Legambiente contro i prelievi idroelettrici in eccesso: “Si cambi il Regio decreto”

"È ora di mettere mano al Regio Decreto del 1933 per attualizzarlo", scrive in una nota l'associazione. Che aggiunge: "Questi imprenditori (talvolta ‘prenditori’ di tutta l’acqua nei torrenti) hanno sviluppato il loro business grazie a incentivi pubblici e acque pubbliche, secondo un modello di imprenditoria super assistito”.
L'acqua di Talapé
Ambiente

Legambiente si scaglia contro i prelievi idroelettrici eccedenti e chiede che venga attualizzato il Regio decreto del 1933 che li regolamenta.

“Con due iniziative in Consiglio regionale, nei giorni scorsi, il consigliere Marquis ha risollevato l’annoso problema degli impianti idroelettrici che non rispettano il Deflusso Minimo Vitale e che prelevano dai torrenti una quantità di acqua superiore a quella che è stata loro assegnata – scrive l’associazione –. L’iniziativa di Marquis prende spunto da alcune recenti sentenze che dichiarano non sanzionabili gli esuberi delle portate medie annue concessionate”.

Il problema, però, è un altro: “Non condividiamo affatto le preoccupazioni di Marquis nei confronti dei ‘poveri imprenditori dell’idroelettrico che, vessati, potrebbero lasciare la Regione’ – aggiunge Legambiente –. Ricordiamo che questi imprenditori (talvolta ‘prenditoridi tutta l’acqua presente nei torrenti) hanno sviluppato il loro business grazie agli incentivi pubblici e utilizzando le acque pubbliche, secondo un modello di imprenditoria super assistito”.

Non solo: “Coloro, poi, che prelevano più acqua del dovuto, e quelli che lasciano i torrenti in secca, potremmo definirli ‘approfittatori del bene pubblico’ – dice ancora l’associazione ecologista –. Soprattutto non ci piacciono quelli che sentono l’esigenza di installare delle videocamere, non per trasmettere i dati delle portate e del DMV agli uffici competenti, ma per ‘incastrare’ gli operatori della Forestale che eseguono i controlli. Corpo Forestale a cui va tutto il nostro apprezzamento e ringraziamento per l’opera che svolge al servizio degli interessi della Regione e di noi tutti. Eseguire controlli è uno dei compiti per cui il Corpo è operativo, nell’interesse del nostro ambiente, della legalità e della nostra economia”.

Da qui la richiesta: “Su una cosa sola concordiamo con Marquis e con l’assessore Marzi: è ora di mettere mano al Regio Decreto del 1933 per attualizzarlo. Le esigenze e le dinamiche della produzione da idroelettrico sono un po’ cambiate da allora. Quello che resta valido, e che va rispettato, sono le indicazioni di base: le prescrizioni sui prelievi fornite con il disciplinare di concessione e la tutela dei corsi d’acqua e della vita che in essi si trova”.

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