Era un “allievo” di “Cala” Cimenti, scialpinista morto sotto una slavina da pochi mesi, la vittima dell’incidente verificatosi ieri, venerdì 28 maggio, sulla parete est del Monte Rosa, il 32enne Flavio Migliavacca. Di Novara, ma trasferitosi a vivere in Valle d’Aosta, è precipitato per oltre mille metri, mentre stava scendendo dalla Punta Nordend, a Macugnaga, nel Verbano. Un volo che gli è risultato fatale, avvenuto sotto gli occhi del compagno, un 37enne torinese, con cui era salito in vetta.
Per trovare il corpo ci sono volute diverse ore di ricerche, da parte del Soccorso Alpino. Era a 2.700 metri di altitudine, parzialmente coperto dalla neve. Le operazioni sono state rese complicate dai distacchi di materiale roccioso dal versante della montagna, a causa delle temperature elevate. Fenomeni, cui la zona è nota per essere soggetta, che hanno però impedito l’intervento di squadre a terra. Migliavacca, snowboarder molto conosciuto, documentava le sue imprese per poi raccontarle sul suo blog “Effetto Albedo”.
L’uscita sul Rosa era iniziata nella notte di giovedì. I due alpinisti avevano affrontato l’ascesa alla Punta Nordend (4.609 metri), attraversando la via Brioschi. Itinerario impegnativo, studiato minuziosamente nei giorni prima. Per la discesa, avevano scelto di provare una nuova via, ma in un tratto in cui è necessario l’uso della corda, Migliavacca è caduto nel vuoto, forse per il cedimento di un ancoraggio. Il compagno ha dato l’allarme. E’ stato recuperato illeso dall’elicottero del 118. La salma del 32enne novarese, invece, è stata trasferita a Macugnaga, dov’è a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Tra le imprese che Migliavacca aveva affrontato in Valle con la tavola, il “Mito della Caverna”, nuova via di discesa del canale ovest della Becca Etresenda, nel febbraio 2020. E’ invece di mercoledì scorso un set di foto, pubblicate sul suo profilo, di un’escursione scialpinistica alla testa di Valnontey, sopra Cogne. “Ce la ricorderemo e penseremo sempre a voi Sandro e Alfre”, si conclude il post, in un affettuoso pensiero ai freerider Letey e Canavari scomparsi sul Monte Bianco la settimana scorsa. Una dedica che, oggi, assume il sapore di un destino amaro.