Una stele al cimitero di Aosta per ricordare le vittime del Covid-19

E’ l’intento dell’Aps Aosta. Il presidente Matteo Fratini, annunciando oggi l’avviato dialogo con il Comune al riguardo, ha detto: “La sensibilità deve essere rimessa al centro del quotidiano”.
Albero cimitero Aosta
Società

Il dialogo è avviato tra l’Azienda Pubblici Servizi e il Comune per “organizzare un momento celebrativo, fare una stele” al cimitero di Aosta, in onore di tutti quei defunti Covid” che non hanno potuto essere accompagnati dal calore dei loro parenti dopo la morte, in particolare nella prima ondata pandemica, “a memoria di quello che stiamo vivendo”. Lo ha annunciato il presidente della società “in house” del municipio, Matteo Fratini, intervenendo oggi, mercoledì 22 dicembre, nel contenitore di attualità di Radio Proposta inBlu “Valle d’Aosta Minuto per Minuto”.

Il responsabile dell’azienda, che ha in gestione per conto dell’amministrazione comunale i servizi cimiteriali, è arrivato al tema commentando l’allestimento, per il periodo delle festività, di un albero di Natale all’ingresso del cimitero di viale Piccolo San Bernardo come simbolo di accoglienza per i visitatori. Un’“idea internazionale, che ha preso piede in tantissimi cimiteri negli ultimi dieci anni, da Parigi a Buenos Aires, da San Pietroburgo a Roma, Busto Arsizio, Milano…”.

“Tantissimi comuni – ha aggiunto Fratini – si sono fatti parte diligente per cercare di rendere il cimitero un momento simbolo, un momento di accoglienza, non soltanto nelle giornate di commemorazione dei defunti, ma anche in altri periodi dell’anno. Uno di questi, fondamentale, è quello del Natale”. Secondo il presidente di Aps Spa, l’iniziativa “rimette al centro una discussione, quella del cimitero, quella del Natale e quella della commemorazione dei defunti”.

“E’ molto importante, – si è conclusa la riflessione del Presidente dell’azienda speciale – in un periodo ormai biennale di Covid, rimettere al centro l’umanità, le persone, il paese. Le notizie, ormai, sono numeri: siamo diventati impermeabili ai numeri. Forse, la sensibilità deve essere rimessa al centro del quotidiano”.

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