Cime Bianche, si solleva la protesta dopo il Consiglio: “Una scelta sorda e cieca”

Dopo l'approvazione dello studio di fattibilità da 403mila euro Adu attacca: "Gli autonomisti continuano a non voler riconoscere la realtà o, peggio ancora, cercano di nasconderla". Tranchant il giudizio di Ripartire da Cime Bianche: "Sordi e ciechi pur di alimentare interessi speculativi”.
Vallone Cime Bianche
Politica

Prosegue fuori dall’aula del Consiglio regionale, dopo l’aspra discussione di ieri, lo scontro sull’affaire Cime Bianche.

Adu VdA non va per il sottile: “Su Cime Bianche gli autonomisti continuano a non voler riconoscere la realtà o, peggio ancora, cercano di nasconderla. Solo grazie all’azione delle consigliere Chiara Minelli e Erika Guichardaz, infatti, i contribuenti hanno potuto sapere che la controllata regionale Monterosa SpA aveva da tempo aggiudicato l’incarico”.

Con un’ombra: “Lo sconto del 45% è importante – prosegue il movimento –, ma nelle opere pubbliche, soprattutto in Valle d’Aosta, i conti si fanno alla fine, e comunque 403.000 euro + iva in tempi di crisi non sono pochi e potevano essere usati sicuramente meglio”.

“In tempo di crisi sanitaria, economica e climatica globale uno studio di fattibilità per un impianto di questo tipo è folle – si legge ancora –, ma affidare già la progettazione definitiva, senza nemmeno un approfondimento legale oggettivo sul precedente del Terminillo, è materia da Corte dei Conti. Nelle prossime settimane acquisiremo tutta la documentazione dalla controllata regionale e valuteremo le azioni del caso”.

Poi il movimento chiude: “Una cosa comunque devono avere chiara gli autonomisti e i loro futuri (?) alleati leghisti, uniti dal medesimo ‘amoreper il cemento e le opere inutili: Adu Vda domenica scorsa non è salita nel vallone semplicemente per fare un’escursione. Assieme ad associazioni, comitati e decine di cittadini ha intrapreso la prima tappa di un lungo percorso di Resistenza in difesa del vallone. Questo scempio per l’ambiente e le tasche dei contribuenti valdostani non si farà”.

“Sordi e ciechi pur di alimentare interessi speculativi”

A prendere posizione è anche Ripartire da Cime Bianche. In una nota si legge che “Nonostante la diffida inviata dalle maggiori associazioni di tutela dell’ambiente montano, dalla seduta di ieri del Consiglio regionale abbiamo appreso cha la società Monterosa SpA ha proceduto ad affidare gli studi preliminari riguardanti il progetto di collegamento funiviario nel Vallone delle Cime Bianche. Una scelta sorda alle richieste di rispetto della normativa di tutela e cieca di fronte alla bocciatura di progetti simili”.

Non solo: “Il D.M. 17-10-2007 ‘Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone speciali di conservazione (ZSC) e a Zone di protezione speciale (ZPS)’ – si legge ancora – stabilisce in modo inequivocabile che sia vietata larealizzazione di nuovi impianti di risalita a fune e nuove piste da sci, ad eccezione di quelli previsti negli strumenti di pianificazione generali e di settore vigenti alla data di emanazione del presente atto’”.

“Monterosa SpA (partecipata Finaosta al 94,57%) dovrà ora assumersi tutte le responsabilità per lo sperpero di fondi pubblici (ai fini della realizzazione di un intervento impossibile – prosegue la nota –. Non solo, si continua così ad alimentare false aspettative fra alcune fasce delle popolazioni e degli operatori interessati e a perdere anni preziosi nell’inseguimento della manna che cade dal cielo anziché lavorare per migliorare gli impianti esistenti, per mettere a punto offerte turistiche innovative e per individuare strategie di sviluppo all’altezza dei tempi. Ne beneficeranno le attese speculative legate alla rendita immobiliare, come avvenuto al Breuil/Cervinia con l’affaire Gran Baita e come si paventa ad Ayas con l’ex Ermitage. La Valle d’Ayas, in primo luogo, ne pagherà le conseguenze”.

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