“Per una protezione che dura un mese espongono i ragazzi a rischi cardiaci” e ancora “Hai fatto tre dosi ti sei ammalato, hai contagiato. Sicuro di non essere stato ingannato?”.
Sono alcune delle scritte che compaiono da qualche giorno su dei manifesti pubblicitari di Aosta che riportano il logo del Comitato valdostano per la tutela dei diritti costituzionali.
Contro la campagna di comunicazione si scaglia oggi l’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della Valle d’Aosta.
“Tali manifesti inducono timori, sollevano dubbi alimentano un clima di diffidenza che non aiutano la salute pubblica e il diritto costituzionale alla stessa” scrive il presidente Roberto Rosset, a nome dell’Assemblea dell’Ordine che ieri ha stigmatizzato all’unanimità l’iniziativa.
“Il diritto di espressione non deve a nostro avviso compromettere l’attività del sistema sanitario e, soprattutto, non deve procurare allarme ingiustificato nella popolazione” prosegue Rosset, ricordando come la Corte Costituzionale si è recentemente pronunciata sulla legittimità dell’obbligo vaccinale.
“Più dell’86% della popolazione e bel il 99,2% dei medici si è vaccinato e grazie a questo stiamo iniziando a controllare la pandemia – ricorda il presidente dell’Ordine – evitando gli effetti acuti più gravi e quelli non meno gravi che rimangono a lungo termine (long-covid) Non è finita in quanto nel solo periodo ottobre-novembre 2022 sono stati notificati quasi 2 milioni di casi, contro i 300mila degli stessi mesi del 2021. Ciò vuol dire che la diffusione del virus oggi, con la variante Omicron BA.5, è almeno 10 volte superiore a quella dello stesso periodo dello scorso anno”.
L’Ordine dei medici ribadisce, quindi, come “l’unica arma che abbiamo oltre alle mascherine e al distanziamento rimane la vaccinazione come lo è stata per il vaiolo mortale per il 30% dei casi, che causava due milioni di morti nel 1969 e che è scomparso dal 1979 come pure per la poliomielite scomparsa dal 1982 quando solo nel 1958 erano stati notificati in Italia oltre 8 mila casi. Sono solo due delle tante malattie infettive che, grazie ai vaccini, sono rimaste solo nei libri di storia.”