In Italia la pandemia rallenta lentamente come mostrato dai dati dell’Istituto Superiore di Sanità nell’ultimo report aggiornato al 21 aprile: Rt a 0,81 ed incidenza settimanale dei casi a 157 casi per 100.000 abitanti. Anche i ricoveri ospedalieri diminuiscono, così come il numero dei decessi settimanali.
La Valle d’Aosta segue questo trend nazionale in ritardo di un paio di settimane. Così la stima di Rt ha finalmente varcato la soglia dell’unità (0,98), mentre dai dati quotidiani della Protezione Civile nella settimana dal 18 al 24 aprile l’incidenza dei nuovi casi è sotto la soglia dei 40 casi giornalieri, i ricoveri ordinari sono circa 50 e quelli in rianimazione 10. La curva dei decessi è l’unica in apparente aumento, ma si tratta di numeri piccoli con ampie variazioni quotidiane, come si vede dalla curva in rosso molto frammentata.
Possiamo dunque immaginare, almeno nelle prossime due settimane, un andamento favorevole con riduzione di tutti i parametri sotto controllo, decessi inclusi: poi si potrà valutare qual è l’effetto delle riaperture, che a mio parere per la Valle d’Aosta significa sostanzialmente aperture scolastiche e regioni vicine in fascia gialla, combinato con gli effetti della campagna vaccinale.
Speriamo soprattutto che il nostro passaggio a zona arancione, ed a zona gialla di quasi tutta l’Italia, non venga vissuto come un “liberi tutti” ed una conseguente riduzione delle misure di prevenzione individuale, che a mio personale parere sono molto più importanti delle norme generali: continuiamo ad indossare correttamente la mascherina, magari buttando via quelle in tessuto e fidandoci solamente di quelle chirurgiche, che proteggono gli altri da noi, e delle FP2, che in più rispetto alle precedenti proteggono noi dagli altri; non smettiamo di lavarci frequentemente le mani; aeriamo gli ambienti chiusi, specialmente adesso che il tempo è favorevole; ma soprattutto nei contatti manteniamo una distanza di sicurezza dagli altri ed evitiamo assembramenti inutili.
La campagna vaccinale procede regolarmente, anche se sulle fasce d’età superiore siamo un po’ in ritardo rispetto alle medie nazionali. Questa settimana vi riporto anche le percentuali di vaccinati nella fascia di età 70-79 anni.
Per chi ama i numeri, alla data del 24 aprile in Valle d’Aosta siamo all’8,1% della popolazione generale vaccinata con 2 dosi (in Italia all’8,4%) ed al 10,8% con 1 dose (in Italia 8,4%); al 39,5% degli over 80 con 2 dosi (in Italia 47,2%) e 32,2% con 1 dose (in Italia 29,7%); ed infine, nella fascia 70-79, al 4,9% con 2 dosi (in Italia 7,7%) e 29,0% con 1 dose (in Italia 23,8%).
Come si vede siamo ben lontani da una immunità di gregge, che probabilmente non verrà mai raggiunta, sia per la maggior contagiosità delle varianti attualmente presenti (per non parlare di quelle future che probabilmente ci aspettano sfruttando i nostri ritardi vaccinali su scala planetaria), sia dei margini di inefficacia, anche se modesti, dei vaccini oggi in uso: ma il vero obiettivo è ridurre, se non azzerare, l’insopportabile numero dei morti che le cronache quotidiane riportano e che sono a carico soprattutto degli anziani e delle persone fragili.