Discarica di Chalamy, iniziata la partita al Tar: spunta un’indagine della Procura nel 2020

Sono stati discussi oggi, in modalità telematica, i ricorsi presentati dalla “Dimensione Green” Srl, gestore dell’impianto in via di realizzazione ad Issogne, e dal Comitato “La Valle non è una discarica”, che ha depositato alcuni documenti su un procedimento penale sinora non noto.
Scavo per la discarica Chalamy a Issogne
Cronaca

Si è aperta, nella mattinata di oggi, martedì 15 giugno, la partita al Tribunale Amministrativo Regionale della Valle d’Aosta sulla discarica in via di realizzazione a Chalamy di Issogne. Da un lato del campo c’è la Regione, costituitasi in giudizio per resistere contro due distinti ricorsi, con obiettivi di fatto opposti. Uno è stato presentato dalla società “Dimensione Green Srl”, gestore dell’impianto (a seguito di affitto di ramo d’azienda dalla “Cape Srl”, proprietaria del sito). L’altro è del Comitato “La Valle non è una discarica”, promotore di una petizione contro l’apertura del centro di trattamento, sottoscritta da 13.200 residenti in Valle.

Il ricorso della “Dimensione Green Srl”…

La società titolare della discarica impugna la delibera con cui la Giunta regionale guidata da Renzo Testolin il 17 marzo 2020 aveva revocato l’autorizzazione, rilasciata nel 2014, a procedere alle opere necessarie allo smaltimento, nel sito della bassa Valle, di rifiuti speciali provenienti da altre regioni, confermando invece per l’azienda la facoltà di stoccare materiali speciali non pericolosi raccolti a livello locale. Un atto motivato dalla volontà di “contenere la movimentazione dei rifiuti nel territorio regionale, a tutela della salute e in modo da prevenire e ridurre l’inquinamento ambientale”.

Il provvedimento adottato dall’Esecutivo l’anno scorso era conseguente alle disposizioni collegate alla legge di stabilità approvate dal Consiglio Valle nel febbraio 2020. Tali norme, tuttavia, sono state impugnate dallo Stato e dichiarate incostituzionali, dalla Consulta, in aprile. Con quel testo, si legge nella sentenza di “bocciatura” della Corte costituzionale, la “Regione ha sottratto in via legislativa agli strumenti di pianificazione la valutazione sul fabbisogno di smaltimento dei rifiuti”. Sul profilo di dubbia costituzionalità del testo, la “Dimensione Green Srl” aveva puntato nel suo ricorso, depositato prima del pronunciamento della Corte.

…e quello di “La Valle non è una discarica”

Il “bersaglio” dell’opposizione al Tar del Comitato “La Valle non è una discarica” è invece la delibera regionale del 3 ottobre 2014, approvata quando a presiedere l’Esecutivo era Augusto Rollandin. Per effetto di quell’atto, l’autorizzazione rilasciata ha comportato un aumento della capacità volumetrica dell’impianto e l’introduzione della possibilità di smaltire 123 tipologie di rifiuti, anziché le 8 originariamente previste. Una decisione che – ha commentato ancora di recente il Comitato in una nota – ha aperto le porte all’“apertura di questa immensa pattumiera”, con una “montagna di rifiuti che rischia di caderci addosso”.

La discussione in via telematica

Stamane, in due separate udienze, tenutesi per via telematica, i due ricorsi sono stati discussi. I legali delle parti hanno richiamato le memorie depositate ed è attesa, prossimamente, la decisione dei giudici. Tra gli argomenti sollevati dalla Regione, nel contenzioso contro il Comitato, il presunto difetto di legittimazione dello stesso ad impugnare la delibera, con la conseguente richiesta di dichiarare inammissibile il ricorso. Un tema che, già nelle scorse settimane, aveva spinto il gruppo di cittadini presieduto da Elvis Francisco a una dura presa di posizione contro Palazzo regionale.

La Procura ha indagato su Chalamy

In attesa delle sentenze dei magistrati amministrativi, il contraddittorio tra le parti fa registrare un elemento ad oggi non noto. Si tratta di un’attività di indagine, condotta nel 2020 dalla Procura della Repubblica, che – come scrive nelle carte il pm Luca Ceccanti – ha “fatto emergere sicure irregolarità in relazione alla autorizzazione della discarica in località Chalamy”, datata 2014. Il fascicolo, sviluppato dal Corpo forestale della Valle d’Aosta e dalla Guardia di finanza, era stato aperto a seguito di un esposto del Comitato contrario all’impianto, per un’ipotesi di abuso d’ufficio nel procedimento di rilascio del titolo autorizzativo.

Secondo la Procura, i profili di irregolarità erano sostanzialmente tre: il contrasto dell’autorizzazione emessa con il piano regionale dei rifiuti adottato nel 2013; il mancato aggiornamento della Valutazione d’Impatto Ambientale che “risaliva all’anno 1995 e che, appunto, doveva essere necessariamente rinnovata in relazione alle modifiche volumetriche e tecnico-progettuali introdotte” dalla delibera del 2014; la “collocazione del sedime in una zona pericolosa per il pericolo di frane e inondazioni”.

Questo l’esito delle indagini, cui ha fatto tuttavia seguito una richiesta di archiviazione al Gip del Tribunale, perché le condotte indagate – pur restituendo la mancata attribuzione di “valore al parere negativo dell’Arpa su oltre la metà” delle tipologie di rifiuti ammessi e restituendo un “atteggiamento oppositivo nei confronti della stessa Arpa” – sono risultate “prodromiche all’atto approvativo vero e proprio che è stato adottato dalla Giunta regionale” e “i fatti sono stati commessi in epoca risalente e sono assolutamente prossimi alla prescrizione”.

Le “valutazioni” segnalate alla Regione

Quindi, pur in assenza di esercizio dell’azione penale, la Procura segnala nell’istanza di archiviazione “la necessità di adeguate valutazioni, da parte della Regione, in ordine alla revoca dell’autorizzazione rilasciata” nel 2014. A tal proposito – si legge ancora – “deve infatti rilevarsi che la discarica in questione, pur autorizzata, non è mai stata attivata e il sito individuato non è mai stato adibito concretamente allo smaltimento dei rifiuti”.

Il documento con le firme del Procuratore capo Paolo Fortuna e del suo sostituto titolare delle indagini è stato depositato, nella causa al Tar, dal Comitato (non erano mancate, in Consiglio comunale ad Issogne, le polemiche tra opposizione e maggioranza per la mancata costituzione dell’ente nel giudizio). Ad oggi, non è noto se e come le “valutazioni” sollecitate dall’ufficio inquirente di via Ollietti siano state recepite da piazza Deffeyes. Quanto alla partita al Tar, se ne vedranno prossimamente gli sviluppi.

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