“La Regione Autonoma Valle d’Aosta non sta svolgendo bene il suo ruolo di proprietaria della principale azienda di produzione di energia e consente alla CVA di seguire logiche di mercato che sono considerate prioritarie rispetto agli interessi della comunità valdostana”. A dirlo sono Chiara Minelli e Erika Guichardaz di Progetto Civico Progressista.
Le due consigliere regionali definiscono il disegno di legge con i 12 milioni di euro di aiuti a famiglie “un provvedimento ben poco incisivo. La legge è confusa (non si comprendono gli importi e i tempi di liquidazione), le risorse sono poche e arrivano in ritardo, i criteri e le modalità con probabilità lasceranno indietro le persone più fragili. Per le imprese anziché pensare di finanziare in parte gli investimenti sarebbe stato meglio intervenire sulle rate dei mutui, sugli affitti o sui costi delle bollette.”
Per Pcp è “emblematica” la vicenda della Cogne, costretta a fine agosto a sospendere momentaneamente l’attività produttiva e mettere circa 200 lavoratori in cassa integrazione per via dei rincari energetici.
“Esiste una profonda contraddizione in cui si trova tutta la società valdostana per quanto riguarda il campo energetico. – proseguono le due consigliere – Siamo infatti in una situazione in cui esiste una azienda interamente di proprietà della Regione, CVA, che produce grandi quantitativi di energia elettrica, ma questa non arriva a prezzi accettabili a imprese e famiglie”.
Il paradosso per Minelli e Guichardaz sta poi nel fatto che “CVA esporti fuori Valle circa l’80% della energia prodotta e la Cogne si debba rifornire in gran parte da una azienda esterna come la Edison”.