bianchi, che nel dicembre 2019, allo scoppio dell’inchiesta Egomnia, si dimisero dalla carica, Testolin non annuncia il passo indietro.
Dimissioni che non vengono chieste neppure dall’opposizione, in primis la Lega Vda. L’intervento di Nicoletta Spelgatti in aula, l’unico alle comunicazioni di Testolin, è per spiegare il silenzio del Carroccio alla notizia della chiusura indagini e del coinvolgimento del collega.
“C’è un perché la Lega non ha fatto comunicati” dice Spelgatti “Tutto quanto doveva essere detto, è già stato detto a suo tempo. Le responsabilità penali dei singoli non sta a noi giudicarle, ognuno risponde davanti allo Stato, davanti a Dio e alla propria coscienza”. La consigliera della Lega VdA rivendica di aver “fin da subito denunciato la presenza dell’Ndrangheta in Valle d’Aosta e condannato lo scambio elettorale” di cui il Carroccio si dice certo esserci stato in occasione delle elezioni del 2018. “Non ci doveva essere l’ombra dell’Ndrangheta sul Consiglio regionale della Valle d’Aosta e quindi abbiamo riportato la Valle d’Aosta ad elezioni”.