Andrà al Corpo Forestale della Valle d’Aosta uno dei premi “Ambiente e Legalità”, riconosciuti da Legambiente per la distinzione nel contrasto alla criminalità ambientale. La consegna delle attestazioni di merito 2021 (l’individuazione dei destinatari avviene, in particolare, tra magistrati, rappresentanti delle forze dell’ordine e della società civile, giornalisti o imprenditori) avverrà il prossimo 19 agosto, nell’ambito di “Festambiente”, il festival internazionale dedicato all’ecologia e alla solidarietà, in programma nel Parco naturale regionale della Maremma, in località Rispescia (Grosseto).
Le motivazioni
La scelta di Legambiente ha premiato i forestali valdostani per le inchieste condotte sulla tutela e la vigilanza del territorio, con un’attenzione specifica all’indebita percezione di contributi europei. Il riferimento è all’operazione “Pascoli d’oro”, sfociata nel processo ad un allevatore lombardo imputato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e induzione alla falsità ideologica, nonché alle indagini sul maltrattamento e l’abbandono di asini e pony provenienti da fuori regione (sempre ai fini dell’introito di misure comunitarie), culminate nella richiesta di un decreto penale di condanna per il proprietario degli animali, lo stesso coinvolto nell’altro procedimento.
Le due inchieste
Le investigazioni hanno avuto, per teatro, la “Comba Freida” e, nel dettaglio, il comune di Etroubles, dove erano situati i pascoli affittati dall’allevatore, che li aveva indicati nelle dichiarazioni per ottenere i contributi dell’Unione europea tra il 2014 e il 2019. Secondo gli accertamenti dei Forestali, che hanno utilizzato anche il drone in dotazione al Corpo, gli ovicaprini dell’uomo in alcune stagioni non si erano proprio visti in zona, mentre in altre avrebbero brucato in aree minime rispetto alle superfici affidategli. L’allevatore, nel giugno 2020, era stato anche sottoposto ad una misura cautelare durata sei mesi.
La vicenda dei maltrattamenti di equini, invece, risale all’ottobre 2020, con la monticazione effettuata in ritardo sulla stagione pastorale e la successiva dispersione degli animali, anche a causa della riscontrata scarsa vigilanza del personale indicato per la conduzione. I forestali erano riusciti a radunare i capi rimasti in vita (di alcuni, purtroppo, erano state rinvenute le carcasse), che presentavano segni di denutrizione, zoppie e malattie. Due sequestri disposti dagli inquirenti erano stati revocati dal Tribunale. Il pm titolare del fascicolo, unitamente all’emissione del decreto, ha chiesto al giudice la confisca degli animali. In entrambe le attività erano state coinvolte la stazione forestale di Etroubles e l’aliquota dei forestali della Sezione di Polizia giudiziaria presso la Procura.
Alcuni vincitori del passato
Il Corpo forestale della Valle d’Aosta (attualmente guidato dal comandante Luca Dovigo e non confluito, com’è accaduto all’omologo Corpo statale, nell’Arma dei Carabinieri) aggiunge così il suo nome ai vincitori di precedenti edizioni del premio, tra i quali figurano il Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Napoli (per l’inchiesta conclusa con il sequestro di 12 depuratori nel beneventano), il Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Palermo (per le indagini sui finanziamenti pubblici in agricoltura nell’ambito del P.S.R. Sicilia) e la Squadra Mobile di Catanzaro e al Commissariato di Polizia di Lamezia Terme (per l’operazione contro un traffico illecito di rifiuti e inquinamento ambientale).
La soddisfazione dell’Assessore
“Il fatto che Legambiente abbia scelto il Corpo Forestale della Valle d’Aosta per un premio per la legalità e il rispetto dell’ambiente – sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura e Risorse Naturali, Davide Sapinet – attribuisce il meritato riconoscimento, a livello nazionale, alla professionalità e all’impegno con i quali il Corpo Forestale regionale svolge quotidianamente il suo lavoro di presidio e di tutela del nostro territorio”.
Per l’Assessore, il riconoscimento “mette in luce le capacità di indagine del personale del Corpo, sostenute da una capillare conoscenza della regione, da una costante attività di presidio e da un profondo radicamento nel territorio, grazie anche alla presenza delle diverse stazioni forestali”. In particolare, le inchieste segnalate “sono di grande rilevanza” perché contrastano i “comportamenti fraudolenti di coloro che percepiscono illegalmente i contributi che l’Unione europea eroga per sostenere la nostra agricoltura di montagna”.