“Dopo due decenni di guerra, gli Stati Uniti si trovano davanti le macerie dell’Operazione ‘Enduring Freedom’, il cui mirabolante costo finanziario rivaleggia con uno scandaloso tributo umano”.
Anche Pays d’Aoste Souverain, in una nota, interviene sulla “questione afgana”, dopo che il paese è tornato in mano ai talebani, dopo vent’anni di guerra.
“Allo stesso tempo – aggiunge il movimento autonomista –, l’aumento degli omicidi politici e l’offensiva talebana hanno contribuito all’aumento inquietante delle vittime civili. Come interpretare la tranquilla partenza della coalizione internazionale? I talebani sono oggi gli unici amministratori credibili del potere afgano? In conclusione – il riferimento è sia agli Stati Uniti, sia alla Russia precedentemente -: delle superpotenze sempre pronte a scatenare guerre, occupare paesi stranieri per decenni, farli a pezzi e poi lasciarli a loro stessi”.
Pays d’Aoste Souverain, chiude la nota firmata dal responsabile politico Christian Sarteur, “esprime tutta la sua preoccupazione e solidarietà per tutte le fasce della popolazione che inevitabilmente subiranno repressioni, vessazioni e vendette, soprattutto contro le donne”.