I nomi, quelli di Emily Rini (Forza Italia) e Nicoletta Spelgatti (Lega) candidate per le Elezioni politiche del prossimo 25 settembre per la lista Centrodestra unito per la Valle d’Aosta – rispettivamente per la Camera dei Deputati e per il Senato della Repubblica – erano già emersi. Dietro questi nomi c’è “un programma puntuale, pratico, con impegni concreti”, spiegano in conferenza stampa.
Con diverse parole chiave: autonomia, Zona franca, collegamenti da e per la Valle d’Aosta, energia e investimenti per abbattere i costi in bolletta, medicina territoriale, welfare e lavoro che tuteli le professioni della montagna ed il lavoro stagionale.
Ma anche altro: “Questa è la volta buona per fare una scelta di campo tra due visioni diverse della Valle d’Aosta, della cosa pubblica, dell’approccio e delle soluzioni ai problemi tra noi e la sinistra – ha detto Rini -. Chiediamo la fiducia sottolineando che i candidati non sono che un semplice strumento nelle mani delle valdostane e dei valdostani per portare avanti un progetto. Saremo chiare nel portare avanti temi cardine: diremo ‘no’ a nuove tasse, ‘no’ alla tassa sulla successione. Guardiamo con orrore alle proposte della sinistra, dove si vuole tassare il bene principale di una famiglia: la casa. Diciamo ‘no’ alla patrimoniale”.
Altri sono invece i “sì”, come sulla sanità: “C’è tanto da fare – aggiunge la candidata alla Camera -, l’attuale modello non sta dando i risultati che meritano i valdostani. Vogliamo che non venga più demonizzato quel sano partenariato tra pubblico e privato per dare risposte ai cittadini. Sappiamo bene quanto la salute sia fondamentale”.
Non solo: “Non ho mai capito come mai gli autonomisti siano sempre stati alleati con la sinistra, perché c’è un problema di visione del mondo diversa – dice invece Nicoletta Spelgatti -. Nel programma di coalizione parliamo chiaramente delle nostre battaglie principali, e ‘autonomia’ è una parola sacra ma non vuota. Noi parliamo di federalismo, tradizione, identità, territorio. Come si fa a dire di voler portare avanti una politica per la Valle d’Aosta quando si è alleati con un partito fortemente centralista come il Pd, che non parla mai di autonomia e lavora per cancellare le identità?”.
“Vogliamo sempre guardare ad un’Italia e una Valle d’Aosta del futuro, aperta – prosegue la candidata a palazzo Madama -, ma con una fermezza: non dobbiamo mai smettere di ricordarci chi siamo e dove vogliamo andare. Essere aperti all’altro non significa cancellare ciò che siamo. Ed il centrodestra difenderà sempre tutto questo”.
Gli equilibri nella coalizione
Messe da parte le turbolenze, il Centrodestra si presenta per la prima volta unito – con Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Italia al centro con Toti e Udc -, in Valle, ad un appuntamento elettorale. Qualche dubbio sull’unità , però, fa capolino. A maggior ragione in una coalizione – così come in tutte, e le notizie nazionali sui “mal di pancia” nella composizione delle varie liste lo dimostrano – quando ci sono pochi posti per più partiti. O, a maggior ragione, vista l’assenza – in una conferenza stampa affollata di eletti e militanti – della voce del coordinatore di Fratelli d’Italia Alberto Zucchi.
A nome della lista, il consigliere regionale leghista Stefano Aggravi cerca di fugare ogni dubbio: “L’unità del Centrodestra è rappresentata da questo simbolo, con tutte le compagini e un accordo firmato da tutte le segreterie. Tutti abbiamo ambizioni personali, e se non si materializzano non è colpa degli altri ma ci si dovrebbe interrogare in altre sedi. Abbiamo lavorato per un programma ed un punto di vista comune e voluto da tutti, firmato da tutti i rappresentanti, costruito con il contributo di tutte le forze. Sulla maggior parte del programma c’è un punto di intesa e una visione comune, e questo è il punto di partenza”.
“Deve esserci un punto di inizio – aggiunge -, e starà a noi dimostrare, già dalla firma dell’accordo, di sapere andare d’accordo e far vedere che assieme possiamo raggiungere un risultato”.
Filo logico che ribadisce anche Rini: “Al di là di chi rappresenta le quattro forze, ci sono dei valori comuni alle spalle. Quando ci siamo trovati assieme non abbiamo avuto nessuna discussione su nessun punto del programma, trovando una sintesi perfetta su tutto. Ogni giorno si fa un passo, e questo è un bel punto di partenza. Non abbiamo avuto titubanze nel mettere insieme le nostre idee”.
Un “cambio di paradigma”, come dice anche Spelgatti: “La nostra storia, come Lega, è sempre stata molto lineare. Finora abbiamo sempre detto ‘no’ ad alleanze di centrodestra, ed io sono stata la prima a farlo. E siamo sempre stati coerenti. Non abbiamo mai fatto inciuci. Se oggi abbiamo detto di sì è perché i tempi sono maturi per questo, per aver una visione differente. Se questi simboli sono assieme è perché crediamo in un progetto”.